Diocesi di Roma

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Nota di disambigua - Se stai cercando la Chiesa di Roma storica o la Chiesa cattolica, vedi Chiesa di Roma (disambigua).
Diocesi di Roma
Dioecesis Urbis seu Romana
Chiesa latina
San Giovanni Laterano Rom.jpg
Vescovo papa Francesco
Sede Roma
Regione ecclesiastica Lazio
Emblem of the Papacy SE.svg
Stemma
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
Sedi suburbicarie di Ostia, Albano, Frascati, Palestrina, Porto-Santa Rufina, Sabina-Poggio Mirteto e Velletri-Segni
Vicario

per la Città di Roma e Provincia:
Angelo De Donatis


per la Città del Vaticano:
Mauro Gambetti

vicegerente:
Renato Tarantelli Baccari
Ausiliari
Parrocchie

Vicariato di Roma:
336 (36 prefetture su 5 settori)


Vicariato della Città del Vaticano:
2
Sacerdoti 3702 di cui 1.524 secolari e 2.178 regolari
636 battezzati per sacerdote
3.870 religiosi 22.770 religiose 133 diaconi
2.873.152 abitanti in 881 km²
2.355.984 battezzati (82.0%% del totale)
Eretta I secolo
Rito romano
Cattedrale Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano Madre e Capo di Tutte le Chiese della Città e del Mondo
Indirizzo

Vicariato di Roma, piazza San Giovanni in Laterano 6/a, 00184 Roma (RM)

@
41°53′12″N 12°30′19″E / 41.886548, 12.505298 Curia vescovile
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2018 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


La Diocesi di Roma (in latino: Dioecesis Urbis seu Romana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2017 contava 2.355.984 battezzati su 2.873.152 abitanti. Attualmente è retta da papa Francesco.

Dal punto di vista amministrativo e titolare, essa, unica al mondo, è al contempo:

La cattedrale è l'Arcibasilica lateranense, a Roma, che reca il titolo di Madre e capo di tutte le chiese della città e del mondo. La sede episcopale romana ha il titolo di Santa Sede ed esercita, nella persona del Papa, il diritto sovrano sullo Stato della Città del Vaticano e l'indirizzo della Chiesa cattolica, avvalendosi della Curia Romana.

Territorio e organizzazione

La diocesi, intesa come porzione di territorio sottoposta all'autorità episcopale del Papa, si estende sia su suolo appartenente alla Repubblica Italiana, sia sull'intero territorio della Città del Vaticano. Le due porzioni della diocesi sono assegnate in amministrazione a due vicariati:

Vicariato di Roma

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiese di Roma

La parte di diocesi che ricade nel territorio italiano appartiene al Vicariato di Roma, retta dal cardinale vicario, rappresentate della diocesi. Il Vicariato svolge le funzioni proprie di una Curia diocesana, comprendendo i Tribunali ecclesiastici ordinario diocesano, regionale del Lazio e di Appello competenti alla diocesi di Roma.

Il Vicariato si estende su 881 km² ed è suddiviso in 336 parrocchie, raggruppate in 36 prefetture, ripartite su 5 settori (Nord, Sud, Est, Ovest e Centro), ciascuno retto da un vescovo ausiliare detto vescovo di settore.

Al vicariato di Roma appartengono la cattedrale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista e l'annesso Palazzo del Laterano, sede degli uffici del Vicario.

Organizzazione territoriale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parrocchie della Diocesi di Roma

Le 340 parrocchie della diocesi di Roma sono raggruppate in 36 prefetture, che a loro volta sono raggruppate in 5 settori. A capo di ogni settore c'è un vescovo ausiliare, ciascuno coadiuvato dai prefetti del proprio settore.

Titoli e diaconie

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Elenco dei titoli cardinalizi

Le chiese di Roma il cui nome e le cui proprietà vengono legati ad un cardinale al momento della sua creazione sono detti titoli cardinalizi: all'interno del territorio del Vicariato di Roma si trovano:

  • le chiese titolari o Titoli, proprie dei cardinali presbiteri (simbolicamente le chiese degli antichi preti della diocesi di Roma);
  • le chiese diaconali o Diaconie, proprie dei cardinali diaconi (simbolicamente le chiese degli antichi diaconi, amministratori della diocesi di Roma).

Vicariato della Città del Vaticano

Al Vicariato vaticano sono soggetti il territorio e i fedeli della diocesi che ricadono sotto la giurisdizione amministrativa dello Stato vaticano. Ad esso appartengono solo due parrocchie: Sant'Anna e San Pietro, il cui cardinale arciprete detiene la carica di Vicario Generale.

Provincia romana: sedi suburbicarie

Le antiche diocesi suffraganee appartenente alla metropolia di Roma recano il titolo di suburbicarie (dal composto latino sub-urbis, "sottoposto alla città") e sono assegnate in titolo ai cardinali vescovi (simbolicamente gli antichi vescovi suffraganei del Papa), ma rette da vescovi ausiliari:

Storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia del papato

Periodo paleocristiano

La nascita della chiesa romana

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci San Pietro e San Paolo
Pieter Paul Rubens, San Pietro (1610 - 1612), olio su tavola; Madrid, Museo del Prado: il dipinto raffigura il primo vescovo di Roma

La nascita della comunità cristiana di Roma, al tempo in cui era capitale dell'Impero Romano, è legata alla predicazione dell'apostolo Paolo di Tarso iniziata prima con la Lettera ai Romani del 57-58, poi con il soggiorno nell'Urbe attorno ai primi anni 60 del I secolo. All'incirca nello stesso periodo, giunse a Roma anche Simon Pietro, il primo degli Apostoli, per risolvere le dispute nate in seno alla comunità attorno alle teorie propugnate da Simon Mago. Pietro, che viene considerato il primo vescovo di Roma, divenne il fondamento della Chiesa romana e in seguito della sua particolare pretesa di primato universale su tutte le altre Chiese particolari.

Attorno al 64-67 i due apostoli subirono entrambi a Roma il martirio, durante la persecuzioni avvenute sotto il regno dell'imperatore Nerone.

Le persecuzioni

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Catacombe di Roma

La morte dei due apostoli Paolo e Pietro segnò l'inizio della persecuzione dei cristiani nell'impero romano.

La diffusione della fede cristiana nella capitale dell'Impero rese infatti evidente all'autorità politica l'incompatibilità tra tale credo e la religione romana, in particolare per il fatto che, con il rifiuto del politeismo, il cristianesimo non poteva essere integrato nella religione di Stato romana e nel concetto di pax deorum che lo reggeva. A questo si aggiungeva il fatto che il rifiuto del culto imperiale appariva come una sfida all'autorità del princeps, con l'aggravante, rispetto all'ebraismo, che il cristianesimo non risultava essere limitato ad una sola (e ridotta) componente etnica. Il tratto ulteriore, peculiare, che i cristiani abbracciassero tutti gli strati sociali, ed in particolare mettessero al livello più alto gli strati più bassi della società romana, propugnando principi di eguaglianza, rendeva questo tipo di culto ancora più intollerabile da parte delle autorità tese a mantenere l'ordine costituito.

Quando l'imperatore Nerone imputò il grande incendio di Roma all'azione della setta cristiana, questa venne posta fuori legge e iniziarono le persecuzioni nei confronti di coloro che si rifiutavano di sacrificare agli dei e all'imperatore. La persecuzione di Nerone fu una delle più violente che colpirono la comunità di Roma, segnando in particolare il martirio dei due maggiori apostoli: Pietro, crocifisso nel circo del colle vaticano, e Paolo, decapitato Ad Aquaas salvias, il luogo su cui sorge l'attuale Abbazia delle Tre Fontane (oppure lungo la via Ostiense).

Martirio di quasi tutti i Papi (fino al A.D. 300)

Le persecuzioni, tuttavia, non furono dei fenomeni continui, ma degli eventi circoscritti dipendenti dal contesto politico e dalla personale inclinazione degli imperatori a tollerare o meno il nuovo culto.

La Scala Santa, nella zona dell'antichio Patriarchio, residenza dei Papi nel Medioevo e nel primo Rinascimento.

Durante tali persecuzioni subirono il martirio praticamente tutti i papi:

Fu in questo periodo che vennero realizzate le catacombe, cimiteri ipogei destinati al culto dei martiri.

La legalizzazione del cristianesimo e la costituzione della Pentarchia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa latina

A seguito della legittimazione del culto cristiano, con l'editto di Milano emanato dall'imperatore Costantino I nel 313 e della sconfitta di Massenzio, Roma e la sua diocesi furono coinvolte, durante il pontificato di Papa Silvestro I, nell'ampia campagna edilizia avviata dall'imperatore con la costruzione delle prime tre basiliche patriarcali: lateranense, vaticana e ostiense. Libera di operare liberamente e posta sotto la protezione imperiale, la diocesi di Roma crebbe rapidamente in importanza, sia religiosa che politica.

In quest'epoca il primato nella Cristianità era dato alle tre sedi petrine: Roma, Alessandria e Antiochia, che ricoprivano un rango particolare nella Chiesa in quanto risalenti direttamente a Pietro. Le Chiese di lingua latina, cioè quelle presenti nella parte occidentale dell'Impero (Europa occidentale e Nordafrica), furono così particolarmente soggette al Papa di Roma, costituendo la Chiesa latina.

La trasformazione del Cristianesimo in religione ufficiale dell'Impero Romano con l'editto di Tessalonica di Teodosio I rafforzò ancora di più la strutturazione gerarchica della Chiesa e attribuì al vescovo di Roma, come agli altri vescovi, un ruolo formale nell'amministrazione imperiale, accanto ai funzionari civili: in tale ottica è da individuare la coincidenza tra il termine diocesi utilizzato per indicare la circoscrizione vescovile e l'analogo termine diocesi attribuito alle circoscrizioni di province. Così come i governatori provinciali erano sottoposti ai vicari e i vicari ai prefetti del pretorio, altrettanto, dunque, i vescovi erano sottoposti ai metropoliti e i metropoliti ai patriarchi. Il collega di Teodosio, poi, l'imperatore Graziano, lasciò a Papa Damaso I e ai suoi successori il titolo di Pontefice Massimo, che indicava la massima autorità religiosa romana.

Parallelamente alla suddivisione dell'Impero, la crescente importanza di Costantinopoli-Nuova Roma portò i vescovi di Roma a scontrarsi con le decisioni del Concilio Costantinopolitano I, che aveva elevato la sede episcopale di Bisanzio a patriarcato, assegnandogli il primato in onore dopo la Chiesa di Roma.

L'organizzazione della Chiesa cristiana si consolidò in quest'epoca sulla cosiddetta Pentarchia, cioè sul governo dei cinque patriarcati: nell'ordine il Patriarcato di Roma, il Patriarcato di Costantinopoli, il Patriarcato di Alessandria, il Patriarcato di Antiochia e il Patriarcato di Gerusalemme. Nel 451, però, la sede romana rifiutò l'approvazione al XXVIII canone del Concilio di Calcedonia, che equiparava le due sedi di Roma e di Costantinopoli, affermando per la prima volta con decisione il primato papale.

Con la caduta nel 476 dell'Impero d'Occidente si venne a creare un vuoto di potere temporaneamente occupato dal Senato e dall'autorità pontificia, essendo il papa l'unico "funzionario imperiale" rimasto in città.

Il dominio bizantino degli imperatori isapostoli e lo Scisma dei Tre Capitoli

Tra il VI e il VII secolo Roma e la sua diocesi passarono sotto l'autorità dell'Impero bizantino: l'unione venne decretata con la Prammatica Sanzione "sulle richieste di Papa Vigilio". Il dominio bizantino su Roma venne dapprima strutturato in eparchia urbicaria (580), poi, a partire da 582, il Ducato Romano, soggetto all'Esarca bizantino d'Italia.

Attorno al 590 papa Gregorio Magno, oltre a sollecitare l'intervento imperiale contro i Longobardi che minacciavano Roma, riordinò il rito romano e l'annesso canto liturgico: il gregoriano. In questo periodo i latifondi della diocesi romana si estesero su ampie porzioni della Sicilia e della Sardegna bizantine.

In questo periodo i vescovi di Roma dovettero affrontare numerose dispute sia di ordine politico che, soprattutto, religioso con gli Imperatori bizantini che, con la loro autorità di Isapostoli legiferavano di frequente sulle materie religiose: se già alla fine del IV secolo papa Silverio era morto a sull'isola Palmarola prigioniero di Giustiniano I e il successore Vigilio aveva dovuto piegarsi con la forza e la prigionia al monofisismo dell'imperatore, provocando lo Scisma dei Tre Capitoli delle metropolie di Milano e Aquileia, ancora più di un secolo dopo papa Severino, opponendosi al monotelismo imperiale propugnato nell'editto Ekthesis di Eraclio I, subiva la prigionia e il saccheggio del Laterano nel 640, mentre Martino I, dopo aver rifiutato l'approvazione del nuovo editto monotelita typos di Costante II, moriva in esilio a Cherson, sul Mar Nero.

Il periodo del dominio temporale

La nascita del Patrimonio di San Pietro

Carlo Magno incoronato imperatore da Papa Leone III la notte di Natale dell' 800.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Stato Pontificio

Con il progressivo declino del controllo da parte dell'Impero d'Oriente sul territorio di Roma, chiamato Ducato romano, i vescovi dell'Urbe assunsero al ruolo di amministratori del potere temporale. Tale potere venne determinato prima dalla costituzione del Patrimonio di san Pietro, cioè delle proprietà fondiarie della Chiesa romana, poi, nel 728 dalla costituzione del primo nucleo degli Stati della Chiesa, attraverso la donazione di Sutri da parte del Re dei Longobardi Liutprando. Con la definitiva scomparsa del controllo imperiale, la diocesi di Roma estese il proprio potere sull'intero Lazio e su molte altre terre limitrofe grazie alla donazione fatta da Pipino il Breve (Re dei Franchi): con la Promissio Carisiaca il sovrano concedeva il potere su tutti gli territori già appartenuti all'Esarcato d'Italia alla Santa romana Repubblica di Dio. A partire da questo periodo le proprietà della sede romana vennero organizzate in enti territoriali rette dai diaconi della Chiesa romana: i Patrimonia.

Nell'VIII-IX secolo, avvalendosi della falsa Donazione di Costantino e dei complessi intrecci politici con gli Imperatori carolingi, i papi giustificarono e consolidarono il dominio temporale della Santa Sede e al contempo ribadirono le loro aspirazioni al primato universale, divenendo la fonte del potere dei Sacri Romani Imperatori da loro esclusivamente incoronati. La pratica iniziò con la messa di Natale del 25 dicembre 800, quando papa Leone III incoronò Carlo Magno nella basilica vaticana. Fu in questo periodo che i papi iniziarono ad indossare una tiara cinta da una corona, per simboleggiare il potere sullo Stato della Chiesa.

Il saccheggio di San Pietro nell'846 a opera dei Saraceni rese in questo periodo evidente la vulnerabilità del santuario petrino, che sempre più rappresentava, con la tomba del Principe degli Apostoli, il simbolo della supremazia romana. La soluzione fu la costruzione della Città Leonina, quel borgo fortificato che è l'odierna città vaticana, solennemente inaugurata il 27 giugno 852 da Papa Leone IV, che la rese una città fortificata, separata da Roma, con propri magistrati e proprio clero. Iniziava così il secolare confronto a distanza tra la basilica e il clero vaticani, simbolo di un papa di dimensione "imperiale", capo della Chiesa universale, e la cattedrale lateranense con il proprio clero, simbolo del papa vescovo e signore di Roma. La nuova dimensione temporale assunta dalla sede di Roma espose inoltre sempre più i suoi vescovi ai complessi giochi politici in seno al Sacro Romano Impero.

L'introduzione dell'Anno Santo, la Cattività avignonese e lo Scisma d'Occidente

Tiara, composto nella sua forma definitiva durante il periodo avignonese.

Durante il pontificato di Papa Bonifacio VIII le aspirazioni universalistiche dei vescovi di Roma giunsero all'apogeo, con l'enunciazione nella bolla Unam Sanctam che sanciva il principio di supremazia del potere spirituale della Chiesa di Roma su tutti i principi temporali, simboleggiato dalla duplice corona apposta dallo stesso Bonifacio sulla Tiara papale. Nel giugno del 1299 il papa ordinò poi la completa distruzione della città di Palestrina, che perse temporaneamente il titolo di sede suburbicaria. Il 22 febbraio 1300 Bonifacio indisse il primo Anno Santo, con la bolla Antiquorum habet, stabilendone la cadenza secolare. Le aspirazioni del pontefice alla supremazia temporale vennero però stroncate dall'episodio dello Schiaffo di Anagni.

L'aspirazione universalizzante del papato portò tuttavia, come conseguenza immediata per la diocesi romana, il trasferimento della residenza pontificia dal Laterano al Vaticano, che con la presenza della tomba di Pietro, poteva più degnamente ufficializzare l'idea del papa "successore di Pietro e Vicario di Cristo".

Nonostante Papa Clemente V avesse aggiunto una terza corona alla tiara pontificia, per indicare la propria supremazia anche temporale e creando in tal modo il Triregno, per circa settant'anni i vescovi di Roma, pur mantenendo la titolarità della sede, furono sotto il controllo dei Re di Francia, risiedendo ad Avignone, feudo ecclesiastico in Provenza. Tale periodo, noto come Cattività avignonese, portò ad un indebolimento del controllo pontificio su Roma e sulla sua diocesi e poi, dopo il ritorno dei pontefici nell'Urbe, diede luogo a un secolo di scontri tra francesi e antifrancesi per il controllo del Papato. La conseguenza di tale scontro fu un nuovo scisma, durato dal 1378 al 1417, quando venne finalmente ricomposto.

La Riforma protestante e lo Scisma anglicano

La Basilica di San Pietro, ricostruita nelle forme attuali a partire dal XVI secolo.

Sempre più impegnati nell'amministrazione universale della Chiesa cattolica e in quella temporale dei possedimenti della Chiesa, i vescovi di Roma presero a delegare con regolarità, a partire dal XVI secolo l'amministrazione della diocesi romana e della stessa città di Roma a dei Vicari Generali che, per l'invalso uso di detenere al contempo il titolo cardinalizio, divennero presto noti con il nome popolare di cardinali vicari.

Nella stessa epoca, a seguito del fallimento del tentativo di riforma ecclesiastica caratterizzato dal Concilio Lateranense V, nell'Europa settentrionale si diffuse la Riforma protestante, una revisione teologica che, opponendosi non soltanto al primato papale ma anche all'intero sistema clericale, venne dichiarata eretica da Papa Leone X. In seguito alla scomunica di Enrico VIII d'Inghilterra la Chiesa d'Inghilterra si staccò dalla comunione con Roma rifiutando il primato papale e dichiarando il Re d'Inghilterra proprio capo supremo: la mancata concessione del divorzio a Re Enrico VIII provoca lo Scisma anglicano.

Alla fine del Cinquecento i vescovi di Roma si dotarono di una nuova residenza, il Palazzo del Quirinale, posto in posizione più salubre rispetto alla Città Leonina e soprattutto più defilato rispetto ai flussi di pellegrini diretti a San Pietro.

La Controriforma

La reazione della Chiesa di Roma e delle Chiese con lei in comunione fu la un'ampia revisione della struttura della Chiesa cattolica, nota come Controriforma. Tra le altre cose, il Concilio di Trento estese il rito romano nella Chiesa latina, abrogando tutti i riti che avessero un'antichità inferiore ai duecento anni.

Nella seconda metà del XIX secolo il primo concilio ecumenico vaticano sancì il principio dell'infallibilità pontificia.

Dalla fine del potere temporale

Piazza San Pietro e la linea bianca che segna il confine di Stato tra la Città del Vaticano e lo Stato italiano.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Legge delle Guarentigie, Patti lateranensi e Città del Vaticano

La breccia di Porta Pia e la conquista di Roma da parte del Regno d'Italia, nel 1871, è considerata dagli storici come la fine del potere temporale dei Papi, anche se i Pontefici non persero status di personalità giuridica nel diritto internazionale. Nonostante, sin da Papa Pio IX i papi si dichiarino prigionieri politici dello stato sabaudo, il Regno d'Italia garantì l'autonomia e l'inviolabilità vaticana e della Chiesa romana attraverso la legge delle Guarentigie, fino al 1929, quando, con i Patti lateranensi venne costituito lo Stato della Città del Vaticano: uno Stato indipendente soggetto alla sovranità assoluta della Santa Sede, rappresentata dal Papa.

Il particolare rapporto tra l'Italia e il vescovo di Roma è stato trasmesso nel 1946 alla Repubblica Italiana, succeduta alla monarchia sabauda, e rimodulato nel 1984 con l'accordo di Villa Madama, che costituisce il cosiddetto nuovo Concordato, tuttora vigente.

Nel XX secolo la diocesi di Roma ha ospitato quello che è sinora l'ultimo concilio ecumenico: il Concilio Vaticano II.

Cronotassi dei Papi

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Elenco dei Papi

Cronotassi dei Cardinali Vicari

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Cardinale vicario

Statistiche


Note
  1. cfr. Codice di Diritto Canonico, canone 331.
Bibliografia


Voci correlate
Collegamenti esterni