Bibbia
Nel NT solo Lc, tra i sinottici, adopera il termine esplicito di grazia (cbárzls), ma quanto alla sostanza la realtà di questa è presente nella predicazione di Dio, Padre buono, fatta da Gesù e nel suo messaggio del carattere di dono del regno di Dio. Un ruolo centrale cbárzis' svolge nel Corpus paulinum (dove si trovano i due terzi dei 155 passi neotestamentari contenenti questo termine). La grazia è per Paolo la quintessenza dell'azione salvifica escatologico-universale di Dio in Gesù Cristo (Rom 5,15.20s.). Nel «dono, fatto per grazia, dell'unico uomo Gesù Cristo›› (Rom 5,15), in cui Dio «ha dato per noi tutti il proprio Figlio» (Rom 8,52), 1'arnore sollecito di Dio assume la forma di una persona e diventa «g. di Gesù Cristo» (2 Cor 13,13). Secondo Paolo l'effetto più importante dell'opera salvifica soprannaturale di Gesù Cristo è la giustificazione gratuita del peocatore (Rom 5,21-26). In netto contrasto con la giustizia giudaistica delle opere e il suo particolarismo salvifico egli accentua con molta decisione il carattere immeritato e la gratuità assoluta della grazia (Rom 5,24; 11,6), nonché la sua universalità (Rom 4,16; S,15.18). Con la giustificazione gratuita la grazia di Gesù Cristo pone realmente Finizio dei beni salvifici escatologici, che sono la figliolanza divina'_(Rom 8,16s.), la gloria di Dio (Rom 5,2) e la vita eterna (Rom 5,21; 6,25). Al corpo concreto di Cristo, alla chiesa, l'unica grazia di Dio concede vari doni gratuiti (cbarísmata) per il ministero della salvezza (Rom 12; I Cor 12). Nelle lettere deuteropaoline troviamo la sintesi breve: la grazia è l'amore di Dib per noi uomini (If 2,4-9; 721* 3,4-7).
Storia
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