Utente:Quarantena:Olocausto

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Gruppo di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

L'Olocausto era un tipo di sacrificio praticato nell’antichità, specialmente nelle religioni greca ed ebraica, in cui la vittima veniva completamente bruciata. L'ōlāh, istituito da Mosè presso gli Ebrei, era la più completa espressione di questa offerta a Dio e consisteva nel bruciare interamente la vittima sull'altare dopo l'immolazione, senza riservarne alcune parti per usi rituali, e dopo averne versato il sangue attorno all’altare stesso.

La vittima poteva essere il toro o il vitello, l'agnello o il montone, il capretto o il capro, sempre di sesso maschile, e tra gli uccelli, la tortora e il colombo, e doveva restare sull'altare tutta la notte.

Durante il Nazismo

Con il termine Olocausto si indica anche la persecuzione e lo sterminio totale degli Ebrei da parte del regime nazista, definito Shoah. Questo termine ebraico («tempesta devastante», dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11) viene preferito ad olocausto poiché non richiama, l'idea di un sacrificio inevitabile.

Tra il 1933 e il 1945, le persone vittime dell'Olocausto furono fra i 15 e i 17 milioni, di ogni età o sesso, tra cui 4-6 milioni di ebrei; esso trovava le ragioni storico-politiche nel diffuso antisemitismo secolare. Oltre al genocidio degli ebrei d'Europa, sono state sterminate le popolazioni slave delle regioni occupate nell'Europa orientale e nei Balcani, neri, prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, e minoranze etniche come rom, sinti, testimoni di Geova, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici.

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