Efeso

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Efeso
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Efeso sitoarcheologico.jpg
Efeso, sito archeologico (dettaglio)
Altro nome
Nome antico Ἐφεσος, Ephesos
Collocazione storica
Civiltà Greca
Oggetto generico Insediamento
Oggetto specifico Area urbana
Dedicazione
Dedicazione non cristiana
Fondatore Ittiti
Data fondazione XIV secolo a.C.
Architetto
Scopritore
Data scoperta 1869
Datazione
Inizio della costruzione XIV secolo a.C.
Completamento IV secolo
Distruzione
Soppressione
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Preesistenze
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Localizzazione
Stato Turchia
Regione Smirne
Provincia
Comune [[]]
Località o frazione
Diocesi [[]]
Altitudine massima m slm
Altitudine minima m slm
Dimensioni
Superficie m2
Altezza m
Larghezza m
Lunghezza m
Volume m3
Profondità m
Diametro m
Inclinazione °
Primi scavi
Datazione scavi 1869; 1904 - 1905
Organizzazione scavi
Archeologi
Secondi scavi
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Archeologi
Terzi scavi
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Archeologi
Amministrazione
Proprietà
Parte di
Ente
Responsabile
Indirizzo
Telefono
Fax
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web [ sito web ufficiale]
Sito web 2
Informazioni
Note
Coordinate geografiche
37°56′23″N 27°20′27″E / 37.939722, 27.340833 bandiera Turchia
Mappa di localizzazione New: Turchia
Efeso
Efeso
Ankara
Ankara
Istanbul
Istanbul
Dati UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Efeso (in greco Ἐφεσος, Ephesos) fu una delle più grandi città ioniche in Anatolia, situata in Lidia alla foce del fiume Caistro, sulla costa dell'odierna Turchia.

Col tempo Efeso divenne un importante e ricco centro commerciale e dal 129 fu la capitale della provincia romana di Asia.

Tra le rovine, che ne fanno uno dei più noti siti archeologici del Mar Mediterraneo, sono degne di nota quelle del Tempio di Artemide, una delle Sette meraviglie del mondo, della Biblioteca di Celso e del Teatro.

Storia

Fondazione della città e la prima periodo storico

Dagli scritti degli Ittiti del XIV secolo a.C. si trovano informazioni sul regno Akhhiyava, fondato nella zona di Mileto: da queste fonti risulta che una importante città del regno fosse Apasas. La poca distanza di Efeso da Mileto e la somiglianza fra il nome Apasas e il greco Efesos secondo alcuni dimostra che Efeso fu in origine Apasas. I vasi di terracotta trovati nelle tombe del periodo miceneo, considerati i primi elementi della storia di Efeso, sono del XV-XIV secolo a.C., e ciò dimostrerebbe che gli abitanti di Micene avessero rapporti con Apasas. Accanto a queste affermazioni basate sull'archeologia, ci sono le leggende mitologiche: secondo Strabone il nome Efeso deriverebbe da quello di una regina delle Amazzoni, che sarebbero le fondatrici della città.

Nel VII secolo a.C. Efeso, come tutte le città della zona ionica, fu invasa dai Kimmer che non rimasero molto, però distrussero il tempio della dea Cibele venerata da quelle popolazioni che la chiamavano "Gran Madre", le cui caratteristiche erano uguali a quelle della dea greca Artemide (Diana per i Romani). Nel VI secolo a.C. Efeso fu assediata dagli abitanti della Lidia, divenuta uno stato potente con capitale Sardi. Gli Efesini, sicuri della protezione di Cibele, tesero una corda dal tempio fino alla porta della città e si radunarono da una parte senza preoccuparsi dell'attacco di Creso, re di Lidia, che però invase la città. Creso non usò violenza sugli abitanti, anzi li aiutò nella ricostruzione del tempio di Cibele e in una delle colonne utilizzate fece incidere il suo nome. Licenziò poi i suoi soldati mercenari e ritornò a Sardi, ma poco dopo perse la guerra che gli mosse Ciro e fu preso prigioniero. La guerra dei Persiani si estese alle città ioniche ed Efeso finì nelle loro mani. I persiani utilizzarono il porto e le navi di Efeso e imposero tasse gravose.

Rivolta ionica

Le città ioniche, stanche del dominio persiano, si coalizzarono e rivolsero le armi contro i Persiani: la lotta finì nel 494 a.C. con la sconfitta della flotta degli Ioni nel golfo di Mileto, dopo di che distrussero e saccheggiarono Mileto e le altre città ioniche. Nelle guerre peloponnesiache Efeso parteggiò un po' per Atene e un po' per Sparta. Nella guerra contro i Persiani Alessandro Magno entrò in Efeso e fu accolto come un dio, dopo la sua morte, Efeso nel 313 a.C. cadde sotto il dominio di Kyldop in nome dei Macedoni, però gli scontri e le lotte di potere si estesero a tutta l'Anatolia per diversi anni e si alternarono a periodi brevi d'indipendenza, periodi di dominio di Pergamo, della repubblica romana, del regno del Ponto, e con la sconfitta ad opera dei Romani di Mitridate VI, Efeso fu definitivamente sotto Roma.

Efeso all'epoca dell'Impero romano

Marco Antonio dopo la Battaglia di Filippi venne ad Efeso dove fu accolto con feste dionisiache da lui gradite. Quando i suoi rapporti con Ottaviano cominciarono a peggiorare, Antonio mandò il suo esercito in Cilicia e con Cleopatra tornò ad Efeso: le sue navi si unirono a quelle di Cleopatra e ci fu la Battaglia di Azio che sancì la vittoria di Ottaviano e la nascita dell'impero romano. Nel tempo di Ottaviano, chiamato Augusto, Efeso divenne la capitale della provincia romana nell'Asia Minore, sede del prefetto romano e si trasformò in una metropoli centro di commerci con più di 200.000 abitanti. Le rovine rimaste oggi sono quasi tutte del tempo di Augusto. L'imperatore Adriano venne ad Efeso due volte, la seconda nel 129, e si occupò del dragaggio del porto.

Nell'anno 262 una flotta di 200 navi di Goti partita dalla Crimea passò il Bosforo e raggiunse ed invase Efeso dove distrusse, bruciandolo, il Tempio di Artemide considerato una delle Sette Meraviglie del mondo. Già nella prima metà del I secolo si era diffusa la nuova religione cristiana e San Paolo fu ad Efeso nel 53. I fedeli di Artemide, eccitati da un orefice di nome Demetrio, manifestarono contro i cristiani inneggiando alla loro dea e crearono disordini; San Paolo cercò di reagire ma non riuscì ad ottenere alcun risultato e partì per la Macedonia, solo in seguito tornò nella Ionia ma per stabilirsi a Mileto. Dopo l'uccisione a Roma di San Paolo, capo della chiesa di Efeso fu San Giovanni a cui Gesù Cristo aveva affidato Maria, sua madre. Nei verbali del concilio di Efeso del 431 si scrive che Giovanni prese con sé Maria e venne ad Efeso e si stabilì per un certo periodo a Museion, esattamente nel luogoo dove si trova la chiesa della Madonna. S. Giovanni, nonostante l'età avanzata, viaggiò in tutta l'Anatolia per diffondere il cristianesimo, mentre cresceva l'ostilità contro i Cristiani. San Giovanni fu preso, torturato ed esiliato a Patmos dove scrisse l'Apocalisse, tornò poi ad Efeso dove scrisse il Vangelo, morì e fu sepolto, secondo quanto disposto nel suo testamento, dove si trova la chiesa a lui dedicata. Nel 431 si tenne ad Efeso il Concilio su disposizione dell'imperatore Teodosio, per sedare le due fazioni divise sul ruolo della maternità di Maria: la prima sosteneva che Maria era la madre di Gesù Dio e quindi di Dio, l'altra che era madre solo di Gesù uomo. Al concilio parteciparono duecento vescovi, che riconobbero come fondata nella Bibbia e nella nascente Tradizione la maternità divina di Maria.

Trasferimento ad Ayasuluk

Nel IV secolo sulla collina di Ayasuluk si era costruita una basilica, e la popolazione di Efeso cominciò a trasferirsi qui: il porto aveva perduto la sua importanza ed Efeso stava declinando, mentre la collina aumentava di popolazione e d'importanza, favorita anche dalla costruzione della chiesa dedicata a San Giovanni sulla vecchia basilica decisa dall'imperatore Giustiniano. Nel VII e VIII secolo le rive dell'Anatolia furono soggette alle incursioni degli Arabi e fu facile a loro il saccheggio di Efeso, essendo scomparsa l'unità dell'Anatolia. Dopo questi avvenimenti, la difesa si concentrò sulla collina di Ayasuluk, si costruirono nuove mura mentre rimase indifesa la vecchia Efeso. Ayasuluk prosperò, conquistata dai Turchi, che vi costruirono moschee, Venezia e Genova vi aprirono il loro consolato e divenne sede vescovile. Dopo qualche anno Efeso passò sotto il dominio ottomano e venne abbandonata.

Sito archeologico

Scoperta della città

Col passare del tempo la città fu dimenticata del tutto, la costruzione della ferrovia da Istanbul a Bagdad con la stazione di Ayasuluk fu l'occasione per cui si intrapresero i primi scavi nel 1869 alla ricerca del tempio di Artemide, scavi che furono abbandonati, poi ripresi più volte da varie missioni di archeologi europei. Scavi condotti in campagne del 1904-1905 nel basamento del tempio, in uno strato precedente al 560 a.C., hanno portato alla luce il più importante documento monetario, consistente in un cospicuo gruppo di monete globulari in elettro (lega di oro e argento, a basso contenuto d'oro), recanti striature o tipi su di una sola faccia, mentre l'altra (il rovescio) è segnata da un punzone. Siamo probabilmente nel 640-630 a.C., ma l'ipotesi non è da tutti condivisa.

Mura urbiche

La cinta muraria circonda tutta la città. Le mura sono fatte con blocchi di pietra squadrata lunghe due metri ed alte sei, spesso sostenute da piccole torri quadrangolari; la sola torre di fronte al porto è a due piani ed è nota dalla tradizione come "la prigione di San Paolo". L'entrata e l'uscita dalle mura erano assicurate da due porte. Con la pax romana di Augusto, che durò dal I al III secolo, non vi fu più bisogno di difendersi e le mura furono trascurate. Durante il periodo bizantino Efeso perse importanza e divenne povera economicamente, la sua popolazionme diminuì e fu più difficile difendersi dagli attacchi dei nemici con porte che avevano una grande lunghezza: si restrinse allora la cinta con nuove dimensioni più modeste.

Chiesa di San Giovanni e casa di Maria Vergine

Efeso, casa di Maria

Quando gli apostoli dovettero lasciare Gerusalemme, San Giovanni con Maria Vergine, che gli era stata affidata da Gesù, venne ad Efeso. Ucciso San Paolo, san Giovanni diventò capo della Chiesa di Efeso e fece opera di propaganda della fede in tutta la regione. Alla sua morte fu sepolto alle falde dell'altura della rocca di Selgiuk e sulla sua tomba fu eretta una basilica che, durante l'impero di Giustiniano, venne trasferita nel luogo dove ora si trovano i resti della chiesa di san Giovanni. A partire dal VII secolo, a causa delle frequenti aggressioni degli Arabi attorno alla chiesa, vennero erette delle mura, sicché la chiesa fece parte della rocca. Nel XIV secolo la basilica fu occupata e ridotta a moschea; quando nel 1375, fra la basilica e il tempio di Artemide, fu costruita una nuova moschea, la chiesa perse le sue funzioni di culto musulmano e fu completamente trascurata andando in rovina. Gli scavi hanno messo in luce i resti della chiesa, che aveva la pianta a croce, era sormontata da volte a botte, era preceduta da un atrio costruito a terrazze a causa della pendenza del terreno, aveva due cupole sulla volta centrale, due sui bracci laterali e due al centro. Secondo i verbali del concilio di Efeso la Vergine rimase per un breve tempo in locali vicini a quella che fu la chiesa dove si svolse il concilio, poi si trasferì in una casa posta su un'altura oggi chiamata "monte dell'usignolo" e vi rimase secondo la tradizione fino all'anno 46 quando a 64 anni d'età fu assunta in Cielo.
L'ubicazione della casa fu presto dimenticata da tutti, tranne che dagli abitanti di quella piccola zona. Anna Caterina Emmerik, una donna tedesca vissuta dal 1774 al 1824, ammalata da lungo tempo e incapace di camminare, ebbe visioni mistiche e scrisse un libro sulla vita di Maria, indicando fra l'altro il luogo dove la Vergine avrebbe trascorso gli ultimi anni. Un sacerdote francese di nome Gouyet decise di recarsi ad Efeso nel 1881 e, con l'aiuto del vescovo di Smirne Timoni, trovò la casa di Maria, ma nessuno gli credette. Soltanto dieci anni dopo, con le ricerche del frate lazzarista Jung coadiuvato dal direttore del Seminario di Smirne Pouline, si accettò che la rivelazione della Emmerik era esatta. Nel 1967 Papa Paolo VI e nel 1979 Papa Giovanni Paolo II si recarono ad Efeso e pregarono nella casa di Maria, facendo sì che ormai tutto il mondo fosse d'accordo nel ritenerla tale. Anche l'attuale papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Turchia ha visitato Efeso e pregato nella casa di Maria.
La casa è ora una piccola cappella con pianta a croce, a destra dell'altare c'era una camera distrutta in seguito, a sinistra dell'abside una piccola stanza che si pensa sia stata la camera da letto, davanti all'altare il pavimento è di marmo nero e si presume che qui vi fosse il focolare della casa.

Caverna dei sette dormienti

Nei pressi di Efeso si trova una caverna detta dei sette dormienti. Il disaccordo fra i Cristiani e l'imperatore era dovuto prevalentemente alla non accettazione da parte dei Cristiani del culto dell'imperatore. Nella seconda metà del III secolo, secondo la tradizione, sette giovani cristiani si rifiutarono di fare sacrifici al tempio dedicato all'imperatore, fuggirono dalla città e si rifugiarono in una grotta dove si addormentarono e quando si svegliarono si accorsero di avere dormito non solo una notte, ma ben 209 anni, come risultò quando tornarono in città e videro che ormai il Cristianesimo non era più perseguitato. L'imperatore Teodosio, informato del fatto, lo accettò come prova della "resurrezione della carne", fondamento della dottrina cristiana. I giovani vennero poi sepolti alla loro morte in questa caverna e si costruì una chiesa sui loro sepolcri. Negli scavi eseguiti a Efeso si sono trovati i ruderi della chiesa e centinaia di tombe. Sia sui muri della chiesa che sulle tombe del VI secolo ci sono scritte collegate alla vicenda dei sette dormienti, considerati santi, e per diversi secoli i credenti continuarono ad essere sepolti in questo luogo, dove una credenza ritiene sia sepolta anche Maria Maddalena. La leggenda cristiana dei giovani dormienti è ricordata anche nel Corano in una "sura" che viene appunto chiamata "sura della caverna" ed è motivo per i mistici musulmani di numerose interpretazioni.

Monumenti ed edifici principali

  • Porta di Magnesia
  • Ginnasio dell'Est
  • Agorà statale e quello commerciale
  • Basilica
  • Terme di Vario, quelle di Scolastica e quelle bizantine
  • Odeon o "Teatro Piccolo"
  • Teatro Grande
  • Stadio
  • Templi della dea Roma e di Giulio Cesare
  • Tempio di Adriano
  • Tempio di Domiziano
  • Tempio di Serapide
  • Tempio di Artemide
  • Prytaneion
  • Case delle pendici
  • Latrina pubblica
  • Postribolo o casa dell'amore
  • Fontane di Pollio, di Traiano e quella bizantina
  • Galleria con le iscrizioni
  • Ottagono
  • Porta di Adriano, di Mazzeo e di Mitridate
  • Biblioteca di Celso
  • Monumento di Memmio
  • Ginnasi di Vedio, dell'Est, del porto e del Teatro
  • Viale di marmo, la via del Porto e la via dei Cureti
  • Porto
  • Caverna dei sette dormienti

Museo di Efeso

Il Museo, costruito nel 1929 come semplice deposito per gli scavi, visto l'afflusso di visitatori, è stato poi opportunamente ampliato e strutturato e raccoglie le opere trovate negli scavi non in ordine cronologico ma in gruppi secondo il luogo di ritrovamenti. E costituito da 10 saloni:

  1. Reperti delle case
  2. Reperti delle fontane
  3. Nuovi reperti
  4. Numismatica e preziosi
  5. Tesoro di Tulum
  6. Tesoro di Ayasuluk
  7. Giardino
  8. Reperti di tombe
  9. Sala di Artemisia
  10. Sala del culto degli imperatori.
Voci correlate
Collegamenti esterni