Adorazione dei pastori (Giorgione)

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USA Washington NationalGallery Giorgione AdorazionePastori 1505ca.jpg
Giorgione, Adorazione dei pastori (1505 ca.), olio su tavola
Natività Allendale
Opera d'arte
Stato

bandiera Stati Uniti

Stato federale District of Columbia
Regione ecclesiastica [[|]]
Contea
Comune

Washington

Località
Diocesi Washington
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica National Gallery of Art
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza
Luogo di provenienza
Oggetto dipinto
Soggetto Natività di Gesù ed adorazione dei pastori
Datazione 1505 ca.
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Giorgione (Giorgio da Castelfranco)
detto Giorgione

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 90,8 cm; l. 110,5 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
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L'Adorazione dei pastori, detta anche Natività Allendale, è un dipinto, eseguito nel 1505 circa, ad olio su tavola, da Giorgio (o Zorzi) da Castelfranco detto Giorgione (1477 ca. - 1510), conservato nella National Gallery of Art a Washington (USA).

Descrizione

Giorgione, Adorazione dei pastori (part. San Giuseppe e Maria), 1505 ca., olio su tavola

Soggetto

La scena del dipinto, ambienta l'evento della nascita di Gesù nella prima luce del giorno, è divisa in due parti:

  • a destra, la grotta scura situata su un lieve rialzo del terreno, dove compaiono:
    • Gesù Bambino, non è adagiato in una mangiatoia, come descritto nel Vangelo di Luca, ma su un leggero panno steso sul terreno e sovrapposto al lembo del mantello della Madre.
    • Maria e san Giuseppe in ginocchio, contemplano il Bambino in atteggiamento di adorazione e preghiera, creando un'atmosfera di grande intimità.
    • Due pastori sono i primi a riconoscere la divinità di Gesù e s'inginocchiano anch'essi in atteggiamento di adorazione del Bambino; questi, con abiti e atteggiamenti simili a quelli dei pellegrini, sono soltanto due, senza greggi: il loro è un omaggio schivo e silenzioso.
    • Angeli, molto piccoli, appaiono sopra la grotta e sono solo un un accenno ai cori celesti, ma completano l'atmosfera di idillio che regna nella scena.
  • a sinistra, si vede un ampio paesaggio, con alcune scene di vita quotidiana ed elementi che lo caratterizzano: il ruscello d'acqua, la torre di un piccolo borgo, la strada che serpeggia nella campagna, le montagne, ecc.

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

  • A differenza della maggior parte delle Adorazione dei pastori, questa non è ambientata di notte; Giorgione, con il diffondersi e sereno della luce solare sulla campagna, allude alla Grazia che si stende sul mondo con la nascita di Gesù e "rende nuove tutte le cose".
  • La luce rimane impressa sulle vesti lucenti, in particolare quella di san Giuseppe, ora tenue e soffusa. Tipicamente giorgionesca è la predominanza del colore, che determina il volume delle figure, steso in strati sovrapposti senza il confine netto dato dal contorno, che tendono così a fondere soggetti e paesaggio: si tratta degli effetti del tonalismo che ebbe proprio in Giorgione uno dei fondamentali interpreti.
  • Il paesaggio fu ripreso nella Pala di Asolo (1506) da Lorenzo Lotto, per questo l'opera è solitamente datata al 1505 circa, vicino comunque alla Sacra Famiglia, (1500 ca.), dipinto eseguito sempre da Giorgione (conservato nello stesso museo statunitense), della quale riprende alcuni elementi compositivi.

Notizie storico-critiche

L'opera era nella collezione del cardinale francese, Joseph Fesch (1763 - 1839), zio di Napoleone Bonaparte e venne messa all'asta nel 1845, insieme ad altri importanti dipinti tra cui lo Sposalizio di Maria Vergine di Pietro Perugino.

Il dipinto di Giorgione finì prima a Parigi (Francia) e poi in Gran Bretagna, dove entrò nel 1907 nella collezione di Wentworth H. C. Beaumont a Bretton Hall, nello Yorkshire.

Nel 1937 fu nuovamente messa in vendita e acquistata dalla Duveen Brothers, Inc., fu comprata nel 1938 da Samuel H. Kress di New York (Stati Uniti d'America), che nel 1939 ne fece dono alla National Gallery of Art di Washington.

Bibliografia
  • Augusto Gentili, Giorgione, Editore Giunti, Firenze 2001
  • Mauro Lucco, Giorgione, Editore Mondadori-Electa, Milano 2010
  • Alessandra Fregolent, Giorgione. Il genio misterioso della luce e del colore, collona "Art Book", Editore Leonardo Arte, Milano 2001, p. 29
  • Timothy Verdon, La bellezza nella Parola. L'arte a commento delle letture festive. Anno A, Editore San Paolo, Milano 2008, pp. 56 - 59 ISBN 9788821560361
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori-Electa, Milano 2002, p. 81 ISBN 9788843582594
  • Stefano Zuffi, La pittura italiana, Editore Mondadori-Electa, Milano 1997, p. 180 ISBN 9788843559114
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 29 giugno 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.