Canone di Vincenzo di Lérins
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Il canone di Vincenzo di Lérins è una regola formulata da San Vincenzo di Lerino nell'opera Commonitorio.
L'opera fu scritta circa quattro anni prima del Concilio di Efeso (450): di fronte al diffondersi nel suo tempo di insegnamenti cristiani eterodossi (le eresie), il santo propose un criterio per stabilire ciò che dovesse essere considerato rispondente alla fede della Chiesa universale rispetto ad innovazioni e nuove dottrine che rischiavano di alterare e pregiudicare l'integrità della dottrina cristiana ricevuta (la tradizione apostolica conservata autorevolmente nel Nuovo Testamento).
Il canone afferma: "Bisogna soprattutto preoccuparsi perché sia conservato ciò che in ogni luogo, sempre e da tutti è stato creduto", riassunto in latino dall'espressione: "Quod ubique, quod semper, quod ab omnibus".
Insieme alla compatibilità con quanto stabilito dagli antichi Concili ecumenici, Vincenzo lo propose come mezzo per testare ogni novità che nasca in un qualsiasi luogo riguardo ad un aspetto della dottrina cristiana.
Vincenzo mostrò come la sua teoria debba essere intesa in senso relativo e disgiuntivo, non in modo assoluto. Si tratta, cioè, di unire tre criteri in uno: ubique (in ogni luogo), semper (sempre), ab omnibus (da tutti). Il termine antichità non deve essere inteso con un significato relativo, ma nel senso di un unanime consenso relativo all'antichità.
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