Cardinale protettore

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Il cardinale protettore era un porporato incaricato di curare gli interessi particolari di ordini religiosi, istituti, confraternite, chiese particolari, città, regioni e stati. Egli ne prendeva le difese e chiedeva l'aiuto della Santa Sede quando i suoi diritti, proprietà o interessi erano violati o messi in pericolo.

Storia

Nell'antica Roma esisteva un rapporto simile tra il cliente e il suo mecenate. Man mano che il potere della città cresceva, è visibile un'analogia ancora più stretta tra l'istituzione romana e il cardinale protettore della Chiesa. Quasi ogni città di provincia aveva il suo patrono, o procuratore, nella Roma imperiale, di solito un patrizio o un cavaliere romano e tali persone erano tenute in grande considerazione. Cicerone, per esempio, era patrono di Durazzo e di Capua, dove gli fu innalzata una statua dorata. Nel tempo l'ufficio divenne ereditario in alcune famiglie. Svetonio, nella sua Vita di Tiberio, affermava che la Gens Claudia era protettrice della Sicilia e del Peloponneso fin dall'antichità.

Lo Stato della Chiesa l'ha adottata, insieme a molte altre istituzioni imperiali, come un servizio per l'amministrazione esterna. I papi che conferirono questo ufficio e questo titolo cercarono di replicare l'antica usanza romana. La carica era conferita dal pontefice attraverso il segretario di Stato, a volte per designazione spontanea del Santo Padre, a volte su richiesta di coloro che cercavano tale protezione. Il cardinale protettore aveva il diritto di apporre il suo stemma sulla chiesa, o edificio principale, dell'istituto o del palazzo comunale della città in questione.

Il primo a ricoprire tale carica fu il cardinale Ugolino Conti (poi papa Gregorio IX) che, su richiesta di san Francesco d'Assisi, fu nominato protettore dell'Ordine francescano da Innocenzo III e riconfermato in tale ufficio dal successore Onorio III. Ugolino cercò così di difendere il neonato ordine mendicante dagli intrighi dei numerosi oppositori nella curia romana. Anche i successivi pontefici, Alessandro IV e Niccolò III, nominarono dei cardinale protettori per questo Ordine che fu a lungo l'unico che si vantava di avere un cardinale protettore.

Nel XIV secolo le competenze di tale incarico si ampliarono gradualmente. Nel 1370 Gregorio XI intervenne per contenere gli eccessi commessi dal cardinale protettore dei francescani. Martino V vietò al protettore di un ordine religioso l'accettazione di qualsiasi pagamento per la sua protezione, mentre Sisto IV e Giulio II ne definirono nel dettaglio i limiti dell'ufficio. L'istituto del protettorato cardinalizio fu riformato da Innocenzo XII nel 1694 e da Clemente XI nel 1715.[1]

Note
  1. Italia sacra, Edizione 65, p. 282
Voci correlate
Bibliografia