Lingua inglese

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inglese (English)
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Parlato in: USA (215 milioni)
Gran Bretagna (61 milioni)
Canada (18.2 milioni)
Australia (15.5 milioni)
ed altri 49 paesi
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Persone: 541-1.400 milioni
Classifica: 3
Scrittura: alfabeto latino
Tipologia:

SVO isolante - tonica

Filogenesi:

Lingue indoeuropee
 -Germaniche
  -Occidentali
   -Inglese
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Statuto ufficiale
Nazioni: vedi qui
Regolato da:
Codici di classificazione
ISO 639-1 en
ISO 639-2 eng
ISO 639-3 eng  (EN)
SIL ENG  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
All human beings are born free and equal in dignity and rights. They are endowed with reason and conscience and should act towards one another in a spirit of brotherhood.
Il Padre Nostro
All human beings are born free and equal in dignity and rights. They are endowed with reason and conscience and should act towards one another in a spirit of brotherhood.
Traslitterazione
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Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Distribuzione geografica dell'inglese.
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L'inglese (nome nativo English, IPA: ['ɪŋglɪʃ]) è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, assieme all'olandese, all'alto e basso tedesco, al fiammingo e al frisone. Conserva ancora un'evidente parentela col sassone continentale (dialetto del basso tedesco). L'inglese occupa una posizione del tutto particolare, non solo rispetto alle lingue germaniche, ma anche all'interno del gruppo linguistico indoeuropeo: ha talmente semplificato e alterato la propria struttura da avvicinarsi ormai a una lingua isolante piuttosto che ad una lingua flessiva. Dal punto di vista del vocabolario, inoltre, contiene dei termini di origine non germanica, alcuni termini adottati dal francese ed è verosimilmente la lingua più aperta all'ingresso di nuovi vocaboli di origine straniera.

Nel corso del XX secolo l'inglese è divenuto la lingua franca per eccellenza, abbattendo la precedente supremazia del francese che a sua volta aveva sostituito l'italiano ed il latino a fini di comunicazione diplomatica e scientifica. È oggi anche strumento per la comunicazione fra etnie prive di connessioni culturali, scientifiche o politiche.

Si calcola che i parlanti inglese come lingua madre (English as a native language, ENL) siano circa 350 milioni, i parlanti di English as a second language (ESL), cioè accanto alla lingua nazionale o nativa, circa 300 milioni, i parlanti di English as a foreign language (EFL), cioè come una lingua appresa a scuola ma non in uso nel proprio paese, circa 100 milioni. Il numero di coloro che non usano l'inglese come lingua madre supera dunque quello di coloro che lo parlano dalla nascita.

Distribuzione geografica

L'inglese è usato come lingua madre (ufficialmente) nei seguenti paesi:

È impiegato come lingua ufficiale in: Botswana, Camerun, Isole Cook, Figi, Filippine, Gambia, Ghana, Hong Kong, India, Kenya, Kiribati, Lesotho, Malawi, Malta, Mauritius, Namibia, Nauru, Nigeria, Pakistan, Palau, Papua Nuova Guinea, Porto Rico, Samoa Occidentali, Seychelles, Sierra Leone, Singapore, Isole Salomone, Tuvalu, Swaziland, Tanzania, Uganda, Vanuatu, Zambia e Zimbabwe.

L'Inglese si sta affermando di fatto come lo standard per la comunicazione scientifica ad alto e altissimo livello, venendo utilizzato come lingua preferenziale per lo scambio di informazioni tecniche/scientifiche tra persone di lingue madri differenti e soprattutto come lingua obbligatoria per la pubblicazione di contributi nelle principali riviste scientifiche di qualsiasi settore e per le relazioni nei congressi internazionali.

Storia della lingua inglese

Nel suo lungo sviluppo l'inglese si è notevolmente alterato. Convenzionalmente si divide l'evoluzione diacronica della lingua in cinque fasi:

  • Anglosassone (AS)
  • Inglese Antico (AI) o Old English (opera di riferimento, il Beowulf)
  • Medio Inglese (MI) o Middle English (opera di riferimento The Canterbury Tales)
  • Primo Inglese Moderno (PIM) o Early Modern English (opere di riferimento quelle di Shakespeare e Marlowe)
  • Inglese Moderno o Modern English

È possibile estrapolare delle date approssimative tra le molte proposte, e dire che l'AS va dall'invasione della Britannia ad opera di Sassoni, Juti e Angli (V secolo d.C.) fino alla più massiccia e seconda fase di cristianizzazione dell'isola. L'AI prende così il posto dell'AS, anche in virtù della supremazia del dialetto West Saxon su quello anglico, dovuto al rafforzarsi della situazione economica e politica degli stati del sud dell'Inghilterra rispetto a quella del nord (zona dei 5 regni) sino all'invasione normanna.

Il MI si può far terminare intorno all'inizio del XVI secolo.

Il PIM copre un periodo di tempo, che va da Shakespeare sino alla metà del Settecento. L'IM va dal Settecento, con la comparsa di romanzi quali Robinson Crusoe di Defoe, sino ai nostri giorni.

Benché la lingua parlata si sia evoluta in questi secoli (per esempio, in Inglese Moderno la pronuncia di molte parole usate nelle opere di Shakespeare è differente da quella del Primo Inglese Moderno), la sua struttura è rimasta sostanzialmente immutata.

Anglosassone ed Antico inglese

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Antico inglese

Secondo il resoconto del Venerabile Beda, le stirpi germaniche degli Angli, dei Sassoni e degli Juti, partite dallo Jutland e dalla Germania settentrionale e dalla futura Danimarca, si insediarono in quella regione della Britannia che è oggi l'Inghilterra nel 499 d.C. Gli Juti si stabilirono nel Cantium (Kent), gli Angli nell'Anglia orientale, nelle Midlands e in Northumbria, i Sassoni nell'Essex, nel Middlesex e nel Wessex - cioè rispettivamente regno dei Sassoni orientali, di mezzo ed occidentali. Sotto la spinta dei nuovi venuti i Celti in parte si spostarono a ovest (North Walas, West Walas o Galles, Sûth Walas o Cornovaglia).

A partire dal X secolo le atone brevi a, e, o e u tendono a confluire nel suono indistinto schwa [ə] così frequente nell'inglese moderno. L'AI, a differenza dell'IM, possiede una ricca flessione, sia nominale che verbale. I generi sono tre, maschile, femminile e neutro. Come in tedesco, il nome nell'AI presenta quattro casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo.

Medio Inglese (MI)

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Medio inglese

Il Medio inglese, o Middle English, è il nome dato alla lingua storica che ha come origine le diverse forme di inglese parlato nel periodo compreso tra l'invasione normanna e il tardo Rinascimento inglese. Grazie a Geoffrey Chaucer il Medio inglese emerse come una lingua letteraria, soprattutto grazie alla sua più celebre opera, i Canterbury Tales.

Con Giovanni Senzaterra pressoché tutti i possedimenti francesi andarono perduti (tranne le Isole del Canale, ultimo brandello del Ducato di Normandia). A partire dalla Guerra dei Cent'Anni i legami con la Francia, quindi, si affievolirono. Il vecchio proverbio "Jack wold be a gentilman if he cold speke Frensk" cominciò a perdere molto del suo significato. In Inghilterra cominciò a delinearsi un nuovo standard, basato sul dialetto di Londra e delle Home Counties.

Inglese Moderno

L'introduzione della stampa in Inghilterra ad opera di William Caxton nel 1476 contribuì alla fissazione dell'ortografia ma, poiché ebbe luogo prima che si concludesse il Great Vowel Shift, determinò il primo grande divario tra scrittura e pronuncia.
Dopo la nascita della Chiesa d'Inghilterra nacque l'esigenza di una versione inglese della Bibbia. Nel 1611 fu data alle stampe l'Authorized Version. La stampa, la Riforma e l'affermazione del ceto medio ("middle class") ebbero come conseguenza la diffusione di quella che si andava affermando come lingua standard.

L'espansione coloniale dell'Inghilterra diffuse la parlata in vasti territori dell'America del Nord, dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania.
L'indipendenza degli Stati Uniti corrispose alla formazione di una varietà d'inglese, diversa dallo standard britannico, che si sarebbe affermata a livello mondiale nel XX secolo.

Il Grande Spostamento Vocalico (Great Vowel Shift)

Il grande spostamento vocalico o Great Vowel Shift (GVS) è la più importante alterazione fonetica della storia della lingua inglese. Si può affermare che esso portò l'inglese alla sua pronuncia attuale. Il GVS non ebbe luogo nella stessa epoca nelle diverse regioni (in alcune, particolarmente al Nord, è assente nelle parlate locali al giorno d'oggi); si può comunque porre il suo inizio al XV secolo e considerarlo compiuto alla fine del XVI.

Il GVS riguarda le vocali lunghe:

Altri fatti fonetici

Tra i dittonghi [iu] e [ɛu] confluiscono in [ju:] (mute). [ju:] tende a semplificarsi in [u:] dopo l, r, [tʃ] e [dʒ] (rude, chew, June pronunciati come rood, choo, joon).
[au] passa a [ɔ:] (law).

Le spiranti allungano il suono di una a che le preceda: mass [ma:s], bath [ba:θ], staff [sta:f].

La r, peraltro destinata a scomparire dopo vocale, impedisce il GVS introducendo uno schwa: door [doɜ], clear [kliɜ].

Scompaiono i suoni [x] e [ç], tranne in prestiti come lo scozzese loch [lox] o nei grecismi (e.g. chemistry [xemiztri] , . Il gh che li rappresentava perde ogni suono causando l'allungamento della vocale precedente (bright, night) ([briçt] > [brait], [niçt] > [nait]) oppure, specie in fine di parola, diventa [f] (cough). Caso particolare è il pronome di prima persona I, che deriva dall'antico *igh (cfr. tedesco ich), ma nel passaggio dal MI all'Inglese moderno, oltre al GVS subito dalla vocale lunga [i:], ha visto cadere anche nella lingua scritta il digramma gh.

[hw] diventa [w] (tranne che al Nord) ma si mantiene la grafia wh.

[j] tende a fondersi con la consonante precedente: ocean ['o:sjən] > ['o:ʃən], measure ['mɛzjər] > ['mɛʒə], future ['fju:tjur] > ['fju:tʃə], ecc.

Uno dei fatti più importanti è la scomparsa della r postvocalica. Questa è una caratteristica tipica del Sud, assente ancor oggi dai Midlands verso nord e in Scozia. È assente negli Stati Uniti tranne nel New England orientale e nel Sud.

Sostantivo

Il plurale in -s si afferma decisamente. Restano alcune forme con umlaut (foot, feet) e alcuni plurali in nasale (oxen).

Aggettivi

Gli aggettivi sono normalmente invariabili, ma ci sono casi in cui il genere della lingua antica si è preservato, e.g. blond cambia a blonde con sostantivi femminili.

Verbi

Diminuiscono notevolmente i verbi forti (ormai chiamati "irregolari"). All'interno di questa categoria scompare spesso la distinzione tra preterito e participio passato (cling, clung, clung).
Il congiuntivo si riduce fin quasi a scomparire. Nei rari casi in cui è impiegato è indistinguibile dall'indicativo tranne nei casi in cui ha una forma diversa (terza pers. sing. adesinenziale [he do], forma be del verbo essere).

La desinenza della terza persona singolare oscilla fra -(e)th (meridionale) e (e)s (settentrionale). Sarà quest'ultima forma a prevalere.

La forma progressiva (to be ...ing) diventa regolare.

La costruzione to be + participio passato (I am come) diventa molto rara con l'affermazione di to have in questa funzione.

Ci sono quattro tipi di tempi fondamentali:

  • present simple
  • past simple
  • present continuous
  • future

facciamo degli esempi per ogni tipo di tempo

  • present simple: I go to the cinema ("io vado al cinema")
  • past simple: I worked here ("io lavoravo/lavorai qui")
  • present continuos: I'm studying English ("sto studiando inglese")
  • future: I'm going to see the British museum ("andrò a vedere il British museum")

Influenza delle lingue romanze sull'inglese

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Lingue romanze

La lingua germanica delle isole britanniche, per quanto sia difficile parlare di un antico inglese unitario, subì una notevole latinizzazione in quattro fasi principali:

  1. la conquista delle Gallie e di parte della Gran Bretagna da parte di Cesare (55-54 a.C.);
  2. la missione apostolica di San Patrizio (370-461) in Irlanda;
  3. l'arrivo dei monaci al seguito di Agostino di Canterbury (primate della Chiesa anglicana nel 601)
  4. la sconfitta, nel 1066, di Aroldo II, ultimo re anglosassone, da parte di Guglielmo il Conquistatore, pretendente al trono inglese che devastò ed espropriò tutte le terre e i beni del paese che passarono ai vassalli e vescovi normanni a lui fedeli: questo momento terribile, in cui Wulfstan, l'arcivescovo di York volle vedere la fine del mondo ("Repent, for the Day of the Lord is at hand", "Pentitevi, ché il Giorno del Signore è alle porte"), era destinato a cambiare per sempre il volto delle Isole britanniche.

Mutazioni semantiche dei lemmi francesi

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce semantica

Di solito, quando una parola straniera è introdotta in una lingua essa subisce ciò che Baugh e Cable,[1] adattando un termine dalla botanica, chiamano "arrested development". In inglese è possibile trovare molte parole francesi nella "forma" in cui furono importate in Inghilterra nel Medioevo: si confronti en. default con fr. défaut, en. subject con fr. sujet. Dopo un travaso, la pianta non cresce più per un certo periodo, mentre un'altra della stessa età continua a svilupparsi normalmente: le parole francesi, quando non rimaneggiate dagli umanisti nel XVI secolo hanno quindi conservato la "forma" con la quale erano state introdotte nel Medioevo in quanto isolate in un contesto linguistico a loro estraneo.

A differenza della forma, il significato delle parole mutuate del francese (che in Francia rimase sostanzialmente immutato), dovette invece adattarsi nell'inglese a causa della concorrenza di altre parole anglosassoni con il medesimo significato: spesso cambiandolo, o portando all'estinzione del termine. Così, ad esempio, mentre courir non attecchì per la maggiore frequenza di run, le parole che si riferivano alla vita dell'alta società (francofona) ebbero la meglio, come court (fr. moderno cour) e chivalry (senso di cavalleria) ed ancora: per "maiale" esistono due parole diverse: pig è la bestia viva, che diventava pork quando era cucinata dai ricchi normanni (i contadini anglosassoni non potevano permettersi di mangiare molta carne di maiale, però lo allevavano per i proprietari normanni). Ma esistono diverse altre "coppie sinonimiche", in cui il termine corrente è di radice germanica (anglosassone) mentre quello "alto" ha radice latina (francese). Si tratta di un fenomeno tipico della lingua inglese, non certo limitato agli alimenti, ma esteso anche a concetti metafisici, dove l'accezione elevata tende sempre a sviluppare il termine da radici latino-francesi (a differenza, per esempio, di quanto avviene in tedesco). Ne sono esempi: - ox, cow, calf (bue, mucca, vitello); beef, carne di manzo (dal francese boeuf, bue); - weather (tempo atmosferico); time (tempo cronologico, dal francese temp); - freedom (libertà); liberty (l'idea di libertà); - strenght (forza); force (forza in fisica). In altri casi ancora è difficile rinvenire accezioni ben distinte nei due termini sinonimi, quello germanico e quello latino, come accade per esempio con wedding, marriage, matrimony, espousal (matrimonio).

Questo complesso scenario in cui le parole di origine romanza lottano per la sopravvivenza contro quelle anglosassoni, riflette il conflitto ben più drammatico tra civiltà anglosassone e normanna: dopo il distacco politico dell'Inghilterra dalla Francia (XIII sec) il francese perse, però, vigore: spassosa testimonianza ne è il personaggio della Monaca nei Canterbury Tales (I racconti di Canterbury), che parla maccheronicamente provocando l'ilarità della gente.

L'età moderna

Diverse furono le parole eliminate sia nell'anglosassone sia nel franco-normanno, per quanto nel lessico il vantaggio penda nettamente in favore del mondo romanzo per l'influenza esercitata dal prestigio letterario del mondo romanzo e quindi dal Rinascimento. Nell'età elisabettiana si (re) introdussero termini francesi in forma più moderna e molti lemmi italiani prima incogniti (si pensi solo all'influenza delle forme letterarie come il sonetto, la commedia dell'arte, la musica italiana e la tragedia senechiana mutuate su modelli italiani). Il teatro elisabettiano sfruttò tra l'altro la presenza di una folta compagnia di attori e letterati italiani.

L'età contemporanea

Questo processo di trasformazione è ancora in corso al giorno d'oggi: i verbi irregolari, influenzati da quelli di origine romanza, stanno assumendo poco a poco la -ed, per il passato e il participio passato (ad es. burnt > burned e dreamt > dreamed) mentre i genitivi sassoni sono ormai usati nelle forme più semplici: The Oxford Police (in cui Oxford è usato come semplice aggettivo) è molto più frequente di Oxford's Police, e la -m del dativo anglosassone di whom (chi), è ormai assente nella conversazione informale. Tutti fenomeni indicatori del lungo processo che ha avvicinato l'inglese al mondo romanzo più di tutte le altre lingue germaniche, senza tuttavia perdere le qualità fondamentali che da esso la distinguono.

Fonologia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Pronuncia dell'inglese

Vocali

Le vocali dell'inglese variano molto da dialetto a dialetto. Quindi, le vocali si possono trascrivere con vari simboli diversi dipendendo dall'accento.

Monottonghi

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Monottonghi di Received Pronunciation[2]
Anteriore Centrale Posteriore
lunga breve lunga breve lunga breve
Chiusa ɪ ʊ
Media ɛ ɜː ə ɔː
Aperta æ ʌ ɑː ɒ

Template:Col-2

Monottonghi dell'inglese australiano
Anteriore Centrale Posteriore
lunga breve lunga breve lunga breve
Chiusa ɪ ʉː ʊ
Media e ɜː ə ɔ
Aperta æː æ a

I monottonghi del "General American" variano da quelli della Received Pronunciation in alcuni modi:

  1. Le vocali si differenziano più per qualità che lunghezza.
  2. La vocale centrale della parola nurse è roticizzata /ɝ/ o occupa il nucleo sillabico /ɹ̩/.
  3. I parlanti fanno una distinzione tra la rotica /ɚ/ e la non rotica /ə/.
  4. Nessuna distinzione è presente tra /ɒ/ e /ɑː/. Molti parlanti non distinguono neanche /ɔː/.

Le vocali ridotte esistono in alcune sillabe atone. (Altre sillabe contengono vocali pure che alcuni dizionari marcano come accento tonico secondario.) La quantità di distinzioni che esistono varia da dialetto a dialetto. In alcuni dialetti le vocali atone sono vocali centrali, ma sono altrimenti distinte, mentre in Australia e molte varietà dell'inglese americano tutte le vocali atone convergono nello schwa [ə]. Nella Received Pronunciation, esiste una distinta vocale centrale chiusa. Il dizionario OED la trascrive ɪ.

Dittonghi

Dittonghi dell'inglese
RP Australiano Nordamericano
GA Canadese
low /əʊ/ /əʉ/ /oʊ/
loud /aʊ/ /æɔ/ /aʊ/ /aʊ/
lout [əʊ]1
lied /aɪ/ /ɑe/ /aɪ/ /aɪ/
light [əɪ]1
lane /eɪ/ /æɪ/ /eɪ/
loin /ɔɪ/ /oɪ/ /ɔɪ/
leer /ɪə/ /ɪə/ /ɪɚ/³
lair /ɛə/² /eː/ ² /ɛɚ/³
lure /ʊə/² /ʊə/ /ʊɚ/³
  1. In inglese canadese esistono allofoni di /aʊ/ e /aɪ/. Questo fenomeno (chiamato Canadian raising) esiste (specialmente per /aɪ/) in molte varietà dell'inglese americano, notevolmente nel Nordest, così come in alcune varietà dell'Inghilterra orientale. In alcune zone, specialmente nel nordest degli Stati Uniti, /aɪ/) diventa [ʌɪ].
  2. Nella Received Pronunciation, le vocali di lair e lure possono diventare i monottonghi [ɛː] e [oː] rispettivamente.[3] Lo stesso vale anche per l'inglese australiano, specialmente per il primo.
  3. Negli accenti rotici, le vocali di parole come pair, poor e peer si possono analizzare come dittonghi, anche se alcune descrizione le considerano vocali con la /r/ in posizione coda sillabica.[4]

Consonanti

La tabella seguente contiene i fonemi consonanti presenti nella maggior parte delle varietà inglesi. Dove i consonanti appaiono a coppie, quella a destra rappresenta una consonante sonora, mentre quella a sinistra è sorda.

Fonemi consonanti dell'inglese
  Bilabiale Labio-
dentale
Dentale Alveolare Post-
alveolare
2
Palatale Velare Glottale
Nasale1 m n ŋ
Occlusiva p  b t  d k  ɡ
Affricata tʃ  dʒ
Fricativa f  v θ  ð s  z ʃ  ʒ (x)3 h
Approssimante ɹ1, 2, 5 j w4
Laterale l1, 6
  1. Consonanti nasali e liquide possono costituire nucleo sillabico in posizione atona, anche se può essere analizzato come /əC/.
  2. Consonanti postalveolari vengono normalmente labializzate (e.g., [ʃʷ]), così come /r/. Questo fenomeno si trascriva raramente.
  3. La fricativa velare sorda /x/ si trova solo in alcune varietà, come l'inglese scozzese. In altre varietà, questo fono viene sostituito da /k/.
  4. La sequenza /hw/, l'approssimante labiovelare sorda [hw̥], è talvolta considerata un fonema distinto. Per molti parlanti, parole che contengono questa sequenza oggi si pronunciano con /w/; il fonema /hw/ è ancora presente, per esempio, nella maggior parte del sud degli Stati Uniti e in Scozia.
  5. Dipendendo dall'accento, /r/ può essere un'alveolare [ɹ], un'approssimante postalveolare, o un'approssimante labiodentale.
  6. Molte varietà hanno due allofoni di /l/, la L "chiara" e "scura" o velarizzata. In alcune varietà, la /l/ può essere sempre l'una o sempre l'altra.
/p/ pit /b/ bit
/t/ tin /d/ din
/k/ cut /ɡ/ gut
/tʃ/ cheap /dʒ/ jeep
/f/ fat /v/ vat
/θ/ thin /ð/ then
/s/ sap /z/ zap
/ʃ/ she /ʒ/ measure
/x/ loch
/w/ we /m/ map
/l/ left /n/ nap
/ɹ/ run (anche /r/, /ɻ/) /j/ yes
/h/ ham /ŋ/ bang

Grammatica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Grammatica inglese

La grammatica inglese esibisce una quantità minima di inflessione rispetto ad altre lingue indoeuropee. Per esempio, l'inglese contemporaneo, diverso dal tedesco, il nederlandese e le lingue romanze, manca di genere grammaticale e concordanza aggettivale. I casi sono quasi tutti scomparsi e sopravvivono soprattutto nei pronomi. La distinzione tra verbi forti (a volte chiamati "irregolari" per es. speak/spoke/spoken) e quelli deboli (chiamati "regolari" per es. call/called/called) di origini germaniche è diminuita nell'inglese contemporaneo, e le inflessioni (per es. plurali irregolari) sono diventate più regolari.

Parallelamente, la lingua inglese è diventata più analitica, e l'uso di verbi modali e l'ordine delle parole per comunicare significati diversi è diventato più importante. Verbi ausiliari segnalano le domande, la negatività, la polarità, la voce passiva e i tempi progressivi.

Dialetti e varietà regionali

La Received Pronunciation

L'accento britannico noto come "Received Pronunciation" ha le seguenti caratteristiche:

  • È una pronuncia non-rotica, cioè la r non è mai pronunciata dopo una vocale a meno che non segua un'altra vocale (anche iniziale di una parola successiva).
  • La l è velarizzata in fine di sillaba (mill [mɪɫ]), chiara in tutte le altre posizioni.
  • Non c'è distinzione tra w e wh [w].
  • La o lunga (mode) si pronuncia come uno schwa seguito da /ʊ/, [əʊ].
  • La u breve (but), trascritta tradizionalmente con /ʌ/, ha un suono molto chiuso, praticamente [a~ɐ].

Altre varietà britanniche

La pronuncia dialettale settentrionale (dallo Staffordshire, Leicestershire e Lincolnshire verso nord) è caratterizzata dai seguenti fatti fonetici.

Nel Sud

  • Il gruppo path, grass, ecc. si pronuncia [pɑːθ], [grɑːs], ecc.
  • h generalmente non è pronunciata.
  • I dialetti occidentali (Dorset, Somerset, Devon) sono rotici e conservano la desinenza -eth alla terza persona sing. dei verbi.
  • Nei dialetti orientali (Kent, Dorset) le fricative sorde in inizio di parola sono sonorizzate: farm [vaːm], sea [ziː].
  • A Londra e nelle Home Counties [ei] tende a diventare [ai] o [a:]: they [vai].

L'inglese d'Irlanda (Hiberno English)

L'Irlanda si può suddividere, dal punto di vista linguistico in tre aree:

  • La costa orientale, con Dublino al centro, in cui l'inglese si è affermato già nel XVII secolo. L'inglese parlato in questa regione, denominato English Pale, conserva molti dei tratti portati nell'isola dai coloni inglesi.
  • Il Gaeltacht, la frangia occidentale in cui il gaelico irlandese è ancora nell'uso quotidiano.
  • Tra le due si trova l'area centrale, in cui l'inglese si è affermato tra il XVII e il XX secolo.

L'inglese parlato in Irlanda, specialmente il Pale, ha subito poche variazioni a livello di pronuncia mantenendosi per alcuni aspetti molto conservativo. Perfino al giorno d'oggi l'influsso dello standard britannico non si fa sentire molto fuori di Dublino.

A livello fonetico l'inglese d'Irlanda è caratterizzato dai seguenti fenomeni:

  • I dittonghi [aɪ] e [ɔɪ] tendono a confondersi, e si realizzano, a seconda della regione, come [ɜi] o [ai].
  • I dittonghi [eɪ] e [əʊ] si presentano come [eː] e [o:]: face [feːs], load [loːd].
  • La [iː] derivata da [ɛː] si presenta come [eː]: meat [meːt].
  • La r si pronuncia sempre.
  • La l è sempre chiara, mai velarizzata.
  • [θ] tende a diventare [t] e [ð] [d]. Non si distinguono parole come thorn e torn, then e den.
  • [s] e [z] davanti a consonante vengono spesso realizzate come "sh" [ʃ] e "zh" [ʒ], specialmente al sud. Fist si legge "fisht".

Nel lessico si riscontrano termini peculiari di origine gaelica, p.es. slean, vanga.

Il termine Hiberno deriva dal nome latino dell'isola, Hibernia, da Hibernus, "inverno", ovvero "terra dove è sempre inverno".

L'inglese americano

L'inglese americano è un insieme di varianti della lingua inglese parlate negli Stati Uniti d'America. Circa i due terzi dei madrelingua inglesi vivono negli Stati Uniti. L'accento più neutrale dell'inglese americano si chiama General American. Si basa sugli accenti del Midwest e ha le seguenti caratteristiche:

  • È una pronuncia rotica, cioè la /r/ si pronuncia in tutte le posizioni. Per alcuni parlanti, la /r/ si realizza come l'approssimante retroflessa, [ɻ], invece del fono tipico inglese, l'approssimante alveolare, [ɹ].
  • Le sequenze /ər/ (butter) e /ɜr/ (bird) hanno come realizzazione vocali rotacizzate indicate con i simboli [ɚ] e [ɝ], rispettivamente.
  • Il father-bother merger è prevalente; i fonemi /ɑː/ e /ɒ/ hanno tutti e due la realizzazione [ɑ].
  • Alcuni accenti subiscono il caught-cot merger dove i fonemi /ɑ/ e /ɔː/ hanno la stessa realizzazione: [ɑ].
  • La presenza del tapping dei fonemi /t/ e /d/ in posizione intervocalica rende la realizzazione di entrambi fonemi uguale: [ɾ], una singola vibrazione della r italiana. Per esempio, butter [ˈbʌɾɚ].
  • La l è velarizzata in fine di sillaba (mill [mɪɫ]).

Per ascoltare e paragonare come si pronunciano le stesse parole nei vari accenti regionali e internazionali dell'inglese, si può consultare la pagina Sound Comparisons dell'Università di Edimburgo.

Vocabolario

Nel corso dei secoli, il vocabolario inglese è cambiato in modo considerevole.[5]

Come in molte lingue indoeuropee, molte delle parole più comuni hanno origine nel protoindoeuropeo (PIE) tramite la lingua germanica. Tali parole includono i pronomi come I ("io"), dall'inglese antico ic, (cf. ich tedesco, ik gotico, ego latino, ego greco, aham sanscrito), me (cf. mich, mir tedesco, mik, mīs gotico, me latino, eme greco, mam sanscrito), i numeri (e.g. one ("uno"), two ("due"), three ("tre"), cf. een, twee, drie nederlandesi, ains, twai, threis (þreis) gotici, unus, duo, tres latini, oinos "ace (on dice)", duo, treis greci), relazioni famigliari come mother ("madre"), father ("padre"), brother ("fratello"), sister ("sorella"), ecc. (cf. moeder nederlandese, meter greco, mater latino, matṛ sanscrito; che vogliono dire madre), i nomi degli animali (cf. Maus tedesco, muis nederlandese, mus sanscrito, mys greco, mus latino; mouse, "topo"), e molti verbi comuni (cf. knājan dell'alto tedesco antico, knā del norreno, gignōmi del greco, gnoscere del latino, kanes dell'ittita; to know, "sapere, conoscere").

Le parole di origini germaniche (generalmente le parole provenienti dall'antico inglese o dal norreno) tendono ad essere più brevi delle parole di origini latine, a essere più comuni nell'inglese parlato, e comprendono quasi tutti i pronomi, le preposizioni, le congiunzioni, i verbi modali, ecc. che formano la base della sintassi e grammatica inglese. La brevità delle parole germaniche è dovuta alla sincope nel medio inglese (per es., hēafod antico inglese > inglese moderno head, sāwol antico inglese > inglese moderno soul) e la perdita delle sillabe finali dovuta all'accento tonico (eg. gamen ant. inglese > game inglese moderno, ǣrende ant. inglese > errand inglese moderno), dunque non suggerisce che le parole germaniche siano inerentemente più corte di quelle latine. Le parole più lunghe e di alto registro dell'antico inglese furono dimenticate dopo la sottomissione dell'inglese dopo la conquista normanna, e la maggior parte del lessico dell'antico inglese dedicato alla letteratura, le arti e le scienze smise di essere produttiva quando cadde in disuso. Spesso si ritiene che le parole di origine latina siano più eleganti o erudite; tuttavia, l'uso eccessivo di tali parole è spesso considerato pretenzioso, o come un tentativo di rendere meno chiaro il discorso.

Quindi, i parlanti dell'inglese possono scegliere tra sinonimi di origini germaniche e altri di origini latine: come e arrive ("arrivare"); sight e vision ("visione, vista"); freedom e liberty ("libertà"). In alcuni casi, capita la scelta tra una parola germanica (oversee), una latina (supervise), e un'altra di origine francese (survey) che deriva essenzialmente dalla stessa parola latina. Esistono anche parole provenienti dal normanno (warranty, "garanzia") e dal francese (guarantee, sempre "garanzia"). In più, esistono sinonimi di origini diverse e multiple: sick (antico inglese), ill (norreno), infirm (francese), afflicted (latino) che vogliono dire "ammalato". Tali sinonimi introducono una varietà di sinonimi diversi che permettono ai parlanti di esprimere sfumature diverse e precise. Una buona conoscenza delle etimologie di tali sinonimi può dare ai parlanti dell'inglese controllo sul proprio registro.

Origini delle parole

A causa delle influenze francesi-normanne, è possibile, in un certo senso, dividere il vocabolario in parole di origine germanica e di origine latina. Quelle latine derivano o direttamente dal latino o dal franco-normanno.

La maggioranza (l'83%) delle 1.000 parole inglesi più comuni, e la totalità 100 più comuni, ha origini germaniche.[6] Al contrario, la maggioranza delle parole dotte che descrivono materie come le scienze, la filosofia, la matematica, ecc. ha origini latine o greche. Una buona parte del vocabolario di astronomia, matematica e chimica ha origini arabe.

Nel 1973, in Ordered Profusion di Thomas Finkenstaedt e Dieter Wolff[7], fu pubblicata un'indagine condotta su quasi 80.000 parole del dizionario Shorter Oxford Dictionary (3ᵃ ed.) che stimava per le parole le seguenti origini:

Influenze sul vocabolario inglese

Un'indagine fatta da Joseph M. Williams in Origins of the English Language di 10.000 parole prese da migliaia di lettere commerciali ha calcolato le seguenti percentuali[8]:

Origini nederlandesi e basso-tedesche

Molti vocaboli riguardanti la marina militare, le navi, e altri oggetti e attività dell'ambiente marino hanno origini olandesi. Esempi includono yacht (jacht), skipper (schipper) e cruiser (kruiser, "incrociatore"). Altre parole si riferiscono alle arti o alla vita quotidiana: easel (ezel, "cavalletto"), etch (etsen, "incidere"), slim (slim, "snello"), e slip (slippen, scivolare).

Tra le parole derivate dal basso-tedesco vi sono trade (trade, "mestiere"), smuggle (smuggeln, "contrabbandare"), e dollar (daler/thaler, "dollaro").

Origini francesi-normanne

Una grande quantità di vocaboli di origini francesi entrarono nella lingua inglese tramite l'anglo-normanno parlato dai nobili inglesi nei secoli dopo la conquista normanna. Tra le parole di origini francesi vi sono: competition, mountain, art, table, publicity, police, role, routine, machine, force e migliaia di altre. Tali parole vennero generalmente anglicizzate per accordarle alle regole di fonetica, pronuncia e ortografia inglese, con alcune eccezioni (per es., façade, "facciata"; affaire de cœur "relazione amorosa"; e coup d'état "colpo di stato").

Testi biblici in inglese

Note

  1. Baugh, A. e Cable, Th. A History of the English Language. London, Routledge & Kegan Paul, 1978.
  2. RoachINSERIRE UN CAMPO NUMERICO ANNOop. cit.
  3. RoachINSERIRE UN CAMPO NUMERICO ANNOop. cit.
  4. Wells, Accents of English, Cambridge University Press
  5. For the processes and triggers of English vocabulary changes cf. English and General Historical Lexicology (by Joachim Grzega and Marion Schöner)
  6. Old English Online
  7. Thomas Finkenstaedt, Dieter Wolff, Ordered profusion; studies in dictionaries and the English lexicon, C. Winter, 1973
  8. Joseph M. Willams, Origins of the English Language at Amazon.com

Bibliografia

  • (EN) Bryan Garner, Dictionary of Modern Legal Usage, Oxford, Oxford University Press.
  • Maria Fraddosio, ELS: English for Law Students, Napoli, Edizioni Giuridiche Simone, 2004.
  • Barbieri G. - Codeluppi L., How to Tackle Readings in Business and Economics , Milano, LED Edizioni Universitarie, 1993, ISBN 88-7916-033-8
  • Derouaux A.C., Guidebook to Translating from Italian into English, Milano, LED Edizioni Universitarie, 1991, ISBN 88-7916-001-X
  • Roach, Peter, British English: Received Pronunciation, in "Journal of the International Phonetic Association", nº 2, vol. 34, 2004, pp. 239–245, DOI:10.1017/S0025100304001768

Voci correlate

Collegamenti esterni

Altre varieanti e dialetti dell'inglese

Dizionari

Pronuncia

Fonti