Croce in montagna (Caspar David Friedrich)
Caspar David Friedrich, Croce in montagna (1808), olio su tela | |
Pala di Tetschen | |
Opera d'arte | |
Stato | Germania |
Regione | Sassonia |
Regione ecclesiastica | [[|]] |
Provincia | Dresda |
Comune | Dresda |
Diocesi | Dresda-Meissen |
Ubicazione specifica | Gemäldegalerie |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Tetschen (Děčín, Repubblica Ceca) |
Luogo di provenienza | Castello, cappella |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Croce in montagna |
Datazione | 1808 |
Ambito culturale | |
Autore |
Caspar David Friedrich detto Rembrandt |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 115 cm; l. 110 cm |
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La Croce in montagna è una pala d'altare, realizzata nel 1808, ad olio su tela, da Caspar David Friedrich (1774 - 1840), proveniente dalla cappella del Castello di Tetschen (ora Děčín, nella Repubblica Ceca) ed attualmente conservata presso la Gemäldegalerie di Dresda (Germania).
Descrizione
Soggetto ed ambientazione
La scena è ambientata davanti ad un cielo al crepuscolo, che si intravvede dietro la montagna e che offre una luce strana, incerta, su cui spiccano i tre raggi luminosi, che apparentemente sono quelli del sole al tramonto, ma che sembrano come dei fari, provenienti da una fonte nascosta e misteriosa.
Nel dipinto compare, in controluce:
- Gesù Cristo crocifisso s'innalza, fra alti abeti, su un brullo picco roccioso dalla dalla sagoma piramidale: questa immagine vuole richiamare quelle croci che spesso capita di trovare sulla cima di una montagna.
Cornice
L'opera è inserita nella cornice originale, che fu eseguita ad intaglio dallo scultore tedesco Karl Gottlob Kühn (1754 - 1840), su disegno di Friedrich, e negli elementi simbolici che presenta riprende il significato del dipinto, come il grano e l'uva, metafore del pane e del vino, il corpo e il sangue di Gesù.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La pala è un'opera suggestiva ed originale, poiché in essa Friedrich supera la tradizionale iconografia della Crocifissione, sostituendola con il paesaggio, ma un paesaggio mistico, carico di spiritualità sacra, in cui si avvicina particolarmente al pensiero del filosofo tedesco Friedrich Schelling (1775 - 1854), il quale affermava che la natura stessa è manifestazione dell'assoluto.
- Il dipinto trasmette un sentimento di estatica quiete, quasi irreale. Lo spettatore si trova come sospeso, immerso nel silenzio e di fronte alla spettacolare epifania della natura: questa impressione è dovuta alla scelta del pittore di eliminare il primo piano ed i motivi introduttivi, ponendo lo spettatore direttamente davanti allo spazio immenso del cielo.
- L'opera presenta una scena di valore allegorico (la presenza di Dio nella vita degli uomini), che si rivela negli elementi del paesaggio:
- la croce, che riceve i raggi del sole, rinvia alla resurrezione, ed è indicata come lo strumento con cui la divinità, che sfugge alla conoscenza umana, diventa un'esperienza tangibile;
- la terra, immersa nella notte, rappresenta la dimensione terrena e la morte;
- la roccia, sormontata dalla croce, rinvia alla saldezza della fede cristiana;
- l'abete, essendo una pianta sempreverde, è simbolo della speranza del cristiano.
Notizie storico-critiche
La pala d'altare venne commissionata a Caspar David Friedrich dal conte Franz Von Thun-Hoenstein per la sua cappella nel Castello di Tetschen, in Boemia.
Nel 1808 l'artista espose all'Accademia di Dresda un disegno a seppia (oggi scomparso) con tema e composizione simili a quest'opera, ripresi successivamente anche in un bozzetto ora conservato a Berlino. Secondo lo scrittore prussiano Rühle von Lilienstern (1780 - 1847), la contessa Maria Theresia Bruhl volle acquistare il disegno ed il marito, il conte Thun-Hoenstein, incaricò il pittore di eseguire la composizione ad olio su tela ed in dimensioni maggiori.
Nel Natale del 1808, nel suo studio, Friedrich presentò il dipinto al pubblico, attirandosi aspre critiche per non aver rispettato l'iconografia religiosa tradizionale e aver usato un paesaggio come immagine sacra, ma la disputa che ne derivò portò grande notorietà al pittore.
Il dipinto, collocato nel Castello di Tetschen, vi rimase fino al 1921, quando venne venduto e dopo varie vicende è pervenuto alla Gemäldegalerie di Dresda.
Bibliografia | |
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