Festa della Madonna di San Giovanni (Ripatransone)
Festa della Madonna di San Giovanni (Ripatransone) | |
Il "Cavallo di Fuoco" acceso | |
Festa patronale Rievocazione storica | |
Festa diocesana | |
Commemorazione celebrata | Madonna di San Giovanni, patrona della città e della diocesi |
Chiamata anche | Festa del Cavallo di Fuoco |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Ascoli Piceno |
Comune | Ripatransone |
Luogo specifico | Concattedrale di San Gregorio Magno, Piazza Mazzini, vie del centro storico |
Diocesi | San Benedetto-Montalto-Ripatransone |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Domenica in Albis (seconda Domenica di Pasqua) |
Data d'istituzione | 1682 |
Organizzata da | Confraternita della Madonna di San Giovanni |
Tradizioni religiose | celebrazione eucaristica, processione |
Tradizioni folcloristiche | spettacolo pirotecnico |
Collegamenti esterni Sito web | |
La Festa della Madonna di San Giovanni, detta anche Festa del Cavallo di Fuoco (in dialetto, lu Cavalla dë fuoca), è una rievocazione storica che si svolge annualmente a Ripatransone (Ascoli Piceno), nella Domenica in Albis (seconda Domenica di Pasqua), ultimo giorno dell'Ottava di Pasqua, per celebrare la Madonna di San Giovanni, patrona della città e della diocesi.
Storia
Il 10 maggio 1682 (Domenica in Albis), la Madonna di San Giovanni venne incoronata patrona della città e della diocesi. Per celebrare questo evento venne chiamato un esperto fuochista, il quale, dopo aver concluso il suo lavoro, con tutto ciò che gli rimaneva, improvvisò uno spettacolo in sella al suo cavallo[1]; la gente radunata nella piazza si entusiasmò a tal punto che seguì un intenso applauso. L’anno seguente alcuni cittadini, memori di ciò che era avvenuto, rievocarono l'evento: nacque così questa tradizione ripana.
Fino al XVIII secolo, si continuò a rievocare il Cavallo di Fuoco con un animale vero. In seguito venne costruito un modello in legno sorretto sulle spalle da un uomo robusto, poiché pesava all'incirca 65 chili.
Il cavallo venne portato "a capezza" (come si dice in dialetto), fino al 1932, anno in cui venne costruito il primo modello in legno su due ruote, con la girandola (o girella), da cui scaturivano i fuochi artificiali più affascinanti.
Il modello ligneo fu utilizzato fino al 1994, quando venne costruito quello in lamiera: questo pesa 2,5 quintali, è lungo 3 metri e alto 2,50 metri, e genera fuochi più spettacolari del precedente.
Descrizione
La Domenica in Albis si articola in tempi e modalità distinti, scanditi dalla tradizione:
- ore 11.00: Santa Messa presieduta dal Vescovo nella Concattedrale di San Gregorio Magno (XVI secolo).
- ore 12.00: il Cavallo di Fuoco "esce" per la prima volta dalla sua rimessa e, accompagnato dalla banda musicale cittadina, giunge sul sagrato della Concattedrale, dove riceve dal Vescovo la solenne benedizione.
- ore 19.00: processione con Statua della Madonna di San Giovanni, che prende avvio dalla Concattedrale per ritornare con il simulacro nella cappella (situata all'interno del Duomo), dove vengono cantate le Litanie Lauretane.
- ore 21.00: il Cavallo di Fuoco esce nuovamente dalla sua dalla rimessa, situata sotto all’ex Seminario diocesano, attesto e seguito da molti giovani che cantano cori per "propiziare" l’avvento del cavallo. Esso percorre alcune vie del centro storico fino piazza Cellini, dove incontra la banda musicale, insieme alla quale giunge in Piazza Matteotti, dove il Cavallo compie un "giro di ricognizione".
- ore 21.30: viene spenta l’illuminazione pubblica, e si procede all'accensione della miccia del Cavallo di Fuoco che aziona il meccanismo pirotecnico, dando avvio ai fuochi d'artificio in onore della Madonna di San Giovanni. Lo spettacolo dura circa 30 minuti; una volta terminato, il Cavallo viene riportato fino alla sua rimessa.
Riconoscimenti
Il Ministero per il Turismo ha premiato questa manifestazione con il riconoscimento di Patrimonio d'Italia per la tradizione.
Patrimonio d'Italia per la tradizione 2011
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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