Festa di San Pardo (Larino)
Festa di San Pardo (Larino) | |
Busto di San Pardo, argento | |
Festa patronale Sacra rappresentazione | |
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Festa locale | |
Commemorazione celebrata | San Pardo, patrono della città |
Chiamata anche | La Carrese |
Stato | Italia |
Regione | Molise |
Provincia | Campobasso |
Comune | Larino |
Luogo specifico | Vie e piazze del centro storico, Concattedrale di Santa Maria Assunta e San Pardo |
Diocesi | Termoli-Larino |
Periodo | Primavera |
Data inizio | 24 maggio |
Data fine | 27 maggio |
Data d'istituzione | 842 |
Organizzata da | Pia Associazione dei Carrieri di San Pardo |
Tradizioni religiose | Processioni, benedizione dei buoi, celebrazioni eucaristiche |
Tradizioni folcloristiche | Allestimento dei Carri |
Tradizioni culinarie | Scamorze passite |
Collegamenti esterni Sito web Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia | |
La Festa di San Pardo (detta anche La Carrese) si svolge, ogni anno, a Larino (Campobasso), dal 24 al 27 maggio, in onore di san Pardo (VII secolo), vescovo e patrono della città.
Storia
Il vescovo di Larino, mons. Giovanni Andrea Tria (1726 - 1740), nelle sue Memorie storiche della città e Diocesi di Larino (1744), afferma che in ricordo della traslazione a Larino delle spoglie mortali di San Pardo, avvenuta nell’anno 842, gli abitanti della città frentana
« | Con pia emulazione nel giorno della sua vigilia (il 25 maggio) fanno la corsa di buoi con carri. » |
Lo scritto, dunque, attesta che almeno fino alla metà del XVIII secolo, la corsa dei carri trainati da buoi, proprio quella che oggi si effettua in quattro centri appartenenti all’antica Diocesi di Larino, ossia a Chieuti, San Martino in Pensilis ed Ururi, si svolgeva anche a Larino.
La scomparsa della corsa avvenne, probabilmente, verso la metà dell’XIX secolo, infatti Alessandro Dumas padre che descrive la festa in un suo romanzo non nè fa alcuna menzione [1], mentre continuò la sfilata dei carri del 26 maggio, nel 1872, si aggiunsero anche quelle del 26 e 27 dello stesso mese.
Descrizione
La festa patronale si articola in momenti celebrativi e devozionali precisi, scanditi dalla tradizione:
24 maggio
Nel giorno prima della festa patronale viene impartita dal parroco della città la Benedizione dei buoi presso la Fonte di San Pardo. Successivamente, la carovana completa il rituale giro processionale nel centro storico per "salutare" il Santo patrono collocato nella Concattedrale.
25 maggio
Il 25 maggio, poco prima del tramonto, san Pardo "manda" simbolicamente un "invito" (croce processionale seguita, di solito, da un sacerdote e da un ristretto numero di fedeli), a tutti i Santi venerati nelle varie chiese cittadine, perché essi prendano parte alla sua festa.
Le statue raggiungono la Concattedrale di Santa Maria Assunta e San Pardo, dove vengono sistemati lungo le navate laterali, per "far compagnia" a san Pardo ed esser pronti a partecipare alla processione in suo onore nel giorno seguente. Manca, però, l’ultimo simulacro, quello di San Primiano, compatrono della città, che viene prelevato in una forma molto più solenne.
Sono oltre 120 carri, dalla foggia trionfale o dal formato a capanna, trainati da buoi, artisticamente addobbati e ricoperti di fiori che, subito dopo il tramonto, si avviano lentamente dal centro storico medioevale verso la parte alta dell’antico capoluogo frentano, e precisamente nel sito dove, sotto l’imperatore romano Diocleziano, furono martirizzati san Primiano, san Firmiano e san Casto. In questo luogo, sui resti di una basilica paleocristiana e del celebre Monastero benedettino di San Primiano, dall’inzio del XVIII secolo, sorge una piccola chiesa dedicata al Santo compatrono, intorno al quale, nel 1830 circa, venne costruito il Cimitero civico.
La Statua di san Primiano viene prelevata da questa chiesae collocata sull’ultimo dei carri in corteo, quello più antico. È, ormai notte ed è anche il momento culminante dell’intera manifestazione in cui "domina" in assoluto l’immagine del Compatrono. I carri, illuminati da migliaia di fiaccole, poste ai due lati del corteo, ritornano nel sagrato del Duomo per collocare al suo interno il Simulacro di San Primiano.
26 maggio
Il 26 maggio viene ricordato l’arrivo in città delle reliquie e la proclamazione di San Pardo a patrono principale di Larino e della Diocesi. Nella parte centrale della giornata, la sfilata dei carri, con la processione dei Santi, si snoda per le vie del centro storico, per oltre tre ore.
27 maggio
Il 27 maggio si tiene la fase conclusiva della festa, che consiste nel riportare, sempre in forma solenne, la Statua di San Primiano nella sua abituale dimora.
I carri partono dal centro storico, intorno alle 12.00 per ritornarne nel tardo pomeriggio. In questo giorno, il Simulacro di San Pardo riaccompagna tutti i Santi "invitati" che, verso sera, tornano nelle chiese, da dove erano stati prelevati due giorni prima.
Durante le processioni, si esegue ancora La Carrese, una forma di canto monodico di tradizione orale, definita anche con i termini di laudata e carrera. Il canto, di profondo contenuto teologico, le cui origini sono molto antiche, è una lode a Dio padre, alla Madonna, a San Pardo e a San Primiano in particolare, ma anche ad altri Santi venerati nel Basso Molise.
Carro agricolo
Elemento centrale della Festa di San Pardo è il carro agricolo, che in epoca passata veniva quotidianamente impiegato dai contadini nel lavoro dei campi e nel trasporto delle merci. Attualmente il carro agricolo, opportunamente risistemato è utilizzato esclusivamente per i tre giorni di maggio. Il compito di prepararlo e decorarlo per la processione è affidato alle donne, che riordinare gli ornamenti e creano fiori di carta.
Allestimento
Qualche mese prima di maggio, ciascun carriere dedica un po' del suo tempo al proprio carro sottoponendolo ad accurata sistemazione strutturale, pulitura, verniciatura, messa in opera dell'impianto elettrico e montaggio della cupola e delle colonne.
La cupola dei carri è un’intelaiatura ad arco costituita da tre "semicerchi metallici" con dei in prolungamenti atti a fissarla alla fiancata laterale del carro.
Decorazione
Alla vigilia della festa le donne preparano il carro per la processione, decorandolo con stoffe, tendine ricamate, fiori di carta, nastri colorati, bandiere colorate, coccarde, ecc.
Le bandiere vengono esposte in nero, quando un lutto ha colpito il carriere, nell'arco dell'anno precedente.
Sui carri possono essere sistemati circa 700 o 800 fiori di carta: il numero è estremamente variabile in relazione alla tipologia del carro. Al termine della ssitemazione dei fiori, la decorazione è ultimata con l'aggiunta di un velo di seta del colore che più s'intona al resto. Il carro può essere illuminato nella sera del 25 maggio con lampadine interne.
Carri di San Pardo
I carri agricoli possono essere:
- grandi trainati da buoi;
- medi e piccoli trasporatti da vitelli e pecore, abilmente domati dai più giovani.
- molto piccoli, trascinati a mano dai bambini, buon viatico per diventare negli anni futuri esperti carrieri e titolari di un carro "grande".
L'intestazione del carro è a carattere prevalentemente familiare, talvolta frutto di "società" di due o più persone che possono essere parenti o amici.
Ciascun carro è indicato da un numero progressivo attribuitogli in modo tale da contrassegnare con numeri bassi quelli di antica formazione, con numeri alti quelli più recenti. I due carri più antichi hanno i seguenti privilegi:
- n. 1, la sera del 25 maggio porta in processione la Statua di San Primiano, il 26 le reliquie di San Pardo, il 27 il suo Busto argenteo.
- n. 2, cammina in processione alle spalle del n. 1 e 27 porta la Statua di San Primiano nel il percorso Cattedrale - Cimitero.
Durante il corteo processionale, i carri rispettano rigorosamente il proprio posto, sfilando a passo lento com'è consono ai buoi.
Tipologie
I carri sono di due le tipologie, diversi per struttura e modalità di decorazione:
- Carri tradizionali, detti anche "a cupola", poichè presentano la tipica cupola coperta su tutta la superficie da uno strato uniforme di fiori e dotata di tre "craste" (vasi) disposte in sequenza sulla sua sommità. Anteriormente e posteriormente l'ingresso della cupola è coperto da tendine ricamate e due bandierine poste ai due lati dell'ingesso anteriore. Su questa tipologia di carro il 26 e 27 maggio è collocato un ramo di olivo, al quale vengono appese scamorze passite, simbolismo di ciò che da sempre,ha sostenuto l'economia della città: l'agricoltura, in particolare l'olivicoltura, e l'allevamento di ovini e bovini.
- Carri trionfali con archi, colonne e cupole geometriche di dimensioni variabili in legno lavorato e assemblati, secondo la creatività dell'autore, con l'intento di raffigurare chiese gotiche o romaniche, ornate da tendine ricamate e da un numero impressionante di piccole lampadine a fronte di una piccola quantità di fiori.
Fiori di carta
Gli elementi fondamentali per la realizzazione dei fiori di carta sono:
- la rigidità del sottile filo di ferro;
- la malleabilità della carta crespa.
- l'abilità degli addetti nel creare forme e contorni che identificano la specie di fiore,
- la capacità di assemblaggio delle varie parti ed infine, ma non per questo meno importante, la pazienza, indispensabile nel trattare con meticolosità ogni singolo fiore.
Le fasi di lavoro per la realizzazione dei fiori sono:
- Il filo di ferro, precedentemente "stirato" e di lunghezza opportuna, viene ricurvo su se stesso ad una estremità, poi avvolta strettamente da un pezzo di carta crespa del colore che più si conviene ottenendo così il pistillo del futuro fiore.
- La carta, di colore idoneo al fiore da realizzare, viene intagliata su di un margine, in modo da delineare i contorni dei petali, mentre il margine opposto viene ad avvolgere il filo di ferro appena al di sotto del pistillo.
- L’insieme viene consolidato da un sottile filo di cotone che stringe la base dei petali al ferro stesso. Successivamente, vengono eventualmente aggiunti i sepali, ottenuti e fissati con modalità analoghe ai petali.
- Il fiore presenta, ora, la corolla completa e un lungo gambo in filo di ferro, che viene strettamente avvolto da strisce sottili e continue di carta crespa di colore verde così come le foglie, formando il definitivo stelo. Le foglie sono ancorate allo stelo stringendone la base sotto il rivestimento cartaceo che avvolge il filo di ferro.
Sapori di festa
La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:
- scamorze passite.
Riconoscimenti
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
Note | ||||
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Bibliografia | ||||
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Voci correlate | ||||
Collegamenti esterni | ||||
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