Diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede

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Nella Chiesa cattolica si dice diocesi immediatamente soggetta quella direttamente dipendente dalla Santa Sede e non soggetta all'autorità di un arcivescovo metropolita.

La regola tradizionale

La normale regola è che le diocesi siano assegnate alle varie province ecclesiastiche, a capo delle quali vi è un arcivescovo metropolita e sono dette diocesi suffraganee. Può capitare che specialmente per motivi storici o per gravi questioni contingenti una diocesi, ed anche eccezionalmente una arcidiocesi, non venga considerata ricompresa in una provincia ecclesiatica, ma dipenda direttamente dalla Santa Sede.

Con l'istituzione delle Regioni ecclesiastiche, tuttavia anche le diocesi immediatamente soggette fanno parte di tali istituzioni, e si è venuto, così ad attenuare la differenza tra le diocesi suffraganee e quelle immediatamente soggette.[1]

Il caso più diffuso è per le diocesi del Lazio, tradizionalmente non considerate suffraganee della diocesi di Roma (sempre considerata diocesi e non arcidiocesi), ma soggette direttamente alla Sede Apostolica e quelle (cosiddette de numero) incluse, almeno in parte, nelle cento miglia da Roma, l'antica giurisdizione, detta distretto, del Praefectus Urbis, (il prefetto della Roma imperiale), ruolo conservato fino al 15 agosto 1972 dal cardinale vicario di Roma. I vescovi di queste diocesi avevano l'obbligo di partecipare ai sacri concistori del Romano Pontefice e il privilegio di mettere sullo stemma vescovile quattro fiocchi per parte, come gli arcivescovi. Abolito il de numero nel 1972, è lasciata la facoltà ai loro vescovi di partecipare ancora ai concistori e mettere sullo stemma i quattro fiocchi o nappi.

Lo stesso dicasi per la situazione delle abbazie territoriali o per le diocesi di altri riti, sottratte alle province latine nelle quali operano.

Un caso parte è la situazione svizzera, in cui la situazione cristallizzatasi nell'Ottocento sarebbe di difficile e complessa modifica.

Vi sono infine i casi di origine storica come quelli di Lucca e di Gaeta, che sono un retaggio di epoche in cui c'erano confini di stato con la metropolia più vicina.

La riforma conciliare

Il decreto "Christus Dominus" ha stabilito il principio che tutte le diocesi devono appartenere a una provincia ecclesiastica. Perciò si è stabilita la regola che le diocesi immediatamente soggette alla Santa Sede entrino a far parte della provincia più vicina sottoposte all'arcivescovo metropolita.

Le nuove sedi immediatamente soggette

Il mutare delle situazioni politiche o l'attenuazione di antichi legami sta portando alla costituzione di nuove sedi diocesane immediatamente soggette. Spiccano pertanto i paesi recentemente diventati indipendenti.

Altra ragione di nuovi riconoscimenti è rappresentata da diocesi di riti non latini in paesi di emigrazione, ad esempio gli Stati Uniti.[2] Anche in Italia le diocesi di Lungro e di Piana degli Albanesi che seguono il rito orientale, sono immediatamente soggette.

Note
  1. Ad esempio in Toscana l'arcidiocesi di Lucca è immediatamente soggetta, ma fa parte della conferenza episcopale della Toscana dove gli arcivescovi di Firenze, Pisa e Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino hanno un ruolo prevalente.
  2. Sono recenti i riconoscimenti del carattere immediatamente soggetto a:
Bibliografia
  • Atlante delle diocesi d'Italia, a cura di Conferenza Episcopale Italiana e Istituto Geografico De Agostini, Roma, 2000.
  • Il decreto Christus Dominus
Voci correlate
Collegamenti esterni