Provincia ecclesiastica

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Una Provincia ecclesiastica è una circoscrizione territoriale e amministrativa del governo religioso della Chiesa cattolica costituita da un'Arcidiocesi metropolitana, e dalle Diocesi che afferiscono ad essa, dette suffraganee. L'Arcivescovo a capo della Provincia è detto Metropolita.

Storia

La Provincia ecclesiastica prese origine dall'organizzazione amministrativa dell'Impero Romano, che l'imperatore Diocleziano, nel 293, aveva affidato al governo di quattro tetrarchi; ogni tetrarchia era composta da tre diocesi, ogni diocesi era composta da circa nove province, per un totale di 101 province.

Ancor prima di questa suddivisione si erano costituite a Roma e in Oriente le prime Metropolie: erano i più importanti centri di diffusione del messaggio evangelico, erano assurte al ruolo di Chiese madri, da cui la parola Metropoli ("madre" è in greco metròs; polis = "città"). Così erano nate le Chiese di Antiochia di Siria, di Efeso, di Alessandria d'Egitto. Dopo l'Editto di Milano, con la diffusione più libera del Cristianesimo, in ogni provincia romana si stabilirono una o più Diocesi[1]

Nel 325 il Concilio di Nicea I aveva riconosciuto l'autorità del Vescovo metropolitano sulle altre Diocesi della Provincia ecclesiastica. Nel Sinodo di Antiochia (341) si stabilì che ogni Provincia ecclesiastica doveva coincidere con una provincia civile, e che il Vescovo della capitale di essa sarebbe stato l'Arcivescovo metropolitano[2].

Nell'Impero d'Occidente la costituzione delle Province ecclesiastiche fu più tardiva. Fino al V secolo il Papa venne considerato l'unico Metropolita. Nell'Africa del Nord il Vescovo di Cartagine fu riconosciuto come Metropolita solo nel IV secolo. Poi, a partire dal V secolo, i Vescovi delle principali città della Gallia, della Spagna e dell'Italia settentrionale cominciarono a fregiarsi di questo titolo, ma le Metropolie non coincisero subito con le province civili.

Le Province ecclesiastiche oggi

In Italia, con qualche piccola eccezione, con la riforma post-conciliare, si sono fatti coincidere i confini delle Province ecclesiastiche con i confini delle province civili.

Nel resto dell'Europa, per motivi storicamente consolidati, non sempre i confini delle Province ecclesiastiche corrispondono a delimitazioni politiche: a volte essi travalicano anche i confini statali. Negli Stati Uniti invece, le Province si identificano con uno o più stati e seguono i loro confini[3].

Attribuzioni della Provincia ecclesiastica

Le attribuzioni della Provincia ecclesiastica sono contenute nei canoni 431-432-435-436 del Codice di Diritto Canonico del 1983. L'autorità del metropolita sulle sedi suffraganee è molto limitata: per esempio, durante una sede vacante, un metropolita può nominare un Amministratore temporaneo se il Collegio dei Consultori non riesce a eleggerne uno entro un dato tempo ed il Papa non ha nominato un Amministratore apostolico.

Pertanto oggi il primato dell'Arcidiocesi metropolitana sulle Diocesi suffraganee è poco più che onorifico.

Rapporti fra Province e Regioni ecclesiastiche

Le Province ecclesiastiche non sono una suddivisione territoriale delle Regioni ecclesiastiche, ma sono da esse indipendenti.

Dopo il Concilio Vaticano II negli Stati a più alta densità di Diocesi, come Italia, Francia, Canada, Stati Uniti, Messico, Brasile, Spagna, Polonia, Argentina, i Vescovi hanno voluto rilanciare come unità organizzativa e operativa la Regione ecclesiastica, già nata verso la fine del XIX secolo, che consente una più incisiva cooperazione, anche attraverso la creazione di Conferenze episcopali regionali. In Italia le Regioni ecclesiastiche coincidono con i confini delle Regioni civili.

Di fatto le Regioni ecclesiastiche hanno reso quasi simboliche da un punto di vista organizzativo le funzioni delle Province ecclesiastiche.

Le Province ecclesiastiche nelle altre confessioni cristiane

Nella Chiesa Ortodossa e nelle altre Chiese Orientali le Province ecclesiastiche praticamente non esistono più.

Nella Chiesa Anglicana si considerano province le stesse Chiese nazionali, indifferentemente dal fatto che ci siano Arcidiocesi. Così la Chiesa d'Inghilterra si divide in due province sotto gli Arcivescovi di Canterbury e York, ed usa il termine Vescovo suffraganeo per i Vescovi ausiliari di ogni Diocesi e non per i Vescovi delle Diocesi suffraganee[4].

Anche la Chiesa Anglicana d'Australia, la Chiesa Anglicana del Canada, la Chiesa Anglicana d'Irlanda, la Chiesa Anglicana di Nigeria e la Chiesa Episcopale degli Stati Uniti d'America sono divise in più Province.

Note
  1. In ciò avvenne un'inversione dei termini: la Diocesi cristiana era ed è una sub-unità della Provincia ecclesiastica, mentre la provincia romana era una sub-unità della diocesi amministrativa romana.
  2. Canone IX.
  3. Fanno eccezione California e Texas che hanno ognuno due province.
  4. Quest'uso era diffuso anche nella Chiesa cattolica.
Voci correlate