Incoronazione di spine (Tiziano)

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FRA Parigi MuLouvre Tiziano IncoronazioneSpine 1542-44.jpg
Tiziano Vecellio, Incoronazione di spine (15421543), olio su tavola
Incoronazione di spine
Opera d'Arte
Stato

bandiera Francia

Regione Île-de-France
Regione ecclesiastica [[|]]
Dipartimento Parigi
Comune

Stemma Parigi

Località
Diocesi Parigi
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Museo del Louvre
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Milano
Luogo di provenienza Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Cappella della Santa Corona, altare maggiore
Oggetto pala d'altare
Soggetto Gesù Cristo deriso ed incoronato di spine
Datazione 1542 - 1543
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Tiziano Vecellio

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 303 cm; l. 180 cm
Iscrizioni TIBERIUS; TITIANVS F.
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note
opera firmata

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Collegamenti esterni
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27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. 28Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto 29e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei30E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
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L’Incoronazione di spine è una pala d'altare, eseguita tra il 1542 ed il 1543, ad olio su tavola, da Tiziano Vecellio (1490 ca. - 1576), proveniente dall'altare maggiore della Cappella della Santa Corona nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano ed attualmente conservato al Museo del Louvre di Parigi (Francia).

Descrizione

Ambientazione

La scena dell’Incoronazione di spine si svolge sui gradini di un edificio a bugnato rustico, che presenta un portale sovrastato dal busto dell'imperatore romano Tiberio (42 a.C.37), sotto il cui regno morì Gesù.

Soggetto

Nel dipinto compaiono:

  • Gesù Cristo, al centro, seduto, vestito con un mantello rosso, è circondato da quattro aguzzini. Il suo corpo è interamente attraversato da una forte torsione, dalle gambe fra loro convergenti al busto, alle braccia legate, fino al viso virile segnato dal dolore.
  • Quattro aguzzini, massicci e muscolosi, che, impugnando lunghe canne, rivolgono a Cristo sguardi torvi e brutali, e sembrano quasi bestie feroci che si accaniscono sulla preda. I movimenti dei soldati e i bastoni (compresa la verga posta per scherno in mano a Gesù come scettro) convergono verso la corona di spine, mettendola così in evidenza.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • La pala è la più diretta risposta di Tiziano al manierismo: il dinamismo sconvolto, le anatomie gigantesche, le pose contorte e l'omaggio alla classicità romana sono elementi in aperto dialogo con l'opera di Michelangelo, al quale Tiziano oppone la ricchezza espressiva del colore.
  • L'iconografia è tratta dalle incisioni tedesche, in particolare di Albrecht Dürer (14711528), da cui deriva anche il realismo quasi grottesco dei volti: Tiziano vi aggiunge unicamente l'elemento classico del busto imperiale.
  • I corpi muscolosi ed il bugnato dell'edificio sullo sfondo indicano chiaramente come l'artista in questa opera si confronti con il mondo formale e le architetture manieriste di Giulio Romano (1499 - 1546) a Mantova.

Iscrizioni

Nel dipinto si trovano due iscrizioni:

  • al centro, in lettere capitali, nell'architrave sul quale poggia il busto romano per identificarle:
« TIBERIUS »
  • in basso al centro, sul gradino sotto la figura di Cristo, è iscritta la firma del pittore:
« TITIANVS F. »

Notizie storico-critiche

La pala, dipinta da Tiziano Vecellio per la confraternita, rimase sull'altare maggiore della Cappella della Santa Corona nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, fino alle spoliazioni napoleoniche, a seguito delle quali nel 1797 fu trasferita al Museo del Louvre a Parigi.

Purtroppo ignorata da Antonio Canova nella missione diplomatica a Parigi per il recupero delle opere d'arte trasportate dall'Italia al Museo del Louvre, è rimasta quasi "ingoiata" fra le raccolte del museo, sostanzialmente sottovalutata dagli studiosi e sopratutto privata degli elementi di riferimento visivo in cui era collocata originariamente: i dipinti murali coevi di Gaudenzio Ferrari e l’Ultima Cena (1494 - 1498) di Leonardo nel refettorio dello stesso convento.

Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 3, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, p. 225 - ISBN 9788842445234
  • John Pope Hennessy, Tiziano, Editore Mondadori-Electa, Milano 2004
  • Marion Kaminski, Tiziano, col. "Maestri dell'Arte Italiana", Editore Könemann, Colonia 1998, p. 76 ISBN 9783829045537
  • Giovanni C.F. Villa (a cura di), Tiziano. Catalogo della mostra, Editore Silvana, Milano 2013 ISBN 9788836625451
  • Stefano Zuffi, Tiziano, col. "I geni dell'arte", Editore Mondadori-Electa, Milano 2007, pp. 98 - 99 ISBN 9788837064365
  • Stefano Zuffi, Tiziano. Il più eccellente di quanti hanno dipinto, col. "Art Book", Editore Leonardo Arte, Milano 1998, pp. 74 - 75 ISBN 978880452300X
Voci correlate
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