Miracolo eucaristico di Ferrara
Il miracolo eucaristico di Ferrara avvenne nel 1171 nell'omonima città: mentre un sacerdote celebrava la messa, l'ostia consacrata, diventata carne, cominciò a sanguinare[1].
La storia
Il 28 marzo 1171, giorno di Pasqua, nella chiesa ferrarese di Santa Maria in Vado, durante la solenne Celebrazione eucaristica presieduta dal priore Pietro da Verona, assistito da padre Bono, padre Leonardo e padre Aimone, allo spezzar del pane l'ostia consacrata divenne carne, e ne uscì un forte fiotto di sangue che macchiò la piccola e bassa volta sovrastante l'altare[2].
Udita la notizia, che aveva fatto subito il giro della città, accorsero l'allora arcivescovo Amato e l'omologo di Ravenna, Gherardo: ascoltati i testimoni oculari, dichiararono che quello era vero e realissimo sangue miracoloso di Nostro Signore[3].
Il miracolo è citato anche da altre fonti: nel 1197 Giraldo Cambrense scrisse la Gemma Ecclesiastica, ricordando l'evento. Papa Eugenio IV, in una bolla del 30 marzo 1442, scrisse che la Chiesa di Santa Maria in Vado "deve essere onorata, perché in essa il corpo e sangue di Cristo apparvero manifestamente durante la messa. Papa Benedetto XIV ricordò l'episodio nel "De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione".[4]
Le macchie di sangue sono custodite in un piccolo tempio all' interno della basilica, affidata attualmente alla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, fondata da San Gaspare del Bufalo.
Tra i pellegrini illustri sono annoverati i seguenti papi: Alessandro III (1177), Urbano III (1187), Eugenio IV (1438), Clemente VIII (1598), Pio IX (1857) e Giovanni Paolo II il 20 settembre 1990.
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