Monastero di Telanissos

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Monastero di Telanissos
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Ruins of St Simeon Stylites.jpg
Rovine della facciata sud del complesso monastico
Stato Siria
Comune Aleppo
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Monastero
Inizio della costruzione 476
Completamento 491
Coordinate geografiche
36°20′02″N 36°50′53″E / 36.3338, 36.8481 bandiera Siria
Mappa di localizzazione New: Siria
Monastero di Telanissos
Monastero di Telanissos
Damsco
Damsco
Aleppo
Aleppo
Patrimonio UNESCO.pngPatrimonio dell'umanità
Denominazione principale UNESCO
Antichi villaggi della Siria settentrionale
Ancient Villages of Northern Syria
Tipologia Culturali
Criterio (iii) (iv) (v)
Pericolo Bene non in pericolo
Anno 2011
Scheda UNESCO inglese
francese

Qalʿat Simʿān (arabo: قلعة سمعان ‎, "la Rocca di Simeone") è un antico monastero cristiano, con annesso chiostro, costruito nel nord dell'odierna Siria, sorge circa 30 chilometri a nord-ovest della città di Aleppo. È sorto nel luogo in cui san Simeone Stilita il Vecchio, il primo stilita cristiano, visse e morì nel 459. È la più eloquente testimonianza del prestigio monastico bizantino, caratterizzato da un enorme complesso, costruito, tra il 476 ed il 491, per iniziativa dell'imperatore Zenone, quale centro di pellegrinaggio, con l'intento di smorzare il conflitto che opponeva, in quegli anni la chiesa di Costantinopoli all'eresia monofisita locale, che esprimeva il malessere dei cristiani di Siria contro il potere centrale.

Sulla collina dove vi era la colonna, alta più di 13 metri, su cui aveva vissuto il santo[1], fu eretta una costruzione a pianta ottagonale, dalla quale, in direzione dei quattro punti cardinali, livellati artificialmente con l'aggiunta di un terrazzamento sul lato ovest, furono costruite quattro basiliche, in modo da formare un complesso a forma di croce. Le basiliche sono a tre navate, lunghe 32 metri e larghe 24. La basilica est risulta un poco più lunga delle altre tre basiliche. L'ingresso avveniva attraverso la basilica sud, che presenta una facciata a tre fornici; dietro la facciata si trova il nartece, un vestibolo dove si raccoglievano i catecumeno, che non avevano ancora accesso alla chiesa. Attraversata la basilica sud si arriva all'atrio ottagonale, il cui punto focale è la colonna dell'asceta.

Centro di pellegrinaggio e convento

Rovine della Chiesa di San Simeone con i resti della sua colonna.

Già ai tempi di Simeone molti cristiani cercavano il sant'uomo per ricevere consigli e aiuto. Anche dopo la sua morte la colonna su cui visse per 37 anni Simone fu meta di pellegrinaggio. Pochi anni dopo la morte di Simeone l'imperatore Zenone favorì il pellegrinaggio ai luoghi di Simeone costruendo, come già detto, la chiesa che divenne un grandioso centro di culto e a sud della basilica est, vicino alla chiesa, in quegli stessi anni, venne costruito un convento di grandi dimensioni, che si collegava alla chiesa con un chiostro.
A sud, prima dell'ingresso alla chiesa, prima tappa per i conversi che ancora non avevano accesso alla chiesa, venne costruito il complesso del Battistero, che comprendeva altre al battistero vero e proprio una piccola cappella e tre edifici porticati destinati ad accogliere i pellegrini.

Cittadella fortificata

Dopo che gli arabi avevano conquistato Aleppo, nel 637, la chiesa di san Simeone si trovò in una zona di confine tra l'impero bizantino e il califfato degli Omayyadi prima e degli Abbasidi dopo, per cui, tra il IX e il X secolo, il santuario venne fortificato (da cui il nome Qal'at Sama'an), per reggere la pressione araba. La definitiva conquista musulmana avvenne, nel 1164, da parte dell'Atabeg (governatore) selgiuchide di Aleppo, Norandino (Nur al-Din Zangi), della dinastia degli Zengidi.

Note
  1. La colonna inizialmente era di circa 2 metri, poi con interventi successivi fu alzata sino ad essere più alta di 13 metri. La colonna, che aveva un diametro di circa un metro, era sormontata da una piattaforma in legno poco più grande che non arrivava ai 4 metri quadrati ed era contornata da una balaustra di un metro di altezza, per cui san Simeone era esposto alle intemperie e allo sguardo di tutti coloro che passavano.
Bibliografia
  • Jean-Luc Biscop, Jean-Pierre Sodini, Travaux à Qal'at Sem'an. Actes de 11e Congrès arch. Christ., Roma 1989, 1675-1693
  • Alfonso Anania, Antonella Carri, Lilia Palmieri, Gioia Zenoni, Siria. Viaggio nel cuore del Medio Oriente, Polaris 2009, pp. 412-421
Voci correlate
Collegamenti esterni