Pace di Costanza




Pace di Costanza | |
Trattato di pace sulla Kaiserbrunnen a Costanza. | |
Tipo | trattato storico |
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Luogo | Costanza, Germania |
Firmatari | |
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La pace di Costanza prende il nome dalla città tedesca di Costanza, dove il 25 giugno del 1183 venne firmata la pace tra Federico Barbarossa ed i rappresentanti della Lega Lombarda alla scadenza della tregua di Venezia, siglata tra i due contendenti nel 1177.
Termini
L'imperatore riconosceva la Lega Lombarda e dava concessioni in ambito amministrativo, politico e giudiziario, regalie comprese (cioè la riscossione dei tributi di competenza règia) ai comuni che la componevano. Inoltre rinunciava alla nomina dei podestà imperiali, riconoscendo i consoli o i podestà nominati dall'assemblea cittadina, i quali, tuttavia, dovevano fare giuramento di fedeltà all'imperatore e ricevere da lui l'investitura. In cambio i comuni si impegnavano a pagare un indennizzo una tantum di 15.000 lire e un tributo annuo di 2.000, a corrispondere all'imperatore il fodro (una fornitura di cibo per le truppe imperiali e di foraggio per i cavalli) quando questi fosse sceso in Italia, e a riconoscere la prerogativa imperiale di giudicare in appello questioni di una certa rilevanza.
Antefatti
Come dimostra la storia, l'indipendenza dei comuni lombardi non fu raggiunta senza difficoltà. Fu contrastata da diverse discese dell'imperatore in Italia, che portarono alla ritirata di quest'ultimo quando firmò la Pace di Costanza nel 1183.
Le prime tensioni con i comuni scoppiarono dopo le due Diete di Roncaglia del 1154 e del 1158, che tentarono di restaurare l'autorità imperiale nell'Italia settentrionale e tolsero i diritti e l'autonomia delle città italiane. La Roncaglia del 1158 fu particolarmente importante in questo conflitto, poiché unì la tradizione imperiale germanica e quella romana mobilitando il diritto romano a favore del potere assoluto dell'imperatore su tutto. In particolare, Federico I utilizzò il diritto romano per sostenere il suo progetto imperiale e lo strumentalizzò contro le città italiane e il Papa di Roma. Purtroppo, queste misure non poterono funzionare come l'imperatore aveva sperato, poiché a quel tempo diverse città, come Roma e Milano, avevano già una forte identità e vedevano le azioni di Federico I come una minaccia alla loro autonomia e libertà. Inoltre, sperimentarono una forma di indipendenza economica e politica a partire dal periodo delle Investiture nell'XI secolo, che portò a una presenza sempre meno forte e permanente degli imperatori germanici negli affari italiani. Tuttavia, ci sarebbero voluti diversi anni prima di vedere un punto di svolta nella resistenza dei comuni. In effetti, le città e i comuni italiani non resistettero efficacemente fino a quando l'imperatore assediò e distrusse Milano tra il 1158 e il 1162, e ne emerse una resistenza massiccia e unitaria.
La presa e la distruzione di Milano, che era la roccaforte della resistenza italiana poiché coordinava la azioni contro Federico I, fu un atto strategico ben congegnato da parte dell'imperatore[. Purtroppo, il ruolo centrale del capoluogo lombardo lo rese bersaglio degli alleati di Federico I in Italia e delle truppe dell'imperatore, che decisero di utilizzarlo come esempio e messaggio per tutti coloro che gli si opponevano. Federico Barbarossa, che quindi sperava che la presa e la distruzione di Milano sarebbero servite da esempio ai comuni italiani, si sbagliava nella sua valutazione, poiché avevano l'effetto opposto e aumentavano il desiderio di resistenza degli italiani e dei lombardi. In effetti, l'Italia settentrionale fino al 1162 non aveva creato alleanze abbastanza forti per affrontare e respingere Federico I e le sue truppe, ma le cose cambiarono quando si unirono due grandi alleanze, la Lega di Verona e la Lega di Cremona si unì per formare la Lega Lombarda nel 1167. La Lega di Verona era composta da Vicenza, Padova, Verona e Venezia, mentre la Lega di Cremona comprendeva le città lombarde intorno a Cremona. Inoltre, nel 1167, si verificò un'altra inversione quando l'esercito germanico fu decimato dalle epidemie. Insomma, fu con la nascita di una nuova potente alleanza militare nell'Italia settentrionale e la perdita di gran parte delle truppe germaniche che Federico Barbarossa fu costretto a ritirarsi di fronte all'Italia longobarda unificata del Nord. Tuttavia, l'Italia non conobbe la pace con il Sacro Romano Impero fino al 1177.
Il periodo che va dal 1167 al 1174 circa fu relativamente più tranquillo, poiché Federico I era indebolito dall'epidemia che aveva decimato le sue truppe e la minaccia della nuova Lega Lombarda lo spinse a ritirarsi verso la capitale del Sacro Romano Impero. Inoltre, quando cercò di mobilitare l'aiuto di Enrico il Leone, duca della Marca di Brandeburgo, rifiutò e Federico Barbarossa fu costretto ad andare ad affrontare gli italiani a Legnano da solo. Questo rifiuto di un uomo che si supponeva fosse subordinato all'imperatore dimostra ancora una volta il problema delle tensioni politiche che fluttuavano all'interno del Sacro Romano Impero. Quando arriviamo nel 1776, una vittoria italiana permise una svolta nel conflitto per il controllo dell'Italia e questa fu la battaglia che si svolse a Legnano. In effetti, la vittoria decisiva dei comuni su Federico I non avvenne fino al 1176 a Legnano, costringendo l'imperatore a firmare la tregua a Venezia nel luglio 1177. Con la firma di questo trattato di pace, Federico I riconobbe la legittimità di papa Alessandro III in Italia come unico papa della Chiesa di Roma, e firmò una pace di sei anni con la Lega Lombarda. In breve, questa pace pose le basi per la pace più duratura che fu firmata nel 1183.
Conflitti tra la Santa Sede e il potere imperiale
I principali attori che rappresentano i diversi gruppi che si confrontano nel contesto della Pace di Costanza ci permettono di comprendere meglio le tensioni che esistevano in questo mondo romano e germanico. Per il Sacro Romano Impero, si trattava di Federico I, che aveva origini guelfe e ghibelline, il che dimostra la volontà delle élite germaniche di porre fine al conflitto tra i due gruppi citati. Il nuovo imperatore riuscì a imporre una pace nel suo impero per permettergli di intraprendere una conquista dell'Italia per ridare grandezza al suo impero, che vedeva come il successore del grande Impero Romano. Per fare questo, ha sfruttato le tensioni preesistenti in Italia per imporre il suo potere.
Poi, due pontefici sono importanti per capire questo periodo e sono Adriano IV e Alessandro III. Papa Adriano IV accolse l'imperatore in Italia intorno al 1155, poiché Roma soffriva di una rivolta della sua popolazione e la vedeva come un'alleanza vantaggiosa per lui con per Brabarossa. In cambio di questo aiuto, Federico Barbarossa chiese di essere incoronato imperatore a Roma. Dopo la sua incoronazione a imperatore dei Romani, Federico ottenne diritti reali sui comuni dove nominava i propri governanti, e poi decise di scendere in Italia per rafforzare meglio il suo controllo sulla regione.
Papa Adriano IV rimproverò all'imperatore di aver abusato dei poteri che la Chiesa gli aveva dato, e questo, nello stesso momento in cui Federico scese in Italia con i suoi eserciti nel 1158, cosa che spaventò la Santa Sede, che scelse di negoziare con l'imperatore. Sfortunatamente, papa Adriano IV morì prima che si potesse raggiungere un accordo e Alessandro III prese il suo posto. Questi adottò una politica molto più aggressiva nei confronti del Sacro Romano Impero, poiché scomunicò l'imperatore e pose l'interdetto al suo regno. Si alleò con la Lega Lombarda per sconfiggere Federico I a Legnano nel 1176. Infine, abbiamo l'antipapa Vittore IV, che lo stesso Federico I nominò in sostituzione di Adriano IV. Questa nomina fece sì che la Chiesa di Roma vivesse uno scisma di circa vent'anni che destabilizzò molto la Chiesa, che si trovò divisa tra i papi romani e quelli di nomina imperiale.
In breve, gli attori e le loro azioni spiegano molti degli eventi e delle aggressioni che hanno preceduto la Pace di Costanza.
Conseguenze
Si trattava di un compromesso che segnava la rinuncia al piano di dominio assoluto di Federico, mentre i comuni lombardi avrebbero mantenuto la loro larga autonomia. Rimase l'unico riconoscimento imperiale delle prerogative collettive dei comuni lombardi e per questo la pace di Costanza venne celebrata per secoli.[1]
Note | |
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Bibliografia | |
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