Federico I Hohenstaufen




Federico I Hohenstaufen Laico | |
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Busto reliquiario di Federico I Barbarossa, (1160 circa). | |
Età alla morte | 68 anni |
Nascita | 1122 |
Morte | 10 giugno 1190 |
Sepoltura | Cattedrale di Besançon |
Rex Romanorum | |
Predecessore | |
Successore | |
Imperatore del Sacro Romano Impero | |
In carica | 18 giugno 1155 – 10 giugno 1190 |
Incoronazione | 18 giugno 1155 Basilica di San Pietro |
Predecessore | |
Successore | |
Re d'Italia![]() | |
Incoronazione | 19 aprile 1155 |
Duca di Svevia come Federico III![]() | |
In carica | 6 aprile 1147 – 4 marzo 1152 |
Predecessore | |
Successore | |
Conte palatino di Borgogna (jure uxoris)g![]() | |
In carica | 17 giugno 1156 (con Beatrice di Borgogna fino al 1184) – 10 giugno 1190 |
Predecessore | |
Successore | |
Dinastia | Hohenstaufen |
Padre | Federico II di Svevia (duca) |
Madre | Giuditta di Baviera |
Coniugi |
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Figli | |
Religione | Cattolica |
Federico I Hohenstaufen, meglio noto come Federico Barbarossa (1122; † 10 giugno 1190), è stato un re franco, fu un membro della dinastia Hohenstaufen dal 1147 al 1152 come Federico III duca di Svevia, Re dei Romani dal 1152 al 1190 e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1155 al 1190.
Cenni biografici
Nacque nel castello di Waiblingen tra il 1118 e il 1225 (secondo alcune versioni nel 1122) dal duca Federico II di Svevia (1090 – Alzey, 6 aprile 1147) della dinastia degli Hohenstaufen e da Giuditta di Baviera (1103 – 22 febbraio 1131), figlia del duca Enrico IX di Baviera, del casato rivale dei Welfen: in sostanza, il futuro Barbarossa discendeva dalle due famiglie più potenti della Germania. Ricevette il battesimo ben rappresentato in una bacinella battesimale del tempo dove sono raffigurati un vescovo (senza nome), assistito da un diacono. Sulla sinistra, un laico, indicato come "Ottone" (Ottone di Cappenberg, fratello di Goffredo ), e altri due laici, presumibilmente i genitori di Federico.
Prima del 2 marzo 1147, Federico sposò Adelaide di Vohburg (1122-1190), figlia del margravio di Vohburg, Diepoldo III (m. 1146) e della sua prima moglie, Adelaide di Polonia. Da questo matrimonio non nacquero figli e fu annullato, nel marzo del 1153, con gli accordi tra pontefice e Federico detto il primo trattato di Costanza.
Nel 1147 succedette alla morte del padre col nome di Federico III di Svevia al ducato di Svevia e l'anno seguente partecipò con lo zio Corrado III (1093 - 15 febbraio 1152) alla seconda crociata. L'elezione di Federico a rex Romanorum ebbe luogo a Francoforte già il 4 marzo 1152, pochissimo tempo dopo la morte di Corrado. Il duca di Svevia fu accompagnato alla cappella di Carlo Magno ad Aquisgrana e lì, il 9 marzo seguente, fu incoronato dall'arcivescovo di Colonia Arnoldo di Wied[1], già cancelliere di Corrado, assumendo il nome di Federico I. L'elezione fu possibile grazie ad un compromesso e, più in particolare, con la rinuncia ad ogni pretesa da parte del cugino, il duca di Sassonia Enrico il Leone. Federico I indisse nel 1153 una dieta imperiale a Costanza nella quale espresse la convinzione che potere politico e spirituale potessero collaborare su un piano di parità, ma si impegnò al tempo stesso di rispettare il prestigio e la potenza della Chiesa cattolica in cambio della promessa di essere incoronato imperatore. In quest'occasione, sfruttando la richiesta di aiuto di molte città del nord Italia, progettò le proprie campagne nella penisola, un territorio considerato fondamentale per realizzare il proprio progetto imperiale.
Nell'ottobre 1154, a capo di un piccolo esercito, partì dal Tirolo e scese in Italia, convocando una dieta a Roncaglia in cui revocò tutte le regalie usurpate dai Comuni, distrusse alcune località minori consegnandole a dei vassalli, e rase al suolo – nell'aprile del 1155, dopo sette mesi di assedio – Tortona, una delle principali alleate di Milano. Fallita un'intensa attività diplomatica con l'imperatore bizantino Manuele I Comneno finalizzata ad estendere la propria influenza in Sicilia, e dopo essere stato nominato poco dopo Pasqua |re d'Italia – con la corona ferrea – nella basilica di San Michele Maggiore a Pavia (ma secondo altre fonti a Monza), puntò dritto verso Roma, dove venne incoronato in a San Pietro imperatore da papa Adriano IV il 18 giugno dello stesso anno. Sedata la rivolta della popolazione, il pontefice chiese a Federico di marciare verso la Sicilia, il quale dovette rifiutare a causa del parere contrario espresso dai baroni. Il rapporto tra Barbarossa ed Adriano IV, ad ogni modo, si guastò ben presto, ma lo scontro avvenuto durante la dieta di Besançon del 1157 venne ricomposto, soprattutto grazie alla presa di posizione del clero tedesco in favore dell'imperatore.
Il giorno di Pentecoste, il 17 giugno 1156, Federico I Barbarossa sposò a Würzburg Beatrice di Borgogna (1145-1184), figlia unica ed erede del conte di Borgogna Rinaldo III e di Agata di Lorena, figlia di Simone I di Lorena. Federico I governò in prima persona la contea e, nel 1177, si fece incoronare re di Arles.
Nel giugno 1158 iniziò la seconda discesa in Italia, sottomise Brescia, ordinò la ricostruzione di Lodi ed assediò Milano, mentre con la seconda dieta di Roncaglia, ricevette l'elenco dei diritti regi, poi inserito nella Constitutio de regalibus: dall'elezione di duchi, conti e marchesi alla nomina di consoli comunali e magistrati cittadini, passando per la riscossione delle tasse, il conio delle monete e l'imposizione di lavori di carattere pubblico. Entrato trionfalmente a Como ed occupata Crema (1159), s'inasprì nuovamente il rapporto con il papa ma, poco prima di scomunicarlo, Adriano IV morì, sostituito da Alessandro III. In un sinodo tenutosi a Pavia nel 1160 l'imperatore riconobbe la legittimità dell'elezione di Vittore IV e i vescovi ivi convenuti scomunicarono papa Alessandro III. Questi il 10 marzo di quell'anno tenne un concilio ad Anagni e in risposta alle decisioni di Pavia, scomunicò sia l'imperatore Barbarossa sia l'antipapa Vittore IV. Milano, nel frattempo, continuava a rifiutare le direttive imperiali e nel 1162 venne rasa al suolo.
La terza discesa nel Belpaese avvenne nell'ottobre del 1163, ma il suo esiguo esercito non ebbe la forza di sedare le rivolte nate a Verona, Padova e Vicenza. Inoltre, una malattia lo costrinse a far ritorno in patria.
Ad Aquisgrana il 29 dicembre 1165 fece convocare un concilio dove l'antipapa Pasquale III dietro forte pressione dell'imperatore, canonizzò l'imperatore Carlo Magno. Il successivo Concilio ecumenico Lateranense III (1179) stabilì, tra le altre cose, la nullità degli atti di Pasquale III, rendendo canonicamente nulli questo Concilio di Aquisgrana (dunque "conciliabolo") e la canonizzazione di Carlo Magno.
Nell'ottobre 1166, effettuò una nuova discesa nella penisola. Tenne una dieta a Lodi, dove dovette constatare la crescente avversione nei propri confronti. Fu impegnato a lungo nel Nord Italia, quindi ad Ancona, che si difese strenuamente, per mettere poi a ferro e fuoco a Roma, con il pontefice che fuggì a Benevento. Nell'Urbe, Barbarossa si fece incoronare, il 1° agosto 1167, dall'antipapa Pasquale III imperatore per la seconda volta.
Mentre, con l'aiuto di Pisa, preparava l'attacco in Sicilia, un'improvvisa epidemia di febbre decimò il proprio esercito. Complice la nascita della Lega Lombarda, creata dalle città settentrionali, compresa Cremona, da sempre fedele a Federico, il sovrano del Sacro Romano Impero fu costretto a ripiegare in Germania, dove rimase per sei anni.
Nell'aprile del 1169 fece eleggere re dei Romani, alla dieta di Bamberga, il figlio Enrico, acquistò i possedimenti svevi e toscani dello zio Guelfo VI, che non aveva eredi, e cercò invano di riconciliarsi con Alessandro III.
La quinta discesa in Italia avvenne quindi nel 1174, stavolta a capo di un grosso esercito. Distrusse Susa a settembre, poi prese Asti, Alba, Acqui, Pavia e Como, ma la sconfitta ad Alessandria lo obbligò a negoziare la pace con la Lega. La via diplomatica, tuttavia, naufragò e ripresero le ostilità, fino al disastro di Legnano del 29 maggio 1176. Rifugiatosi a Pavia, Barbarossa si affrettò a trovare un'intesa col pontefice, disconoscendo l'antipapa e restituendo a Roma le sue regalie e i suoi territori, in cambio di una mediazione con i Comuni. Si giunse così alla pace di Venezia nel luglio del 1177, ma a realizzare il suo sogno di legare l'Italia meridionale all'impero fu un matrimonio: precisamente, quello tra il figlio Enrico VI e Costanza d'Altavilla, ultima erede della dinastia normanna, andato in scena nell'aprile del 1186.
Il 25 giugno del 1183 venne firmata la pace di Costanza tra Federico Barbarossa ed i rappresentanti della Lega Lombarda in seguito agli avvenimenti collegati alla battaglia di Legnano.
Il conflitto tra Federico Barbarossa e il papato
In Italia, Arnaldo da Brescia[2] difendeva l'idea della povertà totale e voleva costringere il papa a rinunciare a ogni potere temporale. Sebbene condannato per eresia nel 1140, si unì a una rivolta repubblicana che cacciò il papa e i suoi cardinali fuori da Roma nel 1145. Roma era afflitta da endemiche lotte di potere. Papa Eugenio III dovette ricorrere alla forza e quindi all'imperatore Federico Barbarossa. A Costanza, nel 1153, i due uomini firmarono un accordo. In cambio della riconquista dello Stato Pontificio per il papa, il papa si impegnò a incoronare imperatore il Barbarossa. Roma fu riconquistata nel 1155. Il Barbarossa fu incoronato il giorno dopo il suo ingresso in città, il 18 giugno 1155 di Adriano IV, successore di Eugenio III. Ma questo scambio di buone pratiche non deve nascondere le tensioni latenti tra il papato e l'impero. Inoltre, la città di Roma rimane insicura. È paradossale notare che il papa che rivendica il dominium mundi non potesse controllare la propria capitale.
La situazione peggiorò quando, nel 1157, alla dieta di Besançon – il principato vescovile faceva allora parte del Sacro Romano Impero – il legato pontificio, Orlando Bandinelli, futuro Alessandro III, dichiarò che Roma è così ben disposta verso Federico I che gli concederebbe benefici ancora maggiori. Il termine latino beneficia in tedesco si traduceva come Lehen, vale a dire, feudi. Il legato si fece quasi sfregiare per un simile affronto (una frase del genere significava, nella società feudale, che l'imperatore sarebbe stato solo un vassallo del papa). Questo incidente segnò la rottura tra il papato e Federico Barbarossa, e quindi l'inizio della fase violenta della lotta tra il clero e l'Impero.
Il papa, infatti, fatica a imporre il suo dominium mundi. In Inghilterra, incontrò una forte opposizione da parte di Enrico II, che riuscì a mantenere il suo dominio sulla Chiesa inglese. All'interno della Chiesa, i chierici dubitavano della superiorità del potere papale su quello dei principi.
A quel tempo, due casate si combattevano nell'Impero. I Guelfi, il cui nome deriva da quello della famiglia ducale di Baviera, i Welf, a cui apparteneva la madre di Barbarossa. I ghibellini erano i partigiani dell'imperatore. Il loro nome è un'alterazione di Waiblingen, il feudo da cui provengono gli Hohenstaufen.
Federico I voleva restaurare il potere imperiale. La rinascita del diritto romano gli permise di far rivivere l'idea dello Stato e la superiorità del potere del sovrano temporale. Federico Barbarossa fu sostenuto nella sua lotta contro la Santa Sede dal suo cancelliere, Rainaldo di Dassel[3], che lo spinse a rompere con il papato, e dai principi e prelati tedeschi. Riuscì a prendere in mano il clero tedesco grazie a un'audace interpretazione del concordato di Worms. L'imperatore affermò che poteva intervenire nelle elezioni episcopali quando c'era disaccordo tra gli elettori. Inoltre, rifiuta inesorabilmente l'investitura del temporale al candidato che non gli piace. Fu così in grado di imporre le sue opinioni ad Augusta nel 1152, a Worms nel 1153 e persino al papa di Magdeburgo nel 1154. Vescovi e abati tornarono così ad essere "funzionari imperiali". Il Concordato di Worms, l'equilibrio risultante dalla lotta tra il Papato e l'Impero, era messo a repentaglio.
L'Imperatore affermò anche che spettava ai grandi uomini dell'Impero eleggere il sovrano scelto da Dio, escludendo quindi il ruolo del Papa. Dopo aver risolto i problemi tedeschi, Federico si recò in Italia nel 1154. Tenne una dieta a Roncaglia dove ricevette lamentele dalle città italiane contro lo strapotere di Milano. Poi quest'ultimo distruggendo Tortona, sua alleata.
Alessandro III contro Federico e i suoi antipapi
Nel 1159, Alessandro III fu eletto papa con una maggioranza risicata del conclave.
Immediatamente, fu eletto un antipapa, Vittore IV, sostenuto dall'imperatore. Alessandro III dovette fuggire dall'Italia e si rifugiò in Francia. Il conflitto aperto scoppiò quando Federico Barbarossa cercò di imporre alle città italiane la tassa imperiale che esse rifiutavano. Per vincere la loro resistenza, l'imperatore usò la violenza: nel 1162 Milano fu distrutta e i suoi abitanti dispersi. Ciò provocò l'alleanza di alcune città che formarono la Lega delle Città Longobarde, sostenuta da Alessandro III. Federico Barbarossa fece eleggere un nuovo antipapa ogni volta che il precedente moriva (Pasquale III nel 1164 e Callisto III nel 1168).
Nel 1167, l'imperatore si impadronì di Roma, che saccheggiò. Ma, essendo l'esercito decimato dalla peste dovette ritirarsi. A Legnano, nel 1176, fu sconfitto dalla Lega Lombarda. L'anno seguente Federico Barbarossa si recò poi a Venezia dove stipulò una tegua di sei anni con la Lega Lombarda e si prostrò davanti al papa e rinunciò ad interferire nell'elezione papale. La scomunica papale contro il Barbarossa viene revocata. Per aggiungere la beffa al danno, l'imperatore fu costretto ad accettare il servizio di scudiero del papa. In questo modo salvò il suo potere. Le perdite militari dell'imperatore, l'effetto simbolico della scomunica e la ribellione delle città italiane ebbero la meglio sulle sue pretese sull'Italia, almeno temporaneamente.
Nel 1179 il papa convocò il Concilio Lateranense III per risolvere i problemi legati allo scisma. Per evitarli, fu previsto che il papa fosse eletto con una maggioranza di due terzi. Si può osservare che, da entrambe le parti (Impero e Papato), le potenze cercarono di rafforzarsi e proteggersi dalle influenze esterne nei rispettivi processi elettivi.
Da parte sua, l'imperatore era ancora in grado di dare il suo consenso alla nomina del prefetto di Roma da parte del papa, e Federico Barbarossa approfittò della situazione per rafforzare il suo controllo sul regno d'Italia. L'imperatore rifiutò di restituire alla Santa Sede l'eredità di Matilde, la Toscana. Inoltre, e soprattutto, continuò a nominare vescovi e abati in Germania, sempre disprezzando il significato originario del Concordato di Worms.
Riluttante riconciliazione sotto i successori di Alessandro III
Dopo la morte di Alessandro III nel 1181, i rapporti tra il papato e l'Impero si rasserenarono parzialmente. Lucio III, cacciato da Roma dalla rivolta degli abitanti, si rifugiò presso Federico e, al Concilio di Verona del 1184, cercò di coinvolgere l'imperatore nella lotta contro i Catari, i Valdesi e i sostenitori di Arnoldo di Brescia i Patarini. Ma le discussioni si arenarono sul riconoscimento da parte dell'imperatore della successione di Matilde e sulla convalida da parte del papa dei vescovi nominati dagli antipapi di Federico.
Nel gennaio del 1186, il Barbarossa diede in sposa suo figlio Enrico all'erede del regno normanno di Sicilia, Costanza, figlia di Guglielmo II di Sicilia, e fece incoronare Enrico re d'Italia. Il papato è minacciato di accerchiamento geopolitico. La situazione rimane quindi molto tesa tra le due parti. Nel novembre del 1186, Federico fece approvare la sua politica da un'assemblea di principi laici e vescovi dell'Impero a Gelnhausen. Ma, a partire dal 1187, si riconciliò con il papa giurando di andare in crociata: Clemente III accettò allora di riconoscere Enrico come erede dell'Impero. Federico prese ufficialmente la croce nel marzo 1188 a Magonza e impiegò un altro anno per radunare un esercito.
La terza crociata e la morte di Federico Barbarossa
La terza crociata venne organizzata nel 1187, dopo la caduta di Gerusalemme. Memore del fallimento nella precedente, Federico – il 27 marzo 1188, a Magonza – ufficializzò la propria partecipazione, dopo aver accettato nel proprio esercito soltanto chi fosse stato in grado di mantenersi per due anni e aver ottenuto dal re d'Ungheria, dall'imperatore di Bisanzio e dal sultano di Iconio il permesso di attraversare i relativi territori. Scrisse inoltre al sultano d'Egitto, Siria, Yemen e Hijaz Saladino intimandolo di abbandonare le aree di cui si era impadronito, ma questi rispose che era pronto alla sfida. Barbarossa lasciò quindi il figlio a capo dell'impero e partì da Ratisbona nel maggio 1189, attraversando l'Ungheria, i Balcani e trattò con l'impero bizantino il passaggio in Anatolia, ma Isacco II Angelo, in accordo con Saladino, imprigionò gli ambasciatori.
Federico, allora, chiese aiuto alle Repubbliche Marinare e al figlio Enrico VI per avere ulteriori rinforzi ed attaccare Costantinopoli, costringendo Isacco a firmare – nel febbraio 1190 – il trattato di Adrianopoli, col quale veniva permesso ai crociati di attraversare l'Ellesponto. In Asia Minore, continuamente vittima di sortite da parte di bande di Selgiuchidi, l'esercito tedesco fu ridotto alla fame, ma ciò non gli evitò di sconfiggere il sultano Qilij Arslan II, occupando la capitale Konya, ed obbligandolo a mantenere gli impegni presi (libertà di transito, rifornimento di approvvigionamenti e l’aiuto di guide armene fino in prossimità della Terra santa). Tuttavia, Federico affogò durante il guado del fiume Saleph, il 10 giugno 1190, in circostanze misteriose e la sua morte mandò nel caos l'esercito imperiale, che non riuscì mai ad unirsi alle truppe francesi e inglesi per l'attacco a quelle di Saladino.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Imperatore del Sacro Romano Impero | Successore: | ![]() |
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Corrado III Soltanto Re dei Romani |
1152-1190 Re dei Romani fino all'incoronazione nel 1155 |
Enrico VI |
Predecessore: | Conte di Borgogna | Successore: | ![]() |
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Beatrice I | 1184-1190 | Ottone I |
Predecessore: | Duca di Svevia | Successore: | ![]() |
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Federico II | 1147-1152 | Federico IV |
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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