RU 486

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La RU 486 è una sostanza chimica che ha come scopo dichiarato e diretto la soppressione di un essere umano nell'utero materno.

La sigla deriva dall' etichettazione della molecola 38486, sintetizzata dal chimico George Teutsch, unito alle iniziali del nome della ditta francese produttrice, la Roussel Uclaf.

Chiarimenti terminologici

Per la lingua italiana e per la terminologia medico-scientifica un farmaco è

« una sostanza usata per trattare, prevenire o diagnosticare una malattia»

Ovvero:

« una sostanza chimica somministrata con l'intento di prevenire o curare una malattia, o anche di accrescere il benessere fisico o mentale di uomini o di animali»

La RU 486, somministrata di norma entro il 49° giorno (o comunque entro i due mesi) dello stato accertato di gravidanza, provoca un aborto. Non essendo la gravidanza una malattia risulta pertanto impropria la definizione di farmaco.

Funzionamento

La modalità di azione della RU 486 è perversa, nella sua accezione etimologica. Sfrutta infatti il meccanismo naturale insito nella logica del dare la vita per trasformarlo in un meccanismo di dare la morte.

Sin dal concepimento infatti, esiste un dialogo di natura biochimica e ormonale tra madre e figlio. Grazie a questo dialogo, appena un essere umano è concepito, pur avendo un DNA diverso, non viene aggredito e distrutto dal sistema immunitario. Grazie proprio a questo dialogo l'annidamento nell'utero viene guidato affinché avvenga nel sito più adatto e accogliente possibile.

Nelle prime settimane il corpo luteo che si forma nell'ovaio,in seguito alla rottura del follicolo che ha liberato l'ovulo, si ingrandisce grazie ad un ormone, la gonadotropina corionica umana (HCG). Questo ormone viene secreto dalla placenta del bambino. Il corpo luteo in risposta (ciò spiega l'utilizzo in questa sede del termine dialogo) produce il progesterone, un ormone che protegge e sostiene la gravidanza. Tale ormone, per attivarsi e svolgere la sua funzione, ha bisogno di fissarsi ad alcuni recettori materni situati nella parete dell'utero.

La RU 486 simula di essere il progesterone, e, molto più velocemente, va ad annidarsi in questi recettori. Così il livello del progesterone si abbassa talmente da crollare e provocare l'aborto. Questa modalità di funzionamento spiega perché viene la RU 486 viene anche definita aborto chimico.

Tecnicamente quindi la RU 486 è un contragestativo, cioè esplica la sua azione abortiva quando l'embrione è già annidato nell'utero.

Non va confusa quindi con la cosiddetta "pillola del giorno dopo", che invece è un intercettivo, cioè intercetta l'embrione, per distruggerlo, nel suo percorso lungo la tuba verso l'utero.

Sia la pillola del giorno dopo che la RU 486 hanno come scopo l'impedimento della nascita di un essere umano e la sua distruzione allo stato embrionale. Sono dunque mezzi moralmente illeciti.

Storia della Commercializzazione della RU 486

Nel Mondo

  • 1980: Viene messo a punto il mifepristone da una equipe di chimici ed endocrinologi del laboratorio francese Roussel-Uclaf, una società controllata dal governo francese e dal gruppo tedesco Hoechst.
  • 1982: Il professore Etienne Emile Baulieu presenta i risultati clinici della sostanza all'Accademia elle Scienze di Francia. Codificata come RU 38486, diverrà la RU 486. Sperimentata nell'ospedale universitario di Ginevra, permette di abortire a sette donne tra le sei e le otto settimane di gravidanza.
  • 1983: La Roussel-Uclaf firma un accordo con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il prodotto infatti viene considerato utilissimo soprattutto dove non esistono presidi chirurgici adeguati per promuovere l'aborto.
  • 1984: Uno studio sperimentale effettuato in Svezia mostra che se alla RU 486 si unisce una prostaglandina, il misoprostol, che provoca le contrazioni dell'utero, il feto viene espulso facilmente senza ricorrere a interventi chirurgici.
  • 1988: La Roussel-Uclaf ottiene l'autorizzazione per immettere sul mercato, in Francia e all'estero, la RU 486. Il ministro della sanità francese la definisce "proprietà morale delle donne".
  • 1989: La Svezia ne autorizza l'importazione, mentre la Food and Drug Administration statunitense ne vieta l'importazione per uso personale.
  • 1991: Gran Bretagna e Svizzera ne autorizzano l'importazione. La Roussel-Uclaf rifiuta la commercializzazione in Cina a causa delle insufficienti condizioni igienico-sanitarie del paese.
  • 1992: Il governo di Pechino copia la molecola e la immette nel mercato, vietandone però la vendita nelle farmacie per uso personale.
  • 1994: La Roussel-Uclaf gira i suoi diritti al Population Council, un'organizzazione americana, fondata nel 1952 da John Rockfeller III e da Frederick Osborne, che si ispira ad una visione maltusiana del problema della sovrappopolazione.
  • 1996: Il gruppo Roussel-Uclaf non esiste più, ed è sostituito dal gruppo Hoechst-Marion-Roussel.
  • 1997: Il gruppo Hoechst-Marion-Roussel annuncia la cessione dei diritti della molecola di mifepristone e dei suoi derivati per tutto il mondo ad eccezione degli USA a Edouard Sakiz, ex dirigente della Roussel-Uclaf. Questi crea una sua società la Exelgyn.
  • 1999: La Exelgyn avvia le procedure per l'immissione sul mercato europeo della RU 486. In Italia si autorizza l'uso limitato al solo caso della sindrome di Cushing. Negli Stati Uniti la pillola è commercializzata con il nome di Mifeprex dalla Danco Laboratories, appositamente istituita dal Population Council.
  • 2000: La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti autorizza la vendita del Mifeprex, e nel mese di novembre ne rifornisce gli studi medici.
  • 2004: La FDA, a seguito del verificarsi di morti riconducibili all'uso della RU 486, aggiunge al prodotto informazioni sui rischi di infezioni e perdite di sangue.
  • 2005: Il mifepristone è aggiunto alla lista dei farmaci dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce le linee guida per la somministrazione del prodotto.

In Italia

  • 1989: L'allora sottosegretario alla sanità la presenta per una eventuale adozione nel nostro Paese.
  • 2000: Nel Consiglio regionale del Piemonte si chiede che non venga negato l'aborto chimico.
  • 2002: Il Comitato Etico della Regione Piemonte approva il progetto di sperimentazione del mifepristone nell'Ospedale Sant'Anna di Torino. Viene successivamente bloccato dall'allora ministro della salute.
  • 2004: Il Consiglio superiore della Sanità approva il progetto.
  • 2005: Il progetto prende il via all'Ospedale Sant'Anna di Torino con la condizione che le donne rimangano ricoverate per un periodo minimo di tre giorni. Intanto si intraprendono sperimentazioni in Liguria, Toscana, Emilia-Romagna. Contemporaneamente, a Milano e a Torino, la magistratura avvia indagini ipotizzando la violazione della legge 194.
  • 2006: Si intraprendono sperimentazioni in Puglia. Il 13 e 14 ottobre la Exelgyn sponsorizza un congresso della Federazione Internazionale degli Operatori di Aborto e Contraccezione a Roma.
  • 2007 L'Ente europeo per il controllo sui farmaci (EMEA) approva l'uso del mifepristone e ne autorizza l'uso anche in caso di preparazione del collo dell'utero all'aborto chirurgico. Nel novembre la Exelgyn chiede all'Agenzia Italiana del Farmaco di registrare la RU 486 per mutuo riconoscimento. Si tratta di un processo che rende legittimo l'uso di un farmaco già sperimentato e autorizzato in un altro Stato membro dell'Unione Europea.
  • 2008: Il 26 febbraio arriva il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico dell'AIFA per la commercializzazione. Il 18 giugno la Commissione prezzi dell'AIFA stabilisce il costo per le confezioni da una a tre compresse.
  • 2009: Il 30 luglio il Consiglio di amministrazione dell'AIFA dà il via libera definitivo alla commercializzazione. Parte un'indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Sanità del Senato. Il 9 novembre il Presidente della CEI, Cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione letta in occasione dei lavori dell'Assemblea generale dei vescovi italiani afferma che "non si potrà non riconoscere, come già fa la legge 194, la possibilità dell'obiezione di coscienza agli operatori sanitari, compresi i farmacisti e i farmacisti ospedalieri, che non intendono collaborare direttamente o indirettamente ad un atto grave". Il 26 novembre la Commissione sanità del senato approva la relazione che conclude l'indagine sulla RU 486. Il 3 dicembre la delibera viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, dando il via alla commercializzazione e tutta la gestione viene affidata alle Regioni.
Bibliografia
  • Olimpia Tarzia, RU 486. Breve analisi ragionata sull'aborto chimico, ed. Movimento per la vita , Roma 2010
Voci correlate