Religione (etimologia)
L'attuale ed unica forma del sostantivo femminile variabile italiano religione deriva da religióne, una delle antiche forme dello stesso sostantivo essendo anche attestato l'uso delle seguenti altre forme: religgione, relegióne, relióne, e riligióne[1][2]. Considerato il successo della forma nominale religióne non è rimasta traccia nell'evoluzione dell'italiano delle altre quattro antiche forme nominali anche se alcune fra esse sono rimaste in alcune parlate locali, specie dialettali[3]. Il sostantivo italiano venne coniato nel XIV secolo[4] derivando direttamente dal sostantivo femminile variabile latino religio, -onis[5].
Significati e sensi di Religio
- i significati morali di "coscienziosità", "esattezza", "inquietudine", "meticolosità"[8] e "scrupolosità"[8];
- i significati e sensi spirituali di "cerimonia religiosa", "culto", "gerarchia ecclesiastica"[9], "impurità religiosa", "interdizione religiosa", "legare assieme"[10], "maledizione divina", "pratica religiosa", "prodigio divino", "raccolta selezionata"[11], "religione", "religiosità", "rispetto religioso", "rito religioso", "segno divino", "sentimento religioso", "superstizione", "timore religioso", "timore superstizioso", "usanza religiosa", "vita monastica"[9], e "vita religiosa"[9], e
- i significati misti, ossia morali e spirituali, di "carattere", "devozione", "dovere"[12], "fede", "luogo"[13], "obbligo"[12], "oggetto"[13], "pietà", "profanazione", "sacrilegio", "santità", "scrupolo"[14], venerabilità", "venerazione" e "vincolo"[12].
Dai significati e sensi citati si deduce come religio, anche senza considerare i sensi cristiani, contenga già i due macroaspetti definitori del concetto di religione. Infatti, i detti significati e sensi di religio possono a loro volta essere raggruppati, trasversalmente rispetto ai criteri di ordine morale e\o spirituale, secondo i due macroaspetti definitori del concetto di religione.
Formazione di Religio
Da dove derivi religio è ancora una vexata quæstio anche se un punto fermo può essere posto: questo termine è originario dell'antica lingua latina e non esiste nelle altre lingue coeve una qualche parola che gli corrisponda appieno[15]. È un termine forgiato, quindi, nella cultura romana, modellato nella religione pagana romana e rimodulato, infine, dal Cristianesimo[15]. Sull'etimologia di religio si confrontano da sempre tre tesi: la ciceroniana, la lattanziana e l'agostiniana. Intorno alle dette tesi, che sono riprodotte anche in alcuni scritti di teologia dogmatica[16], si è arrovellato il dibattito filologico nel corso della storia senza giungere ad una conclusione certa che manca ancor oggi anche se, tra i filologi moderni e contemporanei, la tesi agostiniana sembra essere stata tralasciata e si registra una certa preferenza per la tesi ciceroniana rispetto alla lattanziana.
Tesi ciceroniana
Secondo Marco Tullio Cicerone[17], religio deriva direttamente dal verbo latino rĕlĕgo, relegĕre[18] in base all'affermazione di seguito riprodotta:
(LA) | (IT) | ||||
« | qui autem omnia quae ad cultum deorum pertinerent diligenter retractarent et tamquam relegerent, sunt dicti religiosi ex relegendo, ut elegantes ex eligendo, diligendo diligentes, ex intelligendo intelligentes; his enim in verbis omnibus inest vis legendi eadem quae in religioso. » | « | coloro, invece, che diligentemente riesaminassero e, tanto quanto, osservassero tutto ciò che fosse pertinente il culto degli dei sono detti religiosi (che deriva) da relegere, come eleganti (deriva) da eligere, diligenti (deriva) da diligere, intelligenti (deriva) da intelligere; infatti, in tutte queste parole è contenuto il valore di legere, lo stesso che in religioso. » | ||
Queste parole di Cicerone costituiscono la prima analisi etimologica e la prima definizione di religio di cui è rimasta prova certa.
Tesi lattanziana
Secondo Lattanzio, religio deriva direttamente dal verbo latino religo, religāre[20], evidentemente inteso quest'ultimo quale composto dal "re-" intensivo e dal verbo latino lĭgo, ligāre[21], in base all'affermazione di seguito riprodotta:
(LA) | (IT) | ||||
« | Hoc vinculo pietatis obstricti Deo et religati sumus; unde ipsa religio nomen accepit, non ut Cicero interpretatus est, a relegendo. » | « | Per questo vincolo di pietà siamo stretti e legati a Dio: onde (ossia: dall'essere legati) prese il nome la stessa religione, e non come Cicerone ha interpretato, da relegere. » | ||
Queste parole di Lattanzio costituiscono un'analisi etimologica ed una definizione di religio espressamente contrapposte a quelle ciceroniane.
Tesi agostiniana
Secondo sant'Agostino, religio deriva direttamente dal verbo latino religo, religĕre[23], evidentemente inteso quest'ultimo quale composto dal re- intensivo e dal verbo latino ēlĭgo, ēlĭgĕre[24], in base all'affermazione di seguito riprodotta:
(LA) | (IT) | ||||
« | Hunc eligentes vel potius religentes (amiseramus enim neglegentes)- hunc ergo religentes, unde et religio dicta perhibetur, » | « | Sceglienti Questi (ossia: Dio), anzi sceglienti di nuovo, - avevamo perduto (Dio) perché negligenti - dunque sceglienti di nuovo Questi (ossia: Dio), onde (ossia: dallo scegliere di nuovo) pure religione è detta derivata, » | ||
È pur vero che, qualche anno prima, sant'Agostino sostenne che religio derivasse direttamente dal citato verbo religo, religāre, evidentemente riproponendo la tesi lattanziana, in base all'affermazione di seguito riprodotta:
(LA) | (IT) | ||||
« | ad unum Deum tendentes, et ei uni religantes animas nostras, unde religio dicta creditur, omni superstitione careamus? » | « | all'unico Dio (siamo) tendenti, e a Lui solo legando le nostre anime, onde (ossia: dal legare) (la parola) religione è detta ritenuta (derivare), siamo carenti in ogni superstizione? » | ||
Verso la fine della sua vita sant'Agostino fornì un compendio della sua analisi etimologica e del significato di religio in cui, oltre ad illustrare il percorso che dalla tesi lattanziana lo condusse a formulare la propria tesi nel De Civitate Dei, riespone tale propria tesi elaborandola ulteriormente in base all'affermazione di seguito riprodotta:
(LA) | (IT) | ||||
« | Item alio loco: "Ad unum Deum tendentes", inquam, "et ei uni religantes animas nostras, unde religio dicta creditur, omni superstitione careamus". In his verbis meis ratio quae reddita est, unde sit dicta religio, plus mihi placuit. Nam non me fugit aliam nominis huius originem exposuisse latini sermonis auctores, quod inde sit appellata religio, quod religitur. Quod verbum compositum est a legendo, id est eligendo, ut ita latinum videatur "religo" sicut "eligo". » | « | Parimenti in altro passo (ho scritto): "All'unico Dio (siamo) tendenti", (e) aggiungo, "e a Lui solo legando le nostre anime - onde (ossia: dal legare) (la parola) religione è detta ritenuta (derivare)- siamo carenti in ogni superstizione". In queste mie parole la spiegazione che è stata fornita, onde (la parola) religione sia detta (derivare), (è quella che) più mi piacque. Infatti, non mi sfugge che autori della lingua latina hanno esposto un'altra origine di questo nome, che da ciò (ossia: per la quale) sia coniata (la parola) religione in quanto (derivante da) è scelta di nuovo. Questo verbo (ossia: scegliere di nuovo) è composto da legere, esso (ossia: legere) è (derivante da) eligere, affinché così il latino consideri "religo" come "eligo". » | ||
Queste parole di sant'Agostino costituiscono un'analisi etimologica ed una definizione di religio vicine ma non identiche a quelle ciceroniane.
Ipotesi
Probabilmente religio è una astrazione del concetto espresso originariamente da rĕlĕgo[5] dal quale, tramite un normale passaggio di ĕ in ĭ in sillaba interna aperta[5], si producono due verbi latini religo, religāre e religo, religĕre anche se la derivazione di quest'ultimo da rĕlĕgo non è certa e comunque sarebbe indiretta[29].
In ogni caso, dai due religo, discende la produzione del sostantivo religio precisando, però, che quest'ultimo deriverebbe da religo, religāre mentre religo, religĕre avrebbe una influenza su religio in ordine a qualche profilo di senso.
Altri sostengono la derivazione di religio da relinquo.
Considerazioni su Religio
In ambito spirituale, Religio esprime indubitabilmente l'estrema attenzione che la persona, sommamente diligente, è moralmente obbligata a mantenere nell'esercizio cultuale.
Infatti, nelle parole di Cicerone, sopra riprodotte, ad essere centrale è il termine cultus in relazione al quale si pone religio assumendo il senso di osservanza puntigliosa delle prescrizioni rituali[15] da parte di chi è religiosus, ossia chi con particolare attenzione conservi ed osservi le pratiche cultuali: atteggiamento che genera nel religiosus il senso della forma proprio del culto religioso.
Note | |
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Voci correlate | |