San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso (Beato Angelico)

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Firenze MuS.Marco B.Angelico S.DomenicoadorazioneCrocifisso 1438-40.jpg
Beato Angelico, San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso (1442 ca.), affresco
Crocifissione del chiostro di San Marco
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune

Stemma Firenze

Località
Diocesi Firenze
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Museo Nazionale di San Marco, chiostro di Sant'Antonino
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto dipinto murale
Soggetto San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso
Datazione 1442 ca.
Datazione
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Ambito culturale ambito fiorentino
Autore

Beato Angelico (Guido di Pietro)

Altre attribuzioni
Materia e tecnica affresco
Misure h. 340 cm; l. 155 cm
Iscrizioni INRI
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni

San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso è un dipinto murale, eseguito nel 1442 circa, ad affresco, da Guido di Pietro detto Beato Angelico (1395 ca. - 1455), ubicato nel chiostro di Sant'Antonino del Convento di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di San Marco di Firenze.

Descrizione

Beato Angelico, San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso (part.), 1442 ca., affresco

Soggetto

La scena del dipinto è ambientata su uno sfondo arido e deserto, composto da un semplice terreno e un cielo genericamente azzurro, davanti al quale compaiono:

  • Gesù Cristo crocifisso, campeggia al centro della composizione, è ormai morto, è presentato perfettamente frontale, sagomato anatomicamente e con i segni della Passione ben visibili: i chiodi, il sangue che cola dalle ferite, l'espressione sofferente nel volto, la corona di spine.
  • San Domenico di Guzman con il viso segnato dalla sofferenza, è inginocchiato ai piedi della croce, che sta abbracciando, mentre rivolge lo sguardo pieno di dolore a Cristo. Il Santo è raffigurato con un inizio di barba grigia e le vene sul dorso delle mani in rilievo, come se, per il pittore si trattasse di dare un'immagine reale del fondatore, libera da qualsiasi glorificazione idealizzata.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

L'opera, che presenta san Domenico, fondatore dell'Ordine Domenicano nel cui esempio si dovevano immedesimarsi i frati del convento. In questo senso la loro meditazione doveva essere indirizzata ad una mistica ed umile compartecipazione al dolore di Cristo. Per ottenere questo scopo il dipinto, come gli altri del convento, è scevro da dettagli (mancano riferimenti architettonici o paesaggistici, e non ci sono altre figure), ed impostato alla massima essenzialità. L'unica concessione alla decorazione sembra essere il dettaglio del perizoma svolazzante di Cristo, assente nel Crocifisso di Parigi.

Iscrizione

Nel dipinto figura un iscrizione, a lettere capitali, posta sulla terminazione superiore del montante della croce di Gesù, detta titulus crucis, nella quale si legge:

(LA) (IT)
« I(esus) N(azarenus) R(ex) I(udaeorum) » « Gesù il Nazareno, Re dei Giudei »

Notizie storico-critiche

Il Convento di San Marco, appartenuto ai monaci silvestrini, fu affidato nel 1436 ai domenicani di Fiesole dal papa Eugenio IV. L'edificio, che era gravemente degradato, fu radicalmente ristrutturato e trasformato dall'architetto fiorentino Bartolomeo Michelozzi (13961472) dal 1437 su incarico di Cosimo de' Medici (13891464). I lavori si prolungarono fino al 1452, iniziando dalle celle e proseguendo con la sistemazione del chiostro, della sala capitolare e della biblioteca (1444); veniva intanto ultimata la chiesa, consacrata nel 1443.

La decorazione pittorica fu affidata a Beato Angelico, che ne curò l'esecuzione fra il 1438 e il 1446, parallelamente al progredire dei lavori architettonici di Michelozzo, sino alla partenza per Roma, avvenuta nel 1446 - 1447. Secondo lo storico dell'arte John Pope-Hennessy, il pittore ritornò a dedicarsi alla decorazione del convento anche dopo il ritorno dal soggiorno romano. Si può, quindi, complessivamente stabilire un periodo di attività nell'edificio dal 1438 al 1446-1450.

Il chiostro venne decorato da Beato Angelico da cinque lunette (una è oggi staccata e conservata nella sala del lavabo), sovrastanti le porte, e il grande dipinto murale con Gesù Cristo crocifisso adorato da san Domenico, che s'ispirava ad un'analoga opera raffigurante Gesù Cristo crocifisso e santi detta il Calvario (1440 - 1445 ca.), realizzata dal pittore per San Domenico di Fiesole ed oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi.[1]

Nel 1568, Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse, insieme alle altre opere del convento nella seconda edizione delle Vite:[2]

« Fece poi nel primo chiostro, sopra certi mezzi tondi, molte figure a fresco bellissime, et un Crucifisso con S. Domenico a' piedi, molto lodato. »

Nel 1628, il dipinto venne tagliato da una cornice a marmi policromi ed integrato con un'epigrafe commemorativa della famiglia Fabbroni.

Note
  1. Scheda dell'opera nel sito ufficiale del Museo
  2. Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti (1568), col. "Mammut Gold", Editore Newton Compton, Milano 2016, p. 382
Bibliografia
  • Gabriele Bartz, Beato Angelico, col. "Maestri dell'Arte Italiana", Editore Konemann, Colonia 1998, pp. 64-67 ISBN 3829045476
  • Guido Cornini, Beato Angelico, col. "Art Dossier", Editore Giunti, Firenze 2000, pp. 27-33 ISBN 9788809016026
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore Zanichelli, Bologna 1999, pp. A 49 ISBN 9788808079503
  • John Pope-Hennessy, Fra Angelico, Bologna 1974, p. 202
  • Timothy Verdon, La bellezza nella Parola. L'arte a commento delle letture festive. Anno C, Editore San Paolo, Milano 2008, pp. 262-265 ISBN 9788821563461
Voci correlate
Collegamenti esterni