San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso (Beato Angelico)
Beato Angelico, San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso (1442 ca.), affresco | |
Crocifissione del chiostro di San Marco | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Museo Nazionale di San Marco, chiostro di Sant'Antonino |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | dipinto murale |
Soggetto | San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso |
Datazione | 1442 ca. |
Ambito culturale | ambito fiorentino |
Autore |
Beato Angelico (Guido di Pietro) |
Materia e tecnica | affresco |
Misure | h. 340 cm; l. 155 cm |
Iscrizioni | INRI |
San Domenico di Guzman in adorazione di Gesù Cristo crocifisso è un dipinto murale, eseguito nel 1442 circa, ad affresco, da Guido di Pietro detto Beato Angelico (1395 ca. - 1455), ubicato nel chiostro di Sant'Antonino del Convento di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di San Marco di Firenze.
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto è ambientata su uno sfondo arido e deserto, composto da un semplice terreno e un cielo genericamente azzurro, davanti al quale compaiono:
- Gesù Cristo crocifisso, campeggia al centro della composizione, è ormai morto, è presentato perfettamente frontale, sagomato anatomicamente e con i segni della Passione ben visibili: i chiodi, il sangue che cola dalle ferite, l'espressione sofferente nel volto, la corona di spine.
- San Domenico di Guzman con il viso segnato dalla sofferenza, è inginocchiato ai piedi della croce, che sta abbracciando, mentre rivolge lo sguardo pieno di dolore a Cristo. Il Santo è raffigurato con un inizio di barba grigia e le vene sul dorso delle mani in rilievo, come se, per il pittore si trattasse di dare un'immagine reale del fondatore, libera da qualsiasi glorificazione idealizzata.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
L'opera, che presenta san Domenico, fondatore dell'Ordine Domenicano nel cui esempio si dovevano immedesimarsi i frati del convento. In questo senso la loro meditazione doveva essere indirizzata ad una mistica ed umile compartecipazione al dolore di Cristo. Per ottenere questo scopo il dipinto, come gli altri del convento, è scevro da dettagli (mancano riferimenti architettonici o paesaggistici, e non ci sono altre figure), ed impostato alla massima essenzialità. L'unica concessione alla decorazione sembra essere il dettaglio del perizoma svolazzante di Cristo, assente nel Crocifisso di Parigi.
Iscrizione
Nel dipinto figura un iscrizione, a lettere capitali, posta sulla terminazione superiore del montante della croce di Gesù, detta titulus crucis, nella quale si legge:
(LA) | (IT) | ||||
« | I(esus) N(azarenus) R(ex) I(udaeorum) » | « | Gesù il Nazareno, Re dei Giudei » |
Notizie storico-critiche
Il Convento di San Marco, appartenuto ai monaci silvestrini, fu affidato nel 1436 ai domenicani di Fiesole dal papa Eugenio IV. L'edificio, che era gravemente degradato, fu radicalmente ristrutturato e trasformato dall'architetto fiorentino Bartolomeo Michelozzi (1396 – 1472) dal 1437 su incarico di Cosimo de' Medici (1389 – 1464). I lavori si prolungarono fino al 1452, iniziando dalle celle e proseguendo con la sistemazione del chiostro, della sala capitolare e della biblioteca (1444); veniva intanto ultimata la chiesa, consacrata nel 1443.
La decorazione pittorica fu affidata a Beato Angelico, che ne curò l'esecuzione fra il 1438 e il 1446, parallelamente al progredire dei lavori architettonici di Michelozzo, sino alla partenza per Roma, avvenuta nel 1446 - 1447. Secondo lo storico dell'arte John Pope-Hennessy, il pittore ritornò a dedicarsi alla decorazione del convento anche dopo il ritorno dal soggiorno romano. Si può, quindi, complessivamente stabilire un periodo di attività nell'edificio dal 1438 al 1446-1450.
Il chiostro venne decorato da Beato Angelico da cinque lunette (una è oggi staccata e conservata nella sala del lavabo), sovrastanti le porte, e il grande dipinto murale con Gesù Cristo crocifisso adorato da san Domenico, che s'ispirava ad un'analoga opera raffigurante Gesù Cristo crocifisso e santi detta il Calvario (1440 - 1445 ca.), realizzata dal pittore per San Domenico di Fiesole ed oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi.[1]
Nel 1568, Giorgio Vasari lo vide e lo descrisse, insieme alle altre opere del convento nella seconda edizione delle Vite:[2]
« | Fece poi nel primo chiostro, sopra certi mezzi tondi, molte figure a fresco bellissime, et un Crucifisso con S. Domenico a' piedi, molto lodato. » |
Nel 1628, il dipinto venne tagliato da una cornice a marmi policromi ed integrato con un'epigrafe commemorativa della famiglia Fabbroni.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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