Santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò (Forlì)

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
(Reindirizzamento da Santuario di Santa Maria delle Grazie)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò
Forlì SantuarioS.MariaGrazieFornò esterno XV.JPG
Santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò (1450)
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Emilia Romagna
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Emilia Romagna
Provincia Forlì
Comune Forlì-Stemma.png Forlì
Località Fornò
Diocesi Forlì-Bertinoro
Religione Cattolica
Indirizzo Via del Santuario 22
Loc. Fornò
47122 Forlì (FC)
Telefono +39 0543 61732
+39 0543 788149
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Santuario
Dedicazione Maria Vergine
Fondatore Pietro Bianco da Durazzo
Data fondazione 1450
Architetto Pace di Maso del Bambase (ristrutturazione dell'inizio del XVI secolo)
Stile architettonico Rinascimentale
Inizio della costruzione 1450
Completamento XVI secolo, inizio
Pianta circolare
Altezza Massima 20 m
Larghezza Massima 34 m
Coordinate geografiche
44°13′36″N 12°06′50″E / 44.226528, 12.113806 Stemma Emilia Romagna
Mappa di localizzazione New: Emilia-Romagna
Santuario
Santuario
Forlì
Forlì

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò, frazione del comune di Forlì, edificato tra il 1450 e l'inizio del XVI secolo, è situato a pochi chilometri ad oriente della città, verso Forlimpopoli.

Storia

La costruzione, come documentato da varie fonti storiche, venne avviata nel 1450 da Pietro Bianco da Durazzo, un corsaro di origine albanese fattosi eremita, che vestiva di bianco (da cui il soprannome Bianco), giunto a Forlì nel 1448, dove si fece apprezzare per la sua grande fede e devozione.

L'eremita, edificò, inizialmente all'interno delle mura di Forlì, un piccolo oratorio, dedicato a Santa Maria delle Grazie. Successivamente, nel 1450, si trasferì nella località di Fornò, dove rimase fino alla sua morte avvenuta il 6 aprile 1477. In questo luogo, egli fece edificare il santuario inizialmente intitolato alla Madonna della Misericordia e poi delle Grazie, con le dimensioni di un tempietto a pianta circolare.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie venne edificata, come indica l'iscrizione posta sopra la porta d'ingresso, per l'anno del Giubileo 1450, ma già alla fine del XV secolo, a causa di alcuni problemi strutturali endemici e di un terremoto (11 agosto 1483) veniva sottoposta ad una radicale ristrutturazione architettonica su progetto del forlivese Pace di Maso del Bambase (1440 ca. - 1500). I lavori, che terminarono all'inizio del XVI secolo, le dettero le forme attuali.

Il santuario venne affidato alla Congregazione del Santissimo Salvatore, fra i quali è da ricordare il matematico Felice Luigi Balassi(1723 - 1809).

Il monastero, soppresso da Napoleone, cadde in rovina e solo tra il 1853 ed 1857, per interessamento di papa Pio IX, ebbe un radicale restauro diretto da Giacomo Santarelli.

Il complesso monastico fu, in gran parte, demolito nel corso della prima metà del XIX secolo. Inoltre, nel 1944, il chiostro, le sagrestie e il campanile furono rasi al suolo dalle truppe tedesche in ritirata.

Descrizione

Esterno

La chiesa presenta in facciata un largo e profondo nartece che sottolinea il portale d'ingresso, al di sopra del quale, entro una nicchia, è collocata:

Interno

Forlì, Santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò (pianta).[1]

L'impianto architettonico presenta un presbiterio chiuso da una muratura cilindrica, sormontata da un tamburo poligonale della cupola e circoscritta da un deambulatorio, e presenta una pianta circolare.[2] Inoltre, nel perimetro interno della chiesa si aprono quattro cappelle con absidi semicircolari, costruite nel XVII secolo.

Di particolare interesse storico-artistico, si notano:

Al centro dell'edificio sacro è collocata sull'altare maggiore l'icona (detta Madonna Theotòkos) raffigurante:

  • Madonna che tiene in mano la mandorla con Gesù Cristo redentore benedicente e Pietro Bianco da Durazzo in adorazione (metà del XV secolo), tavola dipinta da un anonimo pittore verones:[4] l'icona è parzialmente celata da una coperta, in argento.

Iscrizione

Sopra la porta d'ingresso, si trova un'iscrizione, dove si legge la datazione dell'edifico ed il nome del committente:

« L'anno del giubileo 1450. mi Piero Bianco da Duraco principiai questa chiesa di S. M. di Misericordia e di Gracia e facta tutti beni e ornamenti suoi bellissimi et Dio nostro dilettissimo Nostro Signore degnissimo Salvatore ecterno per sempre in secula. »
Note
  1. Pianta realizzata dal Centro Dipartilmentale DIAPReM dell'Università di Ferrara sito web.
  2. È stato definito da Mariacristina Gori, in Il Santuario di S. Maria delle Grazie a Fornò e i dipinti dei suoi altari:
    « Il monumento più singolare del territorio forlivese, anzitutto perché a date assai precoci adotta, in modo totalmente inconsueto per un edificio dedicato a Maria Vergine, una pianta centrale. L'ampiezza della fabbrica, inoltre, appare sicuramente eccezionale. »
  3. Sgarbi piomba in una chiesa forlivese: "Qui c'è un'opera che è un capolavoro"
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
Bibliografia
  • Gino Evangelisti, Il santuario di S. Maria delle Grazie di Fornò: singolarità architettoniche e iconografiche, in "Il carrobbio. Tradizioni, problemi, immagini dell'Emilia Romagna", XIII (1987), pp. 145 - 152.
  • Mariacristina Gori, Il santuario di S. Maria delle Grazie a Fornò e i dipinti dei suoi altari, in Forlimpopoli, XVI (2005), pp. 115 - 138.
  • Barbara Pagano, La chiesa a pianta centrale nella Romagna del Rinascimento, in "Studi romagnoli", LVII (2006), pp. 465 - 489.
  • Piergiorgio Pasini Una Madonna di Agostino di Duccio a Fornò, in "Culture figurative e materiali tra Emilia e Marche". Studi in memoria di Mario Zuffa, a cura di Paola Delbianco, Rimini 1984, pp. 533 - 542
  • Renzo Rasi, Dalle memorie di G. B. Mambelli: il santuario di Fornò e il restauro del 1853-1857, in "Forlimpopoli", XVII (2006), pp. 165 - 186.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Emilia Romagna, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2005, pp. 862, 864 ISBN: 9770390107016
Collegamenti esterni