Savonarola (oggetto)
La savonarola è un sedia pieghevole, in legno, costituita da elementi incurvati a serpentina e incrociati ad X, con schienale e braccioli.
Il termine savonarola deriva dal nome di Girolamo Savonarola (1452 - 1498), al cui tempo risalirebbe la sedia di questo tipo ancora conservata nella sua cella presso il convento di San Marco a Firenze, nel quale visse dal 1482 alla morte.
Descrizione
La savonarola è un sedia pieghevole, la cui struttura è formata da due serie di listelli paralleli (o stecche), in numero ben definito (da 8 a 12), che si intrecciano a forma di X, ma con andamento ondulato.
Le stecche sono unite in basso da un piede a corrente[1] e in alto da braccioli diritti, alle cui estremità posteriori è fissata una traversa piatta o arcuata, che forma lo schienale, lasciato per il resto aperto e realizzato in cuoio, legno o stoffa. Il sedile è formato da stecche, poste subito al di sopra delle intersezioni dei listelli, dove spesso viene posto un cuscino.
Pur non essendo un arredo tipicamente liturgico è ampiamente utilizzato nelle chiese come seggio per sacerdoti o vescovi. La savonarola, come seggio mobile, nell'uso liturgico, deve essere coperta secondo i colori liturgici del giorno e va usata dal celebrante in mancanza di una sede fissa o del faldistorio.
Storia
La struttura di questa seduta, molto semplice e funzionale, è probabilmente di derivazione romana, il modello più vicino è infatti la sella curulis, utilizzata come simbolo del potere giudiziario.
La sedia savonarola nasce nella seconda metà del XV secolo, probabilmente in Toscana o nell'Italia settentrionale, come un'interpretazione del faldistorio, ed è utilizzata per tutto il Rinascimento con diversi varianti.
Immagini di sedie con assi incrociati si ritrovano alla fine del XVI secolo, in alcuni disegni del guardaroba mediceo e in una predella di Luca Signorelli, databile tra il 1492 e il 1496, conservata alla Galleria degli Uffizi, che raffigura un'Annunciazione con la Madonna seduta su una sedia alla savonarola. Il dipinto documenta non solo la diffusione della sedia alla fine del Quattrocento nell'arredo toscano, ma illustra anche l'attenzione savonaroliana del pittore che, come sappiamo, collocò il ritratto di Savonarola negli affreschi da lui realizzati nel Duomo di Orvieto tra il 1500 e il 1502.
È, quindi, di poco successiva l'immagine del 1503 nel volume Patria Historia Mediolani apud Alexandrum Minutianum, scritto dallo storico Bernardino Corio, dove è raffigurato uno studioso seduto su una sedia identica a quella del Savonarola.
La savonarola potrebbe essere arrivata dall'Italia settentrionale - ricordiamo che il frate domenicano era nato a Ferrara - e importata quindi a Firenze da quelle zone. In Toscana, però, la curvatura inferiore è più slanciata in verticale e si espande con un respiro largo nella parte superiore. Ancora una savonarola è la sedia di Ferdinando I de' Medici, conservata a Palazzo Vecchio. Il modello è la semplice sedia a stecche che si trova sia nel Nord (Piemonte e Lombardia), sia a Firenze.
Gli esemplari più tardi presentano ricche decorazioni sulla spalliera e sulle stecche davanti.
La savonarola è una sedia di notevole funzionalità per questo si diffuse rapidamente in tutta Europa, soprattutto in Germania.
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