Sede titolare di Carpi

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Nota di disambigua - Se stai cercando l'omonima diocesi italiana, vedi Diocesi di Carpi.
Sede titolare di Carpi
Sede vescovile titolare
Dioecesis Carpitana
Chiesa latina
Sede vacante
Istituita: 1933
Stato bandiera Tunisia
Località: Carpi (Tunisia)
Diocesi soppressa di Carpi
Suffraganea Arcidiocesi di Cartagine
Eretta: ?
Soppressa: ?
Collegamenti esterni
Dati online (gc ch)
Collegamenti interni
Sedi titolari in Cathopedia

La Sede titolare di Carpi (in latino: Dioecesis Carpitana) è una diocesi soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia

Carpi, identificabile con Henchir-Mraïssa nell'odierna Tunisia, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Africa Proconsolare, suffraganea dell'Arcidiocesi di Cartagine. Si trovava nei pressi di Cartagine.

Sono sette i vescovi documentati di Carpi. Secondino prese parte al Concili di Cartagine (256) e figura al 24º posto nelle Sententiae episcoporum.[1] Al Concilio di Cartagine (411), che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa romana, presero parte il cattolico Antonio e il donatista Veraziano. Pentadio fu tra i padri del Concilio di Cartagine (417). Felice prese parte all'ariano Concilio di Cartagine (484) convocato da Unnerico, re dei Vandali, in seguito al quale venne esiliato in Corsica con tutti gli altri vescovi cattolici. Venerio e Basso infine intervennero rispettivamente al Concilio di Cartagine (525) e al antimonotelita Concilio di Cartagine (646).

Dal 1933 Carpi è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica.

Cronotassi

Vescovi

  • Secondino (menzionato nel 256)
  • Antonio (menzionato nel 411)
  • Pentadio (menzionato nel 419)
  • Felice (menzionato nel 484)
  • Venerio (menzionato nel 525)
  • Basso (menzionato nel 646)

Vescovi titolari

Note
  1. (LA) S. Thasci Caecili Cypriani opera omnia, Recensuit et commentario critico instruxit Guilelmus Hartel, Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum (CSEL), volumen III, pars I (Praefatio et Libelli), Vindobonae, 1868, p. 445.
Bibliografia
Collegamenti esterni