Sede titolare di Costanza di Arabia

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  • Parametro: vescovo

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Sede titolare di Costanza di Arabia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Constantiensis in Arabia
Patriarcato di Antiochia
Vescovo titolare: sede vacante
Suffraganea
della Sede titolare di Bosra
Istituita: XV secolo
Stato Siria
Località: Costanza di Arabia
Diocesi soppressa di Costanza di Arabia
Eretta: ?
Soppressa: ?
Coordinate geografiche
35°02′03″N 36°47′40″E / 35.034213, 36.794329 bandiera Siria
Mappa di localizzazione New: Siria
Costanza di Arabia
Costanza di Arabia
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Antiochia di Siria
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La Sede titolare di Costanza di Arabia (latino Dioecesis Constantiensis in Arabia}}) è una diocesi soppressa del patriarcato di Antiochia e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia

Costanza di Arabia, identificabile con Buraq nell'odierna Siria, è un'antica sede episcopale della provincia romana d'Arabia nella diocesi civile d'Oriente. Faceva parte del patriarcato di Antiochia ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Bosra, come attestato da una Notitia Episcopatuum del VI secolo.[1]

Sono due i vescovi attribuiti a questa sede.[2] Chilone assistette al concilio di Costantinopoli del 381.[3] Nel concilio di Calcedonia (451) era assente il vescovo Solemo, e per lui firmò gli atti il metropolita Costantino.[4]

Dal XV secolo Costanza di Arabia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 3 febbraio 1969.

Cronotassi

Vescovi greci

  • Chilone † (menzionato nel 381)
  • Solemo † (menzionato nel 451)

Vescovi titolari

I vescovi di Costanza di Arabia appaiono confusi con i vescovi di Costanza di Tracia e di Costantina, perché nelle fonti citate le cronotassi delle tre sedi non sono distinte.

Note
  1. Echos d'Orient X, 1907, p. 95.
  2. I medesimi due vescovi sono attribuiti dall'opera Siria Sacra alla sede di Etalonia, chiamata anche Costantina (cfr. Siria Sacra, p. 111).
  3. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, t. III, col. 569. Le Quien riferisce erroneamente che questo vescovo prese parte al primo concilio di Nicea (325).
  4. Mansi, op. cit., t. VII, col. 168.
  5. Tommaso Leccisotti, Il collegio S. Anselmo dalla fondazione alla prima interruzione (1687-1810), in "Benedictina - fascicoli trimestrali di studi benedettini", nº fasc. 1-2, vol. anno III, 1949, p. 42 su books.google.it
  6. Il prelato è ancora menzionato negli Annuari Pontifici fino al 1867 compreso.
  7. Secondo gli Acta Sanctae Sedis, il vescovo Carlo Andrea Anthonis succede a Vincenzo Paccaroni (1867, pp. 552-553).
  8. In occasione del suo trasferimento a Melitene, gli Acta Apostolicae Sedis gli attribuiscono la sede Constantiensis in Scythia (cfr. AAS 15 (1923), p. 610).
Bibliografia

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Collegamenti esterni