Vescovo titolare
I Vescovi titolari o Arcivescovi titolari sono quei vescovi ai quali non è stata affidata la cura pastorale di una diocesi.[1]
Diritto canonico
La loro nomina spetta alla Santa Sede. Viene loro assegnato il titolo di una diocesi che non esiste fisicamente.
La non esistenza può essere dovuta a varie cause:
- la diocesi è ormai in partibus infidelium: Ippona, Antiochia di Pisidia);
- la diocesi è stata soppressa: Bitetto, Oderzo, Torcello;
- si tratta di una sede titolare diversamente istituita, ma mai stata diocesi residenziale in passato: Biccari).
Il titolo viene assegnato in quanto, a norma del diritto canonico, a ogni vescovo deve essere assegnata una distinta sede episcopale.
Pur non avendo alcuna giurisdizione sulla chiesa titolare, godono di tutti i privilegi e gli onori dei vescovi diocesani: inoltre, prendono parte con voto deliberativo ai concili[2] ed appartengono per diritto alla Conferenza Episcopale del territorio dove svolgono il loro incarico[3].
Sono vescovi titolari:
- gli alti funzionari della Curia Romana o delle Conferenze Episcopali, come Giuseppe Betori, già segretario della CEI, che è stato titolare di Falerone;
- i Nunzi apostolici; essi hanno il titolo di arcivescovi; Giovanni XXIII, quale nunzio in Francia, ebbe il titolo di Mesembria;
- i vescovi ausiliari: Beniamino Pizziol, ad esempio, quando era ausiliare di Venezia, era titolare di Cittanova.
I coadiutori, attualmente, assumono il titolo della diocesi residenziale della diocesi o arcidiocesi a cui sono destinati, così come i vescovi emeriti di diocesi residenziali, che mantengono il titolo della diocesi che hanno governato; in passato, tuttavia, a questi prelati era assegnato il titolo di una sede titolare.
Storia
L'origine dei vescovi titolari risale al IV secolo, quando nel Concilio di Nicea (325) si concesse ai vescovi novaziani convertitisi all'ortodossia di mantenere i privilegi e gli onori derivanti dall'ordine episcopale pur perdendo ogni giurisdizione sulla chiesa titolare.
A partire dal VII secolo, con l'occupazione araba del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale, numerosi vescovi espulsi da quelle regioni trovarono ospitalità in Occidente e vennero accolti dai vescovi locali come ausiliari: dopo la loro morte altri vennero consacrati come loro successori. Tale pratica venne confermata e disciplinata dai concili di Vienne e Trento.
Note | |
Fonti | |
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