Gloria
Il termine gloria è applicato dalla Bibbia principalmente a Dio; applicato alle creature indica ogni partecipazione gratuita alla vita gloriosa di Dio, cioè ogni trasformazione spirituale che fa entrare gli uomini nello spazio vitale della Trinità[1].
Nella Bibbia
Per approfondire, vedi la voce Gloria (Bibbia) |
L'Antico Testamento parla della gloria di Dio usando il termine kabōd, derivato del verbo kbd, "essere pesante, importante", che i LXX traducono il più delle volte con dóxa.
La gloria di Dio si manifesta ora sotto forma di aiuto, ora di castigo (Lev 9,6-23.24 ); il suo carattere trascendente è affermato dall'immagine del fuoco (Es 24,17;40,34-35 ); riempie "il cielo e la terra" (Is 6,3 ) e riempie di meraviglia Israele e i popoli pagani (Es 15,1-3 ; Sal 114,1 ); si fa contemplare da Ezechiele sotto forma di una visione celeste (Ez 1,27-28 ) o nel Tempio di Gerusalemme (9,3), specialmente nel tempio escatologico (43,3-5).
I sinottici concludono volentieri i racconti dei miracoli di Gesù menzionando la gloria di Dio o la sua glorificazione (Mt 9,8;15,31 ; Lc 13,13;17,15.18 ). La gloria (dóxa) risplende nella trasfigurazione di Gesù come un fenomeno luminoso (Lc 9,31-32 ).
Il Vangelo secondo Giovanni annuncia che in Cristo, Lógos e Figlio incarnato del Padre, la gloria di Dio è visibilmente presente (Gv 1,14 ).
Nelle Lettere di San Paolo Cristo è il "Signore della gloria" (1Cor 2,8 ), ed egli è la promessa viva che il nostro "misero corpo" sarà un giorno "conformato al suo corpo glorioso" (Fil 3,21 ): l'uomo è destinato a partecipare alla gloria manifestata da Dio in Cristo (Rm 8,18.20.30 ; 2Cor 3,18;4,4-6 ).
Nei Padri della Chiesa
I Padri Apostolici
I Padri Apostolici tematizzano la gloria di Dio in numerosi testi.
Nella Didaché il sapore è dossologico: "Tua è la potenza e la gloria nei secoli", "A te la gloria nei secoli", "Poiché tua è la gloria e la potenza per Gesù Cristo nei secoli", "A te la gloria nei secoli" (v.8-10).
Altri testi si trovano in un contesto cristologico e patrocentrico, come quelli del Martirio di Policarpo: "(il Signore) A lui, che può condurre tutti noi, per sua grazia e suo dono nel regno eterno, mediante suo Figlio l'unigenito Gesù Cristo, gloria, onore, potenza e grandezza per sempre"; "(Gesù Cristo) A lui gloria, onore, grandezza, trono eterno di generazione in generazione. Amen" (v.20-21)[2].
Sant'Ignazio d'Antiochia vuole che i credenti glorifichino Dio in risposta all'azione con cui egli li glorifica (Ef 2,2 ).
I Padri successivi
Secondo un'antica usanza liturgica si rende gloria al Padre "per Cristo e lo Spirito Santo"[3] o "per Cristo nello Spirito Santo"[4]. In seguito si rende sempre più gloria a Dio tenendo presente la sua Trinità[5].
Nel Magistero recente
Il Concilio Vaticano I ha dichiarato che "chi nega che il mondo sia creato a gloria di Dio sia scomunicato"[6].
Note | |
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Voci correlate | |