Sincretismo
Il sincretismo consiste in una fusione tra dottrine e sistemi di pensiero originalmente non convergenti tra di loro. A livello religioso consiste nel fondere elementi di diverse esperienze religiose. Più che designare una sintesi, o conciliazione armoniosa e profonda, il sincretismo si riferisce a fenomeni di giustapposizione che, proprio per la loro superficialità e occasionalità storica non giungono a risultati durevoli e a sviluppi originali.
Il sincretismo religioso è tipico dei grandi momenti di transizione delle culture: di fronte all'influsso di diverse tendenze di pensiero, esso cerca di mischiare le diverse tendenze evitando così un vero discernimento.
Origine del termine
Il termine deriva dal greco συγκρητισμός, synkretismós, participio passato di synkerân, composto di synkerân, "con", e kerân, "mischiare", "fondere insieme"[1].
Il termine compare per la prima volta nel De fraterno amore di Plutarco (n. 19): afferma che i Cretesi hanno messo da parte le differenze per coalizzarsi in vista dei pericoli esterni.
Nella storia
Nella storia della religione e del pensiero sono esempi tipici di sincretismo la fusione tentata da Siriano nel V secolo del platonismo con l'orfismo e l'astrologia caldaica e ancor più la pratica di fondere il cristianesimo con le filosofie pagane.
Nell'antichità, fu sincretistica la religiosità greca dopo Alessandro Magno: essa integrava elementi greci, egiziani e zoroastriani.
Anche i primi tre secoli dell'era cristiana, caratterizzati da un intreccio assai vario di dottrine religiose orientali, filosofia greca, superstizioni e riti pagani innestati sul tronco della nuova spiritualità cristiana, offrirono esempi tipici di sincretismo mischiando gnosticismo, culti misterici ed altre tendenze religiose.
Anche il Corpus hermeticum, che nacque nel quadro di una cultura pagana che cercava di darsi una maggiore dignità culturale, in contrapposizione al Cristianesimo, e che influenzò la cultura dell'umanesimo, può considerarsi il prodotto della mentalità e della pratica sincretistiche.
Queste sono presenti anche nelle religioni orientali: nella Cina del X secolo ebbe larga diffusione la tendenza ad unire Confucianesimo, Taoismo e Buddismo.
Nella vita della Chiesa, oggi
Il Concilio Vaticano II indica il sincretismo come un rischio del dialogo ecumenico:
« | Nella misura in cui lo permette la situazione religiosa, va promossa un'azione ecumenica tale che i cattolici, esclusa ogni forma di indifferentismo, di sincretismo e di sconsiderata concorrenza, attraverso una professione di fede - per quanto possibile comune - in Dio ed in Gesù Cristo di fronte ai non credenti, attraverso la cooperazione nel campo tecnico e sociale come in quello religioso e culturale, collaborino fraternamente con i fratelli separati, secondo le norme del decreto sull'ecumenismo. » | |
(Ad Gentes, 15)
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Il sincretismo rappresenta una sfida, oggi, per la Chiesa, di fronte all'urgenza del dialogo interreligioso:
« | Domani il grande problema non sarà più l'ateismo, ma una sincera e profonda coabitazione tra le religioni, e il modo in cui il cristianesimo dovrà mantenere la sua identità, senza scivolare nel sincretismo. » | |
Note | |
Voci correlate | |