Taumaturgia
La taumaturgia (dal greco θαῦμα, thaûma, "miracolo" e ἔργον, érgon "lavoro") è una branca della religione che studia i fenomeni legati ai prodigi e ai miracoli.
Si è soliti distinguere la taumaturgia vera e propria dalla teurgia che studia i miracoli operati nel senso stretto della parola, mediante la sola fede nella Divinità, senza l'utilizzo di alcuna forma di magia.
Nel corso dei secoli vennero chiamati taumaturghi sia santi che re.
Re taumaturghi
L'appellativo di re taumaturgo è stato attribuito ai re francesi e a quelli inglesi, ai quali almeno fino alla prima metà del XVIII secolo erano popolarmente attribuiti poteri di guarigione dovuti alla natura divina della loro regalità.
In Francia
Secondo la credenza popolare rispondevano all'appellativo di taumaturghi i re della dinastia merovingia e capetingia capaci di fare miracoli.[1]
Il primo a cui si attribuisce questa facoltà è Roberto II il Pio (972-1031), che risulta attestato come guaritore delle scrofole, titolo ereditato dai suoi successori, fino a Carlo X (1757-1836).
La taumaturgia attribuita ai sovrani[2] era un fatto così diffuso che nemmeno i più scettici, nel XIV secolo, osavano mettere in dubbio. I mali che i sovrani erano in grado di debellare erano facilmente guaribili, anche spontaneamente; tuttavia i malati desideravano ardentemente la guarigione, ed erano pronti a ricorrere ai rimedi indicati dalla voce popolare,che riconosceva nel loro sovrano un guaritore specialista nella cura delle scrofole.
Pipino il Breve fu l'iniziatore di una pratica che in Europa fu mantenuta per lungo tempo: l'unzione del re in carica. Il significato di questa pratica è enorme: il re è tale in quanto è eletto da Dio, è l'unto del Signore. La capacità di guarire, in particolare le scrofole, diventa allora capacità santa, trasmessa direttamente da Dio con il sacramento dell'unzione regale. Così tra le numerose mansioni attribuite al sovrano per il bene del suo popolo, compare anche il rito del tocco delle scrofole. Così Roberto II il Pio[3] suo nipote Filippo I si specializzano nel guarire le scrofole, le lesioni della pelle che il sovrano grazie all'unzione divina guariva semplicemente toccandole.[4]
In Inghilterra
Guglielmo I il Conquistatore della dinastia normanna era nipote di Roberto II il Pio. In virtù di questo legame parentale i re inglesi si sono attribuiti fin dal primo costituirsi della monarchia gli stessi poteri taumaturgici rivendicati dai sovrani francesi.
Il primo regnante inglese ad attribuirsi questa facoltà fu Enrico I Beauclerc e l'ultimo Anna Stuart (1665 - 1714).Il nipote di Gugliemo I, Enrico I, e il nipote di questi, Enrico II fecero discendere per eredità regale le virtù taumaturgiche.[5]
Nonostante il tocco delle scrofole fosse una prerogativa soltanto dell'unto re di Francia e non di altri unti re, quando Enrico I cominciò ad introdurla nel suo Paese nessuno trovò la cosa disdicevole.Anzi, a differenza di quanto accadeva in Francia, in Inghilterra la pratica del tocco regale dei malati fu accompagnato da molti riti quasi sacerdotali.
Il rito taumaturgico
Non si hanno fonti certe riguardo ai rituali taumaturgici praticati presso le corti medioevali.
A partire dal XV secolo la taumaturgia viene praticata all'interno di un contesto piuttosto fisso: il re tocca il malato, pronuncia una preghiera, benedice con il segno della croce, compie un gesto di purificazione lavandosi le mani. Documenti attestano che in Francia il re nel toccare il malato diceva: "Il re ti tocca, Dio ti guarisce".
In Inghilterra il rito taumaturgico si accompagnava alle elemosine. Il sovrano infatti dava un denaro ad ogni malato. Ogni re aveva poi la propria modalità di praticare la taumaturgia. Luigi IX di Francia, meglio conosciuto come San Luigi toccava i malati ogni giorno alla conclusione della messa. Il suo successore Luigi XI, una volta alla settimana. Tra i sovrani inglesi invece Enrico VII aveva stabilito un giorno della settimana per toccare i malati.
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Voci correlate | |