Voto di obbedienza
Con voto di obbedienza si intende la scelta volontaria di rimettere le proprie decisioni al giudizio di un superiore, confermando il tutto con voto a Dio.
Normalmente, chi emette voto di obbedienza professa ugualmente il voto di povertà ed il voto di castità.
Storia
I Vangeli ci presentano la figura di Gesù Cristo obbediente al volere del Padre celeste:
« | Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. » | |
San Paolo, parlando di Gesù, lo descrive
« | obbediente fino alla morte, e alla morte di croce » | |
Nei secoli dopo Cristo, i cristiani hanno sempre cercato di seguire il suo esempio ed insegnamento anche riguardo all'obbedienza.
Gli eremiti dei primi secoli non erano nella condizione di esercitarsi nell'obbedienza, tuttavia era già prevista una certa docilità nel mettersi alla scuola di un monaco più anziano. San Cipriano nella sua lettera "De abitu virginum" scrive che a Roma le vergini erano solite mettersi sotto la guida di vergini più anziane. L'obbedienza veniva vista quindi come una specie di formazione.
In seguito, al tempo di san Benedetto, con l'organizzarsi della vita religiosa, anche in forma comunitaria, è risultato importante obbedire ad un superiore. Per questo il voto di obbedienza ha acquistato una importanza maggiore.
Infine san Tommaso d'Aquino, nella Summa Theologiae indica il voto di obbedienza come il capo dei voti religiosi.
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