Zoroastrismo

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Zoroastrismo è il nome dato ad una delle più antiche religioni e la più importante e meglio nota dell'Iran antico o preislamico.

Prende il nome da quello del suo fondatore Zoroastro (Zarathustra) vissuto in Persia approssimativamente tra il VII ed il VI secolo a.C. Lo Zoroastrismo si presenta come una versione riformata di una precedente tradizione religiosa persiana, caratterizzata da numerosi elementi in comune con la religione vedica indiana. L'altro nome con il quale lo Zoroastrismo è conosciuto, Mazdeismo, deriva dal nome della principale figura divina, Ahura Mazda.

Lo Zoroastrismo è stato per secoli la religione dominante in quasi tutta l'Asia centrale, dal Pakistan all'Arabia Saudita, fino alla rapida affermazione della religione islamica nel VII secolo. Il costante declino nei secoli successivi vide un brusco cambiamento di direzione negli anni Novanta del XX secolo, caratterizzati da un'inaspettata e repentina crescita della religione zoroastriana. Negli ultimi anni le tendenze hanno tuttavia nuovamente cambiato marcia: le ultime statistiche presentano un numero di 200.000 fedeli in continua discesa, ed è diffusa l'opinione secondo cui lo Zoroastrismo potrebbe estinguersi nel giro di pochi anni.[1]

Caratteristiche

Faravahar, spirito guardiano, uno dei simboli principali dello Zoroastrismo

Lo Zoroastrismo combina elementi di monoteismo e dualismo. Molti studiosi moderni ritengono che questa religione abbia avuto una larga influenza sulle religioni abramitiche e su Mitraismo, Manicheismo e Mandeismo.

Il libro sacro dello Zoroastrismo è l'Avesta. Di questo testo solamente i Gatha (gli inni) sono attribuiti a Zoroastro.

Nodo centrale della religione è la costante lotta tra Bene e male. Agli inizi della creazione, il Dio Supremo (in sanscrito "Ahura Mazda - "Grande Divinità"), è caratterizzato da luce infinita, onniscienza e bontà; è opposto ad Angra Mainyu (o Ahriman) lo spirito malvagio delle tenebre, della violenza e della morte.

Il conflitto cosmico risultante interessa l'intero universo, inclusa l'umanità, alla quale è richiesto di scegliere quali delle due vie seguire. La via del bene e della giustizia ("Asha") porterà alla felicità ("Ushta"), mentre la via del male apporterà infelicità, inimicizia e guerra.

Sono legati alla dualità di bene e male anche i concetti di Paradiso, Inferno e Giorno del giudizio. Dopo la morte l'anima della persona attraversa un ponte ("Chinvato Peretu") sul quale le sue buone azioni sono pesate con quelle cattive. Il risultato decreta la destinazione dell'anima nel Paradiso o nell'Inferno. Quando alla fine dei giorni il male sarà definitivamente sconfitto, il cosmo verrà purificato in un bagno di metallo fuso e le anime dei peccatori saranno riscattate dall'Inferno, per vivere in eterno, entro corpi incorruttibili, alla presenza di Ahura Mazda

Storia

Lo Zoroastrismo, nel tempo diffusosi soprattutto tra i popoli iranici d'Europa (Sciti e Sarmati, per esempio) e d'Asia, fu la religione favorita dalle due grandi dinastie dell'antica Persia, gli Achemenidi ed i Sasanidi. Comunque, poiché non sono sopravvissute fonti scritte persiane contemporanee di quel periodo, è difficile descrivere la natura dell'antico Zoroastrismo in dettaglio.

La descrizione di Erodoto della religione persiana include alcune caratteristiche proprie dello Zoroastrismo, come l'esposizione dei morti. I re achemenidi riconobbero la loro devozione ad Ahura Mazda nelle iscrizioni; comunque essi furono anche partecipi dei rituali religiosi locali a Babilonia e in Egitto. Il fondatore della dinastia achemenide Ciro II aiutò gli Ebrei a ritornare nella loro terra natia, ricostruendo i loro templi Is 45,1-7 fatti che sembrano escludere che ci fosse stata da parte loro una imposizione dell'ortodossia religiosa sui sudditi. Secondo tradizioni tarde, molti dei sacri testi andarono perduti quando Alessandro Magno distrusse Persepoli e rovesciò il regno achemenide negli anni successivi al 330 a.C.

È opinione comune che i Re magi che vennero dall'Impero persiano per portare doni a Gesù Cristo fossero sapienti zoroastriani.

Quando la dinastia sasanide prese il potere in Iran nel 228, essi promossero l'utilizzo della loro religione zoroastriana. Molte fonti cristiane del periodo in questione informano che i re sasanidi perseguitarono i Cristiani in Persia. Comunque non sembra che il Cristianesimo sia stato proibito come religione nel periodo preso in esame.
Molti storici credono che i Sasanidi in un primo momento si opposero al Cristianesimo, per i suoi vincoli con l'Impero romano, e perciò durante il periodo considerato la Chiesa nestoriana fu tollerata e anche a volte favorita dalla dinastia imperante. Quando l'impero sasanide si impossessò delle province romane vi costruirono spesso templi di fuoco. Inoltre sempre nell'era sasanide divenne popolare la credenza che Ahura Mazda e Angra Mainyu fossero figli del dio del tempo Zurvan; tale credenza si diffuse nel tempo e diede origine alla corrente detta zervanismo.

Dal VI secolo lo Zoroastrismo si espanse nella Cina settentrionale, attraverso la via della seta, ottenendo uno status di ufficialità in alcuni stati cinesi. Templi zoroastriani rimasero fino almeno al 1130 circa nelle regioni del Kaifeng e Zhenjiang, ma dal XIII secolo la religione gradatamente perse importanza nel panorama religioso cinese.

Nel VII secolo la dinastia sasanide fu abbattuta dagli Arabi musulmani e gli Zoroastriani ottennero lo status di ‘Popolo del Libro (in arabo Ahl al-Kitāb) da parte del Califfo Umar ibn al-Khattab. Comunque, l'uso dell'Avesta antico e delle lingue persiane fu proibito. I conquistatori islamici considerarono gli insegnamenti di Zoroastro come un culto politeistico. Lo Zoroastrismo, che una volta era stato una religione dominante in una regione che andava dall'Anatolia al Golfo Persico e all'Asia centrale, non ebbe un potente campione straniero, come fu l'Impero bizantino per il Cristianesimo, e lentamente perse la sua influenza.

Nell'VIII secolo un gran numero di iranici devoti al culto zoroastriano emigrarono in India, dove trovarono rifugio presso Jadav Rana, un re indù dell'odierna provincia di Gujarat, ma a condizione che si astenessero da attività missionarie e si sposassero tra loro. Anche se le restrizioni sono vecchie di secoli, ancora oggi i Parsi, così si chiamano in India i devoti dello Zoroastrismo, non fanno proselitismo e sono endogamici.

Principi dello Zoroastrismo moderno

Alcuni fra i concetti maggiori zoroastriani:

  1. La filosofia zoroastriana è simbolizzata da uno dei principali motti della religione: "Buoni pensieri, buone parole, buone opere".
  2. Parità sessuale. Uomini e donne hanno uguali diritti all'interno della società.
  3. Attenzione per l'ambiente. La natura svolge un ruolo centrale nella pratica dello Zoroastrismo. Le più importanti feste annuali zoroastriane riguardano celebrazioni della natura: il nuovo anno nel primo giorno di primavera, la festa dell'acqua in estate, la festa d'autunno alla fine della stagione, la festa del fuoco in mezzo all'inverno.
  4. Lavoro e carità. Pigrizia e lentezza sono malviste. La carità è vista come opera buona.
  5. Condanna dell'oppressione tra esseri umani, della crudeltà verso gli animali e del sacrificio degli animali. Punti nodali della religione sono l'eguaglianza di tutti gli esseri senza distinzione di razza o credo religioso e rispetto totale verso ogni cosa.
  6. Liturgia. Nello Zoroastrismo l'energia del creatore è rappresentata dal fuoco. I devoti del culto solitamente pregano alla presenza di qualche forma di fuoco (o davanti a fonti di luce). Il fuoco comunque non è oggetto di venerazione, ma è utilizzato semplicemente come simbolo e punto centrale del culto zoroastriano. Anticamente la funzione principale del culto era lo 'Yasna', il sacrificio dell'haoma, pozione a base di erba, bevuta come liquido sacrificale mentre veniva compiuta una serie complessa di rituali. Tale pratica fu osteggiata da Zarathustra. I seguaci dello Zoroastrismo pregano cinque volte al giorno.

Altri concetti:

  1. Matrimonio interreligioso e proselitismo. Gli Zoroastriani non hanno attività missionaria e i Parsi conservatori non accettano le conversioni, mentre i Parsi "liberali" e molti Zoroastriani della diaspora europea e americana le ammettono. In India, i Parsi hanno l'abitudine di sposarsi tra consanguinei. In Iran, a causa della discriminazione tuttora esistente, il matrimonio tra devoti di religioni diverse non è ufficialmente incoraggiato dalle autorità.
  2. Morte e sepoltura. I rituali religiosi connessi con la morte sono concentrate sull'anima della persona e non sul corpo, considerato impuro. Alla morte, l'anima lascia il corpo dopo tre giorni. Nei tempi antichi il cadavere veniva esposto in luoghi aperti e sopraelevati, chiamati torri del Silenzio, dove l'avrebbero mangiato gli avvoltoi. Anche gli imperatori persiani quali Dario, Ciro, Serse e Artaserse, in quanto zoroastriani, sono stati spolpati dagli avvoltoi prima di essere sepolti nei rispettivi sepolcri a Persepoli e a Naqs-i-Rustam. La tradizione dell'esposizione dei cadaveri è attualmente seguita solamente dai Parsi. Gli Zoroastriani dell'Iran ricorrono alla cremazione elettrica o all'inumazione (in tal caso la bara è posta nel cemento per proteggere la purezza della terra).

Seguaci

Zoroastro era originario dell'Atropatena, che è l'attuale Azerbaigian. Dopo l'occupazione islamica i seguaci azeri hanno sofferto molto, perché non accettavano la nuova religione, ma volevano mantenere le loro tradizioni religiose legate al fuoco sacro, preferivano morire piuttosto che convertirsi all'Islam, allora i musulmani permisero ai seguaci dello zoroastrismo di rimanere nella loro fede, solo pagando una "tassa dell'anima": si trattava di una tassa molto alta, al cui mancato pagamento, i soldati arabi portavano via tutti gli animali e proprietà della persona, poi schiavizzavano i figli ed infine la persona stessa, che perdeva la libertà totalmente. Ovviamente si potevano evitare tutte queste complicazioni diventando subito musulmani, ma molti azeri hanno preferito la resistenza fino all'ultimo e sono letteralmente stati forzati a diventare musulmani, rimanendo costretti a scegliere tra la libertà dell'"anima" e la libertà di religione. Per questo gli arabi ai tempi soprannominarono gli azeri come "musulmani di spada", perché convertiti a forza di sangue e morte. Finora il popolo comunque mantiene molte tradizioni di culto zoroastriano, come le feste principali in primavera che viene considerata come l'inizio del nuovo anno, della vita, la vittoria del bene sul male, della luce, cioè del sole (simbolo del Bene/Dio) sulle tenebre. Il giorno della festa è l'ultimo martedì prima del solstizio di primavera, cioè prima del 21 marzo. La notte di quel martedì viene considerata magica, e alcuni credono che possano accadere dei miracoli, (notare la somiglianza con la notte di Natale). Quel giorno bisogna fare pace con i nemici e chiedere perdono a coloro che si sono offesi. La gente si veste con indumenti belli e nuovi, secondo la tradizione, i bambini bussano alle porte lasciando davanti un sacco per qualche dono e poi si nascondono. Per la tradizione, quel giorno non si può mandare indietro nessuno senza un dono, anche se non si sa chi bussa alla porta. Poiché se fosse anche un nemico, deve ricevere solo del bene nel giorno sacro. Sul tavolo si mettono dei dolci a forma di sole (rotondo, giallo-rosso), stella (un rombo con 4 punte che sarebbero collegate attraverso un punto centrale il quale ricorda molto la croce, e forse per questo si suppone che i Re magi fossero zoroastriani che avevano visto la stella nascente di Dio, quindi arrivarono da Gesù seguendo quella stella) ed infine un dolce a forma di mezzaluna, quindi i corpi celesti sui quali si basa il calcolo del giorno della festa. Inoltre mettono sul tavolo di festeggiamento delle uova colorate, che ricordano molto le uova di Pasqua decorate tipiche dei paesi cristiano-ortodossi. Si prepara il pesce, che secondo alcune fonti è simbolo di Ahura Mazda vincente. Tutti questi dettagli e anche il periodo di festeggiamento ci ricordano molto la Pasqua, che potrebbe avere qualche origine comune con la festa zoroastriana. Durante i festeggiamenti si salta sopra il fuoco, che simboleggia la liberazione dai peccati, dal male, dalle malattie che vengono lasciate bruciare nel fuoco sacro. Questo rito prende origine dal credo zoroastriano circa il ponte per paradiso: dopo la morte l'anima passa sopra quel ponte sottile quanto un capello, se l'anima è innocente, passa senza problemi ed entra nel Paradiso, altrimenti l'anima è appesantita dai peccati cade nel fuoco purgatorio dell'Inferno che si trova sotto il ponte. Non casualmente il nome "Azerbaigian" ha un significato collegato al fuoco, letteralmente significa "la terra di fuoco,delle anime di fuoco". Nella capitale Baku si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah, meta di credenti provenienti fino dall'India attraverso la Via della Seta, che giungevano qui per pregare e meditare davanti all'eterno fuoco sacro che esce dalla terra.

Attualmente comunità zoroastriane si possono trovare soprattutto in India, Pakistan e Iran. La diaspora zoroastriana comprende due gruppi principali: i Parsi di ambiente sud-asiatico e gli Zoroastriani dell'Iran.

Tempio zoroastriano a Yazd in Iran

Questi ultimi sono sopravvissuti in Iran a secoli di persecuzioni, come altre minoranze religiose. Comunità zoroastriane esistono a Teheran, a Yazd e a Kerman, dove molti parlano ancora un dialetto diverso dalla lingua iranica. Essi chiamano la loro lingua Dari.

I Parsi nell'Asia meridionale hanno goduto, invece, di una relativa tolleranza. I Parsi sono famosi per le attività svolte nel campo dell'educazione e sono diventati una specie di casta economicamente forte all'interno della società indiana.

C'è inoltre un crescente interesse fra le popolazioni Curde, soprattutto quelle del Tagikistan e Kazakistan, per l'antica eredità zoroastriana. Infatti, l'UNESCO (su pressione del governo del Tagikistan) ha proclamato il 2003 anno della celebrazione del "3000° anniversario della cultura zoroastriana" con manifestazioni speciali in tutto il mondo.

Piccole comunità zoroastriane esistono nei maggiori centri urbani degli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e in altri paesi. In Italia esiste da alcuni anni una minuscola diaspora zoroastriana, coordinata da Michele Moramarco, che ha ricevuto il navjote (l'iniziazione alla religione) nel 2003. La popolazione mondiale di zoroastriani è stimata tra le 180.000 e le 250.000 unità. Di questi 70.000 circa sono Parsi dell'India.

Note
Bibliografia
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Voci correlate
Collegamenti esterni