Inferno

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Con inferno, cioè luogo inferiore o sottostante (in ebraico שְׁאוֹל, sheòl; in greco Ἀδης, Ades; in latino infernus), si intende la condizione di coloro che, dopo la morte e la risurrezione dei morti, si trovano nello "stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati" (CCC 1033). Questa condizione di sofferenza eterna non rappresenta una mera e passiva condanna da parte di Dio sul destino ultimo dell'uomo peccatore, ma la logica e permanente conseguenza delle sue azioni nella vita terrena che non sono state dirette al duplice comandamento dell'amore a Dio e all'amore al prossimo. All'opposto dell'inferno si colloca il paradiso, cioè la condizione di perpetua beatitudine di coloro che nella vita terrena hanno attuato il duplice comandamento dell'amore a Dio e al prossimo.

Sandro Botticelli, Mappa dell'Inferno dantesco (1480 - 1495 ca.), penna e inchiostro su pergamena

La passata tradizione cristiana, in particolare di epoca medioevale (cfr. in particolare l'inferno dantesco), lo ha concretamente immaginato come un luogo fisico sotterraneo caratterizzato da fuoco, pece, sofferenze fisiche e diavoli molestatori. La teologia contemporanea invece lo identifica come una condizione segnata dalla perpetua e volontaria assenza di bene.

Antico Testamento

Nei testi più antichi dell'AT la fede in una vita ultraterrena, sia per il bene che per il male, è poco presente in maniera esplicita. Il bene più grande cui può aspirare il giusto è morire "vecchio e sazio di giorni", secondo la ricorrente espressione associata alla morte dei patriarchi (Abramo Gen 25,8 ; Isacco Gen 35,29 ; Davide 1Cr 23,1 ; Giobbe Gb 42,17 ), mentre per l'empio il destino eterno coincide con la dissoluzione personale e l'oblio dei viventi.

Invece nei testi relativamente recenti (V-I secolo a.C.) sono presenti alcune intuizioni, in particolare circa la dannazione eterna, con descrizioni particolarmente concrete e colorite: "Vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti" (Is 66,24 ); "Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto e li scuoterà dalle fondamenta; saranno del tutto rovinati, si troveranno tra dolori e il loro ricordo perirà" (Sap 4,19 ); "Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna" (Dn 12,2 ).

Nuovo Testamento

Nella predicazione di Gesù e nel NT, nei numerosi accenni relativi alla condanna eterna e all'inferno, ricorrono gli stessi elementi concreti e coloriti presentati dai brani dell'AT: fuoco eterno; tenebre, pianto e stridore di denti; il verme che divora in eterno le carni.[1] L'inferno viene figurativamente localizzato nella Geènna ("valle dell'Hinnom"), una piccola valle a sud di Gerusalemme dove nell'antichità furono compiuti sacrifici umani (2Cr 28,3; 33,6; Ger 7,31-32; 32,35; 1Tim 6,9; Eb 10,26-31; Ap 14,10-11; 18,10; 20,10; 21,8) e che in seguito venne considerata maledetta e dunque inabitata, sede della discarica della città dove ardeva un fuoco perenne.

Eternità dell'inferno

  Per approfondire, vedi la voce Apocatastasi

Alcuni passi del NT, come per la beatitudine del paradiso, descrivono la pena dell'inferno come eterna e senza fine (Mt 18,8; 25,41.46 ; Mc 9,43.48 ).

Tuttavia, a partire in particolare da Origene († 254), alcuni pensatori cristiani hanno ipotizzato che l'eternità dell'inferno sarebbe incompatibile con la bontà divina e l'intento di salvare tutte le persone, arrivando a ipotizzare una durata temporanea per la dannazione: alla fine dei tempi l'inferno sarebbe svuotato e tutti i suoi occupanti destinati alla salvezza eterna. Questa teoria, definita apocatastasi ("restaurazione"), è stata ufficialmente condannata (assieme ad altre affermazioni tratte da Origene) nel Concilio di Costantinopoli (543):

« Se qualcuno dice o ritiene che il castigo dei demoni e degli uomini empi è temporaneo e che esso avrà fine dopo un certo tempo, cioè ci sarà un ristabilimento (apocatastasi) dei demoni o degli uomini empi, sia anatema »
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni