Chiesa di Sant'Ellero (Galeata)
Chiesa di Sant'Ellero | |
Chiesa di Sant'Ellero (XI - XII secolo) | |
Stato | Italia |
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Regione | Emilia Romagna |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Emilia Romagna |
Provincia | Forlì-Cesena |
Comune | Galeata |
Diocesi | Forlì-Bertinoro |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via Sant'Ellero 47010 Galeata (FC) |
Telefono | +39 0543 981655 |
Oggetto tipo | Chiesa |
Dedicazione | Sant'Ellero |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Sigla Ordine reggente | O.S.B. |
Fondatore | Sant'Ellero |
Data fondazione | 497 ca. |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | 497 ca. |
Completamento | XII secolo |
Materiali | blocchi di arenaria |
Larghezza Massima | 7,60 m |
Lunghezza Massima | 10,60 m |
Coordinate geografiche | |
Emilia Romagna | |
La Chiesa di Sant'Ellero sorge sul colle che sovrasta Galeata (Forlì-Cesena), dove si conservano tuttora le spoglie mortali del Santo. L'edificio faceva parte di un complesso monumentale che ospitò un monastero benedettino.
Storia
L'abbazia, come ricordato nella Vita Hilari, venne fondata intorno al 497 dallo stesso sant'Ellero, che qui si era ritirato a vita ascetica.
Il cenobio divenne presto un centro spirituale di primaria importanza e crebbe d'influenza e di potere, tanto da diventare nullius, un'entità autonoma con giurisdizione su circa quaranta parrocchie, comprese in un territorio esteso tra la Romagna e la Toscana.
Il monastero rimase esente dalla giurisdizione vescovile fino al 1785, quando papa Pio VI (1775 – 1799), su richiesta di Leopoldo II d'Asburgo-Lorena (1747 – 1792), granduca di Toscana, lo annesse alla Diocesi di Sansepolcro, il cui vescovo assunse il titolo di Abate di Sant'Ellero, titolo soppresso con la confluenza del territorio, facente capo al cenobio, nella Diocesi di Forlì.
Descrizione
La chiesa si trova sulla sommità del colle che domina Galeata, a 442 metri di altitudine sul livello del mare, ed è raggiungibile tramite due vie:
- la prima è la moderna strada asfaltata, denominata Via Sant'Ellero;
- la seconda, che attraverso un antica mulattiera si arrampica dai piedi del colle fino all'abbazia: lungo questo percorso sono poste le edicole della Via Crucis, erette a metà del XIX secolo, ed a circa 200 metri dal monastero, nel luogo che si presume sia stato lo scenario dell'incontro tra sant'Ellero e Teodorico il Grande (454 – 526), re degli Ostrogoti, era posta un'altra edicola decorata da due lastre, oggi conservate al Museo Civico "Mons. Domenico Mambrini" di Galeata, che raffigurano:
- Sant'Ellero con il libro della Regola in mano (VIII - X secolo);
- Teodorico il Grande nell'atto di essere sbalzato dal cavallo (XIII secolo).
Attualmente del complesso abbaziale rimane solo la chiesa, poiché il monastero è andato distrutto per l'abbandono e per i terremoti che hanno colpito l'Alta Valle del Bidente nel corso dei secoli; in particolare il sisma del 1279 che distrusse fin dalle fondamenta il cenobio.
Chiesa
Esterno
La facciata a salienti della chiesa, in blocchi di arenaria, in stile romanico (XI - XII secolo), presenta un oculo al centro del timpano ed al centro un profondo portale con arco a tutto sesto, che si appoggia su capitelli scolpiti a figure:
- a destra, due sirene bicaudate, che simboleggiano la tentazione e il peccato;
- a sinistra, due monaci cavalieri oranti, a simboleggiare la preghiera e la lotta della Chiesa a protezione della cristianità.
Sul fianco destro della chiesa si aprono due piccoli portali in pietra, uno dei quali in corrispondenza della base del campanile.
Interno
L'interno, ad unica navata, ha subito notevoli rimaneggiamenti, soprattutto tra il XVII ed il XVIII secolo, per la costruzione delle cappelle laterali, mentre originale è il presbiterio sopraelevato con la cripta paleocristiana sottostante.
Nella zona presbiterale, si notano:
- arco trionfale, a sesto leggermente ribassato, che si appoggia su capitelli a mensola decorati da motivi a palmette;
- abside quadrangolare che presenta tracce di un finestrone centrale (oggi tamponato) a tutto sesto poggiante su mensole;
- due scale laterali d'accesso al presbiterio, chiuso sul davanti da una lunga transenna ricavata in un unico blocco marmoreo.
Cripta
La cripta è probabilmente il primitivo sacello di sant'Ellero, il luogo da cui poi si sviluppò la costruzione dell'intera abbazia. All'interno si trovano:
- Sarcofago di sant'Ellero (fine VIII - inizio IX secolo), in marmo scolpito, decorato con croci e rilievi fitomorfi;
- Cella, un piccolo ambiente dove si ritiene che il Santo si ritirasse in preghiera.
Chiostro
Del chiostro scomparso si conserva:
- Statua-colonna di sant'Ellero (1170 - 1200), in marmo, opera di un allievo di Guglielmo da Modena, attualmente esposta al Metropolitan Museum of Art di New York:[1] il Santo è raffigurato con in mano un rotolo scritto in latino che riafferma i diritti dell'abbazia sul territorio. Nell'iscrizione si legge:
« | S[an]C[tu]S HILAR[us] / SED HEC DEBITA / QUE IUXT[a] PLEBIS SI / CULARIQUE SERVI / TIO P[er]TINERE VIDE / BANTUR DE TERRI / TORIO QUOD MILI / TES CIRCUIERA[n]T / CUOM[n]IBUS TU / STIS OBSEQUI / IS S[an]C[t]O VIRO DE/DIT. » |
Note | |
Bibliografia | |
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