Calice del Tesoro di Gourdon (VI secolo)
Bottega merovingia, Calice del Tesoro di Gourdon (prima metà del VI secolo), oro, granati e turchesi | |
Calice del Tesoro di Gourdon | |
Opera d'arte | |
Stato | Francia |
Regione | Île-de-France |
Regione ecclesiastica | [[|]] |
Dipartimento | Parigi |
Comune | Parigi |
Diocesi | Parigi |
Ubicazione specifica | Bibliothèque Nationale de France, Cabinet des Médailles |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Gourdon |
Luogo di provenienza | Monastero |
Oggetto | calice |
Datazione | prima metà del VI secolo |
Ambito culturale | |
bottega merovingia | |
Autore | anonimo |
Materia e tecnica | oro, granati e turchesi |
Misure |
h. 7,4 cm; d. 4,4 cm; peso 107 g |
Il Calice del Tesoro di Gourdon è un calice, eseguito nella prima metà del VI secolo, in oro, granati e turchesi, da una bottega orafa merovingia, proveniente da un monastero di Gourdon ed attualmente conservato nel Cabinet des Médailles della Bibliothèque Nationale de France a Parigi (Francia).
Descrizione
Oggetto
Calice, di piccole dimensioni, in oro, che presenta:
- piede tronco conico con scanalature;
- anse[1] zoomorfe ad aquila, la cui forma è resa riconoscibile grazie al becco ed ai granati che ne costituiscono gli occhi;
- coppa divisa in due parti, che presenta in quella inferiore scanalature simili a quelle del piede, nella superiore una decorazione a foglie di vite alternate da cuori realizzati con granati cloisonné e turchesi;
- orlo liscio.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- L'opera presenta elementi di sincretismo tra l'arte romana, evidenziata dall'organizzazione ben strutturata e simmetria, e l'arte barbara, dell'incastonatura e dei cuori, fusi nella fede comune cristiana, adottata dal re Clodoveo nel 496, che traspare da alcuni elementi decorativi e dalla funzione dell'oggetto.
- Le piccole dimensioni sia del calice sia della patena fanno ritenere che entrambi facessero parte di un servizio da viatico.
Notizie storico-critiche
Nel 1845, nei pressi di Gourdon, nel dipartimento di Saona e Loira (Francia), una pastorella, Louise Foresta, scoprì casualmente, sotto una tegola romana incisa con una croce, un tesoro costituito da preziosi oggetti in oro, databili dalla fine del V all'inizio del VI secolo. Al momento del ritrovamento, il tesoro comprendeva in particolare un calice, una patena e 104 monete, anche auree, risalenti ai regni degli imperatori bizantini Leone I (411 ca. - 474) e Giustino I (450 - 527), ed al sovrano merovingio Clodoveo I (466 ca. -511), convertitosi al cristianesimo nel 496.
Gli studiosi ritengono che il Tesoro provenga dal monastero, che esisteva nel VI secolo a Gourdon, e che i monaci, preoccupati dalle continue incursioni nemiche, lo abbiano sepolto, subito dopo il 524, per evitarne il saccheggio.
Quando l'intero Tesoro venne venduto all'asta a Parigi, il 20 luglio 1846, la patena ed il calice furono acquisiti dallo Stato francese, mentre le monete vennero disperse in varie collezioni pubbliche e private.
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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