Concupiscenza

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Con tale termine (che deriva dal latino concupisco, ossia desidero fortemente, bramo) si indica uno smodato desiderio che orienta la libertà, anteriormente alla sua decisione e fuori dal suo controllo, verso un bene parziale dell'uomo. Quando tale desiderio è rivolto a un bene, la cui libera accettazione costituirebbe peccato, esso viene definito "cattivo".

Fondamento biblico

Secondo le Sacre Scritture, da Adamo in poi, la concupiscenza rappresenta nella storia della salvezza la situazione dove il peccato si manifesta in modo particolare. Essa, tuttavia, non coincide con il peccato (Rm 7,8 ),tanto che è presente anche nel giustificato (Rm 13,14 ) in tutte le sue dimensioni e non può essere localizzata esclusivamente nel corpo (Rm 7,7 ) dal momento che questo non si identifica con la sarx, la carne, di cui parla la Bibbia.

Dottrina della Chiesa

Secondo la Dottrina della Chiesa, la concupiscenza è qualcosa di naturale (D 1979 e succ.; D 792).

Considerata alla luce dell'esistenza che Dio aveva all'inizio destinato all'uomo, essa rappresenta, una deficienza della capacità decisionale. Tale fatto è evidente soprattutto in relazione al modo con cui la concupiscenza viene sperimentata nella vita umana.

È perciò conseguenza del peccato originale e stimolo al peccato personale. Diventa fonte di tentazioni superabile tuttavia tramite la Grazia di Dio (D 1500; D 1515 e succ; D 1536; D 1568).

Teologia

La teologia odierna ha abbandonato l'accezione agostiniana di concupiscenza che la faceva coincidere materialmente con il carattere di colpa del peccato originale.

Ha superato anche la concezione elaborata dalla maggior parte dei teologi post-tridentini per i quali essa sarebbe una conseguenza del primo peccato, soltanto dal punto di vista giuridico, mentre considerata in sé, sarebbe del tutto naturale. In altre parole secondo questa interpretazione teologica la concupiscenza sarebbe una realtà ovvia se commisurata all'uomo concreto e alla realtà della vita umana.

Oggi la teologia considera la concupiscenza come l'insieme degli stimoli istintivi umani naturali e non ancora malvagi. Questi tuttavia, non essendo sottoposti a una precisa decisione etico-personale si contrappongono alla situazione esistenziale soprannaturale. In questo senso rappresenta un vero e proprio fenomeno di colpa. Dalla consapevolezza di questa situazione esistenziale, occorre, dunque, accettare attivamente la grazia santificante la sola che permette di superare gli stimoli della concupiscenza.

Bibliografia
Voci correlate