Bibbia

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Pagina del Codice Vaticano (IV secolo), riferimento principale del testo greco.

La Bibbia (dal greco βιβλία, biblía, che significa libri) è il libro sacro della religione cristiana[1]. Si compone di 73 libri[2], differenti per origine e composizione, scritti in un arco di tempo che va dal X secolo a.C. al I secolo d.C.

Si definisce anche Sacra Scrittura perché si tratta di scritti che leggono l'azione e la presenza di Dio nella storia e sono finalizzati a orientare il popolo e la cultura in senso sacro; si chiama anche Parola di Dio, perché attraverso essa Dio ha comunicato e rivelato Sé stesso e la sua parola di verità.

Contenuto

La Scrittura è il luogo dove Dio si è rivelato all'uomo, cioè gli ha comunicato i principi di salvezza e le verità che lo conducono alla vita eterna.

La rivelazione è avvenuta in due modi:

  1. tramite le parole;
  2. tramite gli eventi.

In modo più magistrale Dio si è rivelato in Gesù Cristo, suo Figlio fatto uomo. La Sacra Scrittura narra le opere con cui Egli si è mostrato all'uomo, accompagnate dalle parole (cfr Dei Verbum 1-3).

Ispirazione degli autori e canone delle Scritture

Ma in che senso Dio ha parlato all'uomo?

Dio ha parlato per ispirazione, cioè: l'autore sacro che ha composto ciascun libro della Scrittura era assistito da una particolare forza o protezione divina che lo illuminava. Ciò non vuol dire che egli, nel momento in cui scriveva, era privo della propria facoltà mentale e volitiva, ma che era assistito dallo Spirito Santo nella composizione del testo. Il termine ispirazione, alle origini, vuol dire alito, oppure soffio, che indica una particolare guida da parte dello Spirito.

La Chiesa, attraverso opportune valutazioni, ha operato una scelta fra quei testi ritenuti ispirati e gli altri non ispirati. I primi sono stati raccolti in un determinato Canone stabilito dal Concilio di Efeso, e vengono detti canonici. I testi non ispirati sono invece definiti apocrifi, cioè falsi, non comprensivi della Parola di Dio. Tali sono i testi che, pur essendo simili ai libri biblici, nei loro contenuti presentano per lo più delle composizioni leggendarie o comunque non aventi lo stesso contenuto dei testi sacri.

Il Magistero ecclesiastico autentico (Papa e Vescovi) hanno stabilito il numero dei testi canonici grazie alla Tradizione, cioè agli insegnamenti pervenutici a voce sin dal periodo degli apostoli; in più vi sono particolari criteri per evidenziare il carattere salvifico di ciascuno dei libri. Ogni testo deve avere infatti un contenuto relativo alla salvezza; se questo è assente il testo non va ritenuto ispirato/canonico.

Nella Chiesa cattolica vi è somma riverenza per la Parola di Dio e la sua lettura e meditazione viene più volte raccomandata. Tuttavia non è lecito interpretare il testo sacro al di fuori dell'assistenza della Chiesa, rappresentata dal Papa e dai Vescovi. Quali successori di Pietro e degli Apostoli, essi sono l'ultima istanza in caso di controversie interpretative. Come afferma Paolo nelle due Lettere, la Chiesa è colonna e fondamento della verità (1Timoteo 3,15), mentre nessuna scrittura profetica è soggetta a privata spiegazione, perché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi dallo Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio (2Pt 1,20-21 ).

Una datazione precisa dei libri della Bibbia è impossibile. Con una larghissima approssimazione, i libri dell'Antico Testamento (precedenti la nascita di Gesù Cristo) contengono al loro interno testi databili indietro fino al X secolo a.C., e la loro redazione definitiva risale alla fine del I secolo a.C. I libri del Nuovo Testamento (dopo Gesù Cristo), sempre con una larghissima approssimazione, sono stati composti tra il 50 e il 100.

Bibbia ebraica e samaritana

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Tanakh

Il termine "Bibbia ebraica" è solitamente usato per indicare i testi sacri della religione ebraica, cioè l'Antico Testamento cristiano. Tale uso è però improprio per gli ebrei: l'etimologia di Bibbia è greca (= libri), e il termine non è consueto presso i seguaci del monoteismo giudaico. Il termine usato è Tanakh, acronimo privo di significato nella lingua ebraica e formato dalle iniziali delle parti nelle quali vengono raggruppati i 36 libri:

Tutti i libri della Bibbia ebraica sono stati scritti principalmente in ebraico con alcune piccole parti in aramaico.

Nell'ambito dell'ebraismo antico alcune correnti, in particolare i Sadducei, consideravano come sacra la sola Torah, e dall'antichità i samaritani hanno mantenuto una posizione simile, considerando canonici solo il Pentateuco e il libro di Giosuè.

Le antiche comunità ebraiche di lingua greca, oggi estinte, seguivano invece un canone più ampio dell'attuale canone ebraico, il cosiddetto canone alessandrino, derivato dalla versione dei Settanta della Bibbia. Nel I secolo d. C. per l'ebraismo venne considerato come definitivo il canone palestinese, più ristretto di quello alessandrino.

Bibbia Cristiana

La Bibbia Cristiana comprende l'Antico Testamento ed il Nuovo Testamento, specifico cristiano, cioè la parte relativa a Gesù Cristo e alla nascente Chiesa apostolica.

La Chiesa cattolica e quelle ortodosse seguono il canone alessandrino dell'Antico Testamento (con qualche differenza), che comprende libri sia in ebraico che in greco, ed è più ampio di quello ebraico attuale. La maggior parte delle chiese protestanti, seppure con differenze a seconda dei periodi, segue per l'Antico Testamento il canone ebraico attuale, pur non seguendo strettamente il Testo masoretico. I libri che non appartengono al canone della Bibbia ebraica sono detti deuterocanonici dai cattolici e apocrifi dai protestanti, i quali il più delle volte li inserivano come appendice a parte fra i due testamenti.

Anche per il Nuovo Testamento, scritto in greco (anche se forse l'evangelista Matteo compose il suo libro in aramaico), in età antica vi erano state differenze fra le varie chiese sul numero dei libri da recepire come ispirati. In particolare erano sorti dubbi sulle epistole non attribuite a Paolo di Tarso e sull'Apocalisse. I libri controversi del Nuovo Testamento furono detti in antico antilegomena.

Antico Testamento

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Antico Testamento

Una suddivisione tradizionale cristiana in base al contenuto può essere quella in quattro parti, cioè il Pentateuco, i Libri Profetici (anteriori = Libri Storici e posteriori = profeti propriamente detti), Scritti (o Libri Sapienziali), Deuterocanonici. La Chiesa cattolica considera canonici libri dell'Antico Testamento

Circa i Deuterocanonici, che i protestanti indicano come "apocrifi", essi non sono da loro propriamente considerati canonici ma vengono solitamente aggiunti in appendice alle Bibbie (per esempio la Bibbia di Lutero o la Bibbia di Re Giacomo) in quanto, sebbene non possono servire a fondarvi la fede, possono risultare utili a nutrire la pietà dei cristiani. In molte edizioni contemporanee però, soprattutto nei formati più ridotti ed economici, tali testi non sono riportati neanche come appendici.

Nuovo Testamento

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Nuovo Testamento

Il Nuovo Testamento, facente parte della sola bibbia cristiana, redatto originariamente in greco con numerosi semitismi, è composto dai quattro Vangeli, dalle lettere dell'apostolo Paolo, dalle Lettere cattoliche, dagli Atti degli Apostoli e dall'Apocalisse, per un totale di ventisette scritti (tra parentesi l'abbreviazione usata nelle citazioni bibliche). Tra le diverse confessioni cristiane (cattolica, ortodossa, protestante) c'è un sostanziale accordo sul numero e l'ordine dei libri.

Generi letterari

La Bibbia contiene generi letterari diversi fra loro. Non è casuale che la parola di origine (biblia) sia un plurale per indicare questa varietà di generi letterari. In precedenza la trasmissione degli avvenimenti era orale e rischiava di disperdersi. In particolare si intrecciano insieme due tradizioni orali, quelle del Nord e del Sud della Palestina; non è trascurabile neanche l'influenza delle culture orientali con cui vennero a contatto i primi scrittori in terra babilonese.

I generi letterari presenti all'interno dei libri biblici possono essere ricondotti, con larghe approssimazioni, ai seguenti:

  • genere storico: si tratta dei testi che forniscono descrizioni contestualizzate storicamente di persone o eventi. La effettiva attendibilità storica di tali narrazioni è variegata. Per esempio, i primi 11 capitoli della Genesi che descrivono la creazione del mondo fino ad Abramo (inizio II millennio a.C.) sono ormai dalla maggioranza degli esegeti cristiani interpretati come simbolici (racconto creazione, peccato originale, diluvio...). Non mancano però studiosi creazionisti sia cattolici ma sopratutto evangelici secondo i quali tali capitoli sono da intendersi come reale resoconto fattuale, fedele alla realtà anche dal punto di vista cronologico. Il Concilio di Trento, inoltre, considerò Adamo ed Eva dei personaggi esistiti realmente e condannò il poligenismo.

Anche nei romanzi ellenisti di Tobia, Giuditta, Ester la contestualizzazione storica funge solo da cornice per narrazioni con precisa finalità teologica. Per Ester però i tradizionalisti lo considerano storia nel senso moderno del termine. Al contrario, i libri che presentano intenti storici veri e propri (Samuele, Re, Maccabei, le narrazioni evangeliche e Atti) forniscono informazioni che, nell'insieme, raramente risultano in contrasto con le fonti del tempo extrabibliche. Per le storie dei patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe-Israele, Giuseppe) contenute in Genesi, non è possibile un esame critico data la quasi totale mancanza di fonti storiche relativamente alle culture nomadi del vicino oriente nel II millennio a.C.

  • genere legislativo: include i testi normativi in ambito sociale o religioso, particolarmente presenti all'interno della Torah (p.es. Levitico è un libro interamente legislativo).
  • genere profetico: riguarda gli oracoli profetici, vale a dire esortazioni morali pronunciate da uomini che si presentavano come inviati di Dio. Tali esortazioni sono sempre rivolte a destinatari ben definiti (re, singoli individui, determinate comunità credenti, il popolo nel suo insieme) che, con la loro condotta, si sono allontanati dalla retta via. Anche le esortazioni (o parenesi) presenti nelle epistole neotestamentarie possono essere avvicinate al genere profetico.
  • genere apocalittico: include testi simbolici e razionalmente spesso incomprensibili aventi la finalità di mostrare il vittorioso e definitivo disegno di Dio sulla storia. Appaiono in periodo di forte incertezza della comunità credente, originata da persecuzioni politiche che potevano portare i fedeli a sentirsi abbandonati da Dio. I libri di Daniele e Apocalisse raccolgono la quasi totalità dei testi apocalittici. Circa Apocalisse in particolare, pertanto, essa non va vista come una descrizione di ciò che sarebbe dovuto accadere in un futuro remoto, ma come la rassicurazione alla Chiesa di allora, ferocemente perseguitata dall'imperatore romano Diocleziano, che il Risorto avrebbe avuto l'ultima parola.
  • genere sapienziale: in tale ampia categoria vengono inclusi tutti i testi che non rientrano nelle precedenti. Include preghiere (p.es. Salmi), poemi erotici (p.es. Cantico dei Cantici), lamentazioni (libro omonimo), meditazioni o proverbi sapienziali di vario genere (Qoelet, Proverbi, Giobbe).

Messaggio teologico

Risulta impossibile una delineazione univoca del messaggio teologico dei libri biblici. Da essi, infatti, hanno avuto origine un numero elevato di confessioni religiose e di eresie, ognuna delle quali fornisce una propria lettura e interpretazione del testo biblico. Cercando alcuni fondamentali concetti teologici comuni alle varie confessioni, si possono delineare tali nuclei attualmente largamente condivisi:

  • Esiste un essere perfetto, puro spirito, non rappresentabile sotto alcuna forma, eterno, immutabile, onnipotente, onnisciente.
  • Nell'Antico Testamento ebraico viene indicato col nome comune Dio (El o Elohim), col nome comune Signore (Adonay), col nome proprio ineffabile Jhwh e con numerosi altri epiteti: Altissimo, Eterno, Distruttore, Signore delle schiere. Nell'Antico Testamento greco e nel Nuovo Testamento viene indicato coi nomi comuni Dio (Theos) e Signore (Kyrios). Peculiarità del Nuovo Testamento è la definizione di Dio come Padre.
  • Dio ha creato liberamente e dal nulla l'universo e l'uomo, vertice della creazione, caratterizzati da una bontà originaria.
  • A un certo punto nel passato l'uomo, nella sua libertà, ha scelto di stare lontano da Dio (peccato originale), introducendo il male nel creato.
Bibbia di Gutemberg, copia; Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti
  • Dio stabilì un'alleanza con Abramo e la sua discendenza, il popolo d'Israele, in vista della salvezza dell'umanità, impegnandosi a sostenere lungo la storia il suo popolo ed esigendo il culto dedicato a lui solo. L'intervento di Dio è particolarmente evidente in alcuni eventi: liberazione dall'Egitto (Esodo, XIII secolo a.C.); conquista della Terra Promessa (XIII-XI secolo a.C.); dispersione delle 10 tribù idolatre del nord (VIII secolo a.C.); esilio a Babilonia e ritorno (VI secolo a.C.).
  • Dio donò a Mosè la legge, insostituibile e immodificabile, consistente di 613 mitzvòt (precetti) e riassumibile nei dieci comandamenti, con la promessa di ricompensare chi ne obbedisce le prescrizioni e punirne i trasgressori.
  • Il popolo d'Israele si allontanò ripetutamente dalla legge o la applicò in maniera esteriore e formale, e per questo fu rimproverato da uomini chiamati in tal senso da Dio, i profeti.
  • Dio ha promesso di inviare il Messia per la salvezza del suo popolo.
  • Alla fine dei tempi Dio risusciterà i morti, garantendo salvezza eterna o condanna eterna a seconda del comportamento avuto in vita verso Dio o verso il prossimo.

Nel Nuovo Testamento, accettato dai cristiani ma non dagli ebrei, sono contenuti altri concetti:

  • Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo.
  • Gesù Cristo, il Messia atteso, figlio di Dio incarnato, ha portato a perfetto intendimento la legge di Mosè, che è riassumibile nell'amore a Dio e nell'amore al prossimo.
  • Per la sua morte e risurrezione, tutti coloro che credono in lui sono salvati e riconciliati con Dio.

Lettura e interpretazione

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Lettura e interpretazione della Bibbia

La comprensione del significato della bibbia, il modo in cui viene letta e la sua interpretazione, disciplina detta anche ermeneutica della bibbia, è un fatto teologico, dipendente cioè dalle varie comunità religiose. Differisce dall'esegesi in quanto questa consiste nell'estrarre il senso di una parte del testo, con l'aiuto di discipline come la filologia e la storia, mentre l'ermeneutica cerca di rendere il senso più ampio che l'autore del testo ha voluto dare anche in relazione al suo pubblico. Ad esempio nel Nuovo Testamento, e in particolare in Paolo di Tarso, si trova una nuova ermeneutica delle scritture sacre ebraiche.

Perciò la prima grande differenza nell'ermeneutica della bibbia è quella fra ebrei e cristiani: sebbene ci sia una parziale affinità fra le due religioni (e certe forme di dialogo), dal momento che condividono una parte del canone delle scritture, esse hanno sviluppato diverse tradizioni di fede e quindi diversi metodi interpretativi ed ermeneutici.

Il testo

Fonti del testo ebraico

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Fonti del testo ebraico della Bibbia

Il testo originario della Bibbia non ci è pervenuto. Si è tuttavia tentato di ricostruire un testo quanto più conforme all'originale sfruttando i vari papiri e documenti che da tanti secoli si hanno a disposizione, e che, di fatto, sono numerosi.

Raccogliendo tutti questi manoscritti, li si è confrontati l'un l'altro, valutando le varianti e realizzando il cosiddetto testo critico. Esso non è il vero e proprio libro "originale" della Bibbia, che non esiste, ma è quello che maggiormente gli si avvicina.

Circa le fonti dell'Antico Testamento ebraico, i testimoni più antichi sono i Rotoli del Mar Morto, ritrovati nel 1947, che contengono frammenti più o meno ampi di tutti i testi della Bibbia ebraica. Nel complesso risalgono a un ampio periodo che va dal 250 a.C. circa al 68 d.C. Conservatisi nel tempo a motivo della protezione della grotta dalle intemperie del clima, tali scritti cartacei sono oggi un importante punto di riferimento per comporre un testo biblico quanto più conforme all'originale.

I testimoni più autorevoli prodotti dai masoreti e che sono risultati sostanzialmente concordi coi Rotoli del Mar Morto sono:

Il testo critico (cioè che tiene conto delle varianti dei principali testimoni) usato attualmente come modello per il testo ebraico è quello della Biblia Hebraica Stuttgartensia (BHS), basato su L, realizzato da Karl Ellinger e W. Rudoph nel 1966 (1977, 1983, 1990) della Deutsche Bibelgesellschaft di Stoccarda (Stuttgart, donde il nome).

Fonti del testo greco

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Fonti del testo greco della Bibbia

Circa le fonti del Nuovo Testamento e dell'Antico Testamento greco, i testimoni più antichi sono alcuni papiri risalenti al II secolo d.C. Si sono poi conservati complessivamente oltre cinquemila manoscritti. Di questi i più autorevoli sono:

Il testo critico (cioè che tiene conto delle varianti dei principali testimoni) usato attualmente come modello per il testo dell'Antico Testamento in greco, includente i libri deuterocanonici è l'edizione realizzata nel 1935 dal filologo tedesco Alfred Rahlfs.

Il testo critico usato attualmente come modello per il testo greco del Nuovo Testamento è quello del The Greek New Testament (GNT), curato da K. Aland, M. Black, B. M. Metzger, A. Wikgren, Carlo Maria Martini, B. Aland. United Bible Societies. Edizioni: 1966, 1968, 1975, 1983 e 1993.

Versioni della Bibbia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Versioni della Bibbia

Tra le migliaia di traduzioni del testo biblico in tutte le lingue del mondo sono particolarmente degne di nota:

Versioni antiche

  • Pentateuco samaritano (Torah e Giosuè). Fissato nel IV secolo a.C, non si tratta propriamente di una traduzione dei 6 libri ebraici, essendo scritto anch'esso in ebraico, ma differisce notevolmente dal testo masoretico canonico. È il testo ufficiale della piccola comunità samaritana tuttora esistente in Israele.
  • Peshitta (=semplice, sottinteso 'traduzione'). In aramaico, realizzata secondo la tradizione dal vescovo della città di Edessa Rabbula (morto nel 435), è il testo ufficiale delle varie chiese di tradizione siriaca presenti perlopiù nel medio-oriente.
  • Settanta (o Septuaginta, o LXX, dal numero dei traduttori originali). È la versione greca dell'Antico Testamento, più antica della fissazione dello stesso Testo masoretico, scritta ad Alessandria d'Egitto tra il IV e II secolo a.C. Fu usata prima dagli ebrei di lingua greca e poi diffusa in ambito cristiano. Unitamente al testo greco del Nuovo Testamento, è la versione ufficiale delle chiese ortodosse.
  • Vulgata (= del volgo, data la diffusione popolare). San Girolamo tradusse in latino l'intero testo biblico nel IV secolo. Per secoli ha rappresentato il testo ufficiale della Chiesa e della liturgia cattolica. Dopo il Concilio Vaticano II, le varie chiese cattoliche nazionali hanno elaborato e adottato nel culto liturgico versioni nelle varie lingue nazionali.

Versioni contemporanee

  • La Bibbia di Gerusalemme (Bible de Jérusalem), realizzata in francese tra il 1947-1955 è opera dalla École Biblique de Jérusalem. Ha una fondamentale importanza per l'impiego sistematico nelle note e introduzioni del metodo storico-critico. Il suo apparato critico tradotto è presente in numerose versioni in altre lingue.
  • La Bibbia TOB (abbreviazione di Traduction Oecuménique de la Bible, ma anche buono in ebraico), pubblicata in francese nel 1975-1976, è stata realizzata congiuntamente da esegeti cattolici e protestanti, avallata infine da studiosi ortodossi. Al pari della Bibbia di Gerusalemme, contiene un utilissimo apparato critico, che tradotto accompagna numerose versioni in altre lingue.
  • Bibbia Diodati, realizzata dal luterano lucchese Giovanni Diodati (1607), è il testo di riferimento delle chiese protestanti in Italia.
  • Bibbia CEI (Editio Princeps 1971, revisione 1974, revisione NT 1997, revisione AT in corso di lavorazione), è il testo ufficiale della Chiesa cattolica italiana.


Note
  1. È improprio dire che la Bibbia è il libro sacro della religione ebraica: questa riconosce il carattere sacro solo all'Antico Testamento.
  2. Secondo la Chiesa cattolica; altre Chiese cristiane differiscono nell'inclusione di alcuni libri.
  3. Il Nuovo Testamento è identico per tutti i cristiani.
  4. Il canone della Bibbia ebraica fu fissato tra la fine del I secolo d.C. e la prima metà del II secolo d.C. Per indicare la Bibbia gli ebrei usano la parola TaNàK, formata con le iniziali delle tre parti che la compongono.
  5. La Bibbia protestante riproduce i libri della Bibbia ebraica, ma li classifica secondo un ordine differente. I libri deuterocanonici della Vulgata sono chiamati apocrifi.
  6. 6,0 6,1 6,2 6,3 6,4 La versione detta dei Settanta, effettuata tra il III e il I secolo a.C. ad Alessandria d'Egitto, comprende alcuni libri che non sono stati riconosciuti come canonici e sono quindi considerati apocrifi.
  7. 7,00 7,01 7,02 7,03 7,04 7,05 7,06 7,07 7,08 7,09 7,10 Ci sono inoltre libri che non compaiono nella Bibbia Ebraica, che però la Chiesa riconosce come canonici: sono chiamati deuterocanonici perché ci furono alcune discussioni circa la loro appartenenza all'elenco dei libri sacri. Ciò non significa che siano meno importanti degli altri. La collezione di testi della Settanta non costituisce propriamente un «canone».
  8. 8,0 8,1 8,2 8,3 8,4 8,5 8,6 8,7 La Vulgata è frutto di un lavoro di traduzione dai testi originali e di revisione di una precedente versione latina fatta da San Girolamo tra il 382 e il 413. Il canone della Chiesa cattolica è stato fissato e confermato in vari concili e, da ultimo, fu definito dal Concilio di Trento (1546) proprio sulla base della Vulgata. Esso aggiunge alla Bibbia ebraica i libri o le parti deuterocanoniche.
Bibliografia
Voci correlate