Congregazione benedettina di Svizzera

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La congregazione benedettina di Svizzera o dell'Elvezia è una congregazione di abbazie in Svizzera, o legate a questa nazione, appartenenti alla confederazione benedettina dell'Ordine di San Benedetto.

Di grande importanza per il rinnovamento monastico fu la fondazione della Congregazione benedettina svizzera, nel 1602, che offrì ai conventi fino ad allora isolati il necessario appoggio per il consolidamento delle riforme; l'ottenimento dell'esenzione dei monasteri dalla giurisdizione diocesana e l'esenzione dalle visite episcopali provocò però una maggiore ingerenza della nunziatura di Lucerna.

In quell'anno si confederarono quatto abbazie benedettine: san Gallo, Einsiedeln, Muri e di Fischingen. L'unione ricevette l'approvazione di papa Clemente VIII e prese il nome di Congregatio Helvetica O.S.B.. Nel 1606 a questo primo nucleo si aggiunsero le abbazie di Pfäfers e Rheinau, e dopo poco tempo anche quelle di Disentis e di Engelberg. Nel 1633 vi fu unita anche quella di Beinwill. L'abate padre Fintan Kiefe[1] nel 1648 spostò il cenobio, dalla sua sede originaria di Passwang, al sito di pellegrinaggio di Mariastein, vi costruì intorno un convento e una chiesa e, a questo punto, unì lo storico convento di osservanza benedettina, che era indipendente in precedenza, alla cappella sulle rocce. La comunità monastica si stabilì definitivamente a Mariastein; già un anno prima essa era stata annessa alla congregazione benedettina svizzera, il che comportava per il monastero l'esenzione dalla visita pastorale vescovile. La confederazione, ormai formata da nove membri, trovò il pieno appoggio dalla Santa Sede attraverso i suoi nunzi a Lucerna.

Nel segno della grande indipendenza accordata ai monasteri benedettini, la congregazione elvetica non aveva un superiore generale, i nove abati si riunivano con scadenze decennali, salvo necessità particolari, per nominare un visitatore generale, un segretario e dei visitatori particolari per ogni abbazia.[2] L'unione permise ai benedettini svizzeri di rafforzare la propria posizione nei confronti delle autorità laiche e religiose, pur mantenendo un'ampia autonomia delle singole comunità.

Nel XVIII secolo, la messa in discussione del monachesimo in quanto tale comportò una relativa chiusura dei benedettini nei confronti dell'Illuminismo. Tuttavia, in alcuni casi, furono accolti favorevolmente gli stimoli alla formazione, alla diffusione del sapere e alle attività finalizzate all'utilità pubblica, a Engelberg grazie all'abate Karl Stadler,[3] a Disentis con il padre Placidus a Spescha[4] a Pfäfers con l'abate Plazidus Pfister[5] e a San Gallo con l'abate Beda Angehrn.[6]

A seguito della Rivoluzione francese, nel 1798 tutte le congregazioni religiose in Svizzera furono sciolte. L'Atto di mediazione del 1803, con cui Napoleone Bonaparte diede un nuovo assetto federalistico alla Svizzera, portò alla nascita del cantone San Gallo. La carta garantì da un lato l'esistenza dei conventi, ma dall'altro confermò anche l'elevazione, degli ex Paesi sottomessi, a cantoni dotati di pieni diritti. L'abate principe di San Gallo Pankraz Vorster[7] non riconobbe mai la soppressione del principato abbaziale. Il suo antagonista Karl Müller-Friedberg[8] un tempo alto funzionario abbaziale e ora figura centrale del nuovo cantone, perseguì tenacemente la secolarizzazione del convento. L'8 maggio 1805 il Gran Consiglio sangallese decise di liquidarne i possedimenti, e ciò significò la fine del principato abbaziale e la soppressione del monastero.

I cantoni svizzeri proclamarono lo scioglimento delle abbazie di Pfäfers nel 1838, di Muri nel 1841 (ma essa fu rifondata nel 1845 a Gries presso Bolzano), di Fischingen nel 1848 (rifondata come priorato nel 1977), di Rheinau nel 1863.

La Kulturkampf svizzera provocò anche lo scioglimento dell'Abbazia di Mariastein negli anni 1874-1875 e la sua comunità trovò asilo in Francia, da dove però fu cacciata nel 1901, con la legge sulle congregazioni. Essa allora si trasferì a Bregenz, in Austria, ma le autorità nazionalsocialiste la dispersero nel 1941. Il governo svizzero ne accettò allora il ritorno, ma l'abbazia ritrovò il suo statuto solo nel 1973.

Durante la Kulturkampf le abbazie di Einsiedeln e di Engelberg furono costrette all'esilio negli Stati Uniti d'America: li formarono una base di nuove case che oggi fanno parte della congregazione Benedettina Elveto-americana, prima di rientrare in Svizzera con il ritorno della normalità.

L'abbazia di Monte Maria, in Alto Adige, si è aggregata alla congregazione nel 1931, dopo aver lasciato la congregazione d'Austria.

Abbazie

Note
  1. Lukas Schenker, Dizionario storico della Svizzera, Kiefer (Kieffer), Fintan.
  2. (FR) R.P. Helyot, Histoire des Ordes Religieux et Militaires, online.
  3. Rolf De Kegel, Dizionario storico della Svizzera, Stadler, Karl.
  4. Urban Affentranger, Dizionario storico della Svizzera, Spescha, Placidus.
  5. Franz Xaver Bischof, Dizionario storico della Svizzera, Pfister, Plazidus.
  6. Werner Vogler, Dizionario storico della Svizzera, Angehrn, Beda.
  7. Lorenz Hollenstein, Dizionario storico della Svizzera, Vorster, Pankraz.
  8. Max Lemmenmeier, Dizionario storico della Svizzera, Müller-Friedberg, Karl.
Bibliografia
  • Leo Ettlin, Dizionario storico della Svizzera, Benedettini.