Abbazia di Disentis
Abbazia di Disentis | |
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Abbazia di Disentis | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Cantone Grigioni |
Comune | Disentis |
Diocesi | Coira |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Claustra, 1 CH-7180 Disentis / Mustér |
Telefono | +41 (0)81 929 69 00 |
Posta elettronica | abtei@kloster-disentis.ch |
Sito web | |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | Maria Vergine San Martino di Tours San Pietro apostolo Santi Sigisberto e Placido |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Fondatore | San Sigisberto |
Data fondazione | 700 |
Stile architettonico | Barocco - Rococò |
Inizio della costruzione | 750 |
Completamento | 1716 |
Materiali | laterizio, pietra |
Coordinate geografiche | |
Svizzera | |
L'Abbazia di Disentis (in romancio, Claustra da Mustér; in tedesco Kloster Disentis) è un complesso monumentale che ospita un monastero benedettino, situato lungo il corso superiore del Reno anteriore, nel comune grigionese di Disentis (Svizzera).
Storia
Dalle origini al Quattrocento
Secondo la tradizione (Passio Placidi[1] del XII secolo), l'abbazia venne fondata nel 700 circa da san Sigisberto, un monaco franco, compagno di san Colombano, che la dedicò a san Martino di Tours. Il Santo fu sostenuto nel suo atto da san Placido, uno dei maggiori possidenti del luogo, il quale venne martirizzato per ordine di Victor, governatore della Rezia a Coira.[2]
Disentis divenne un monastero vero e proprio attorno al 750, sotto l'abate Ursicinus. Inoltre, come probabile atto di riparazione da parte del vescovo di Coira Tellone, figlio di Victor, nel suo testamento del 765 la comunità monastica ricevette in dote vasti possedimenti territoriali, che conformemente allo spirito benedettino furono bonificate. Nel libro della confraternita di Reichenau dell'810 figurano già 93 monaci defunti e 71 viventi, e i loro nomi sono di origine retica, alemanna, franca e longobarda.
Alle chiese primitive dell'VIII secolo, documentate grazie agli scavi archeologici condotti tra il 1980 ed il 1983, se ne aggiunsero nel IX secolo altre due ad aula triabsidata, dedicate a Maria Vergine e a san Martino, dove venne inglobata la cripta di san Placido, una delle più antiche ancora esistenti in Svizzera. Nello stesso periodo venne eretta anche una cappella dedicata a san Pietro.[3]
Nel 940 il monastero carolingio venne distrutto durante un'incursione saracena. Nel X secolo, sotto [[Ottone I di Sassonia] (962 – 973), l'abbazia ricevette molti lasciti territoriali e donazioni da parte dell'imperatore, per rafforzare la presenza imperiale in un punto strategico per il controllo dei passo del Lucomagno, allora principale via di collegamento tra la Germania e Roma. L'imperatore Enrico II il Santo (1002 – 1024), per il quale il passo del Brennero rivestiva una maggiore importanza rispetto al Lucomagno, donò il cenobio alla Diocesi di Bressanone. In seguito, il monastero si trovò spesso in balia della politica imperiale. Infatti, nuovamente favorita da Federico Barbarossa (1152 – 1190), l'abbazia ricevette nuovi possedimenti in Lombardia, che nel 1185 estendeva la propria signoria, detta Casa Dei o Cadi, da Brigels al passo della Furka.
Gli abati esercitavano la giustizia sui servi ecclesiastici e detenevano il diritto di mercato; fondarono, inoltre, parrocchie indipendenti. Ben presto, però, il loro potere si indebolì, come dimostra la presenza di amministratori laici nella valle d'Orsera nel 1203 e a Medel (Lucmagn) nel 1322. Disentis era un'abbazia imperiale, per questo già nel XII secolo era sottoposta ad un avogadro.[4] Questa funzione venne dapprima detenuta dalla famiglia de Torre, che era al servizio dei conti von Lenznburg, nel 1213 fu assunta da Enrico de Sacco di Mesolcina e, dalla metà del XIII secolo, dai conti von Werdenberg, da cui fu riscattata nel 1401.
La comunità monastica è documentata per la prima volta come persona giuridica nel 1251, in un periodo in cui occorreva mediare tra feudalesimo e tendenze autonomiste. Sotto l'abate Johannes di Ilanz[5] (1367-1401) venne concesso alla Cadì un landamano indipendente, chiamato mistral. Nel 1395 lo stesso abate fu tra i fondatori della Lega di Ilanz, che venne poi chiamata Lega Grigia,[6] che servì a consolidare l'unità del paese. Questa lega venne rinnovata con un nuovo trattato nel 1424; tra i firmatari figurava ancora un abate di Disentis, Petrus Pontaningen (1401 - 1438). In unione con la Lega Caddea[7] e la Lega delle Dieci Giurisdizioni[8] alla fine del XV secolo il paese si alleò con i Confederati. Alla fine di questo secolo il comune di Disentis assunse la funzione di avogadro nei confronti dell'abbazia, ma in compenso il monastero incorporò nuove parrocchie estendendosi fino al fiume Ems. L'imperatore confermò i privilegi degli abati.
Dal Cinquecento al Settecento
La Riforma protestante portò sconvolgimenti anche nell’abbazia di Disentis, rafforzando ulteriormente il potere laico, ma una clausola particolare contenuta degli articoli di Ilanz[9] (1524 e 1526) garantì la sopravvivenza del monastero. Nel 1536, l'abate Martin Winkler (1528 - 1536) e tre monaci aderirono al protestantesimo, ma le autorità comunali nominarono un nuovo abate e riportarono il monastero nel segno dell'ortodossia, questo anche per salvare gli antichi privilegi. Nel 1581, dall'abate Christian von Castelberg (1566 - 1584) invitò nel cenobio l'arcivescovo Milano san Carlo Borromeo, rafforzando così l'insegnamento ed il messaggio della riforma tridentina.
Sebbene il monastero avesse istituito tra il 1587 ed il 1596 un seminario, i tentativi riformatori e quelli volti a migliorare la formazione dei presbiteri non furono particolarmente proficui. Quando, durante i Torbidi grigionesi,[10] l'abate Sebastian von Castelberg (1614 - 1634) dovette fuggire dalle truppe di Jörg Jenatsch, e le autorità civili assunsero l'amministrazione del cenobio. In seguito dell'intervento del nunzio apostolico Ludovico Sarego e della congregazione benedettina svizzera, di cui Disentis faceva parte, dal 1617 l'abbazia conobbe un periodo di rinnovamento sotto l'amministratore ed abate Augustin Stöcklin (1634 - 1641), proveniente dal monastero di Muri. L'abate Adalbert Bridler (1642 - 1655) sottrasse la comunità monastica al controllo del vescovo di Coira, cedendo in compenso al comune di Disentis il potere giudiziario. Nel 1649 vennero venduti i diritti sulla valle d'Orsera. Sotto gli abati Adalbert de Medell (1655 - 1696) e Adalbert Defuns (1696 - 1716) venne eretto un nuovo monastero di stile barocco.
Nella seconda guerra di coalizione (1799 - 1801) tra Francia e Austria, Disentis e il suo monastero vennero gravemente danneggiati dai soldati francesi il 6 maggio 1799, distruggendo l'archivio, la biblioteca e molte opere d'arte. L'abbazia perse i suoi possedimenti a Postalesio, in Valtellina, ma non venne secolarizzata in quanto gli ultimi elementi della propria signoria feudale erano stati eliminati con la vendita di Waltensburg (1734) e l'abolizione della decima (1737).
Dall'Ottocento ad oggi
A metà del XIX secolo, sotto la spinta del Kulturkampf, che portò alla soppressione di molti monasteri, non risparmiò nemmeno quello di Disentis: nel 1859, l'amministrazione dell'abbazia fu sottoposta al controllo dello Stato, mentre nel 1861 il governo grigionese rese praticamente impossibile l'ammissione di novizi; nello stesso anno la giurisdizione tornò al vescovo di Coira. Con la nomina di un nuovo abate che proveniva dall'Abbazia di Muri-Gries di Bolzano, Benedikt Prevost (1888 - 1916), vi fu un forte rinnovamento interno e la fondazione di una scuola monastica, trasformando così Disentis in un centro religioso e meta di pellegrinaggi, e facendo edificare da August Hardegger la nuova chiesa di Santa Maria (1895 - 1899).
La scuola venne potenziata sotto gli abati Beda Hophan (1925 - 1963) e Viktor Schönbächler (1963 - 1988), divenendo un centro di formazione regionale di livello liceale. Il complesso abbaziale fu ampliato con la costruzione dell'internato, ad opera di Walther Sulser (1937 - 1940), e del nuovo edificio scolastico (Hermann e Hans Peter Baur, 1969 - 1973). Dopo il restauro condotto da Felix Schmid, la chiesa di Santa Maria ospita la biblioteca e due collezioni, una storico-culturale, l'altra di storia naturale.
Dal 1988 al 2000 l'abbazia è stata diretta da Pankraz Winiker, dal 2000 da Daniel Schönbächler. L'attuale abate è Vigéli Monn e conta 28 monaci.
Descrizione
L'imponente abbazia, anche se di antica fondazione, si presenta oggi in forme barocche, dovute alla ricostruzione effettuata tra il 1683 ed il 1695.
La chiesa abbaziale, costruita tra il 1696 ed 1712, ha una stretta facciata a due torri a cupola e presenta l'interno a tre navate.
Nel cortile si conservano i resti di tre antiche chiese, databili dall'VIII al IX secolo.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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