Corso di Preparazione al Matrimonio
Il Corso di Preparazione al Matrimonio o Corso Prematrimoniale, spesso indicato con l'acrostico CPM, è un percorso formativo con cui la Chiesa accompagna le coppie che si preparano a celebrare il Sacramento del Matrimonio.
Il Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia della Conferenza Episcopale Italiana (25 luglio 1993) ne ha tracciato le linee portanti (n.56-63); l'argomento è stato poi ripreso e approfondito dalla stessa Conferenza Episcopale Italiana negli Orientamenti Pastorali sulla Preparazione al Matrimonio e alla Famiglia (22 ottobre 2012).
Scopo
Lo scopo del Corso è quello di
« | aiutare i fidanzati a realizzare "un inserimento progressivo nel mistero di Cristo"[1], nella Chiesa e con la Chiesa. Esso comporta una progressiva maturazione nella fede, attraverso l'accoglienza dell'annuncio della Parola di Dio, l'adesione e la sequela generosa di Cristo, la testimonianza della fede. » |
« | La finalità di questa preparazione consiste, cioè, nell'aiutare i fidanzati a vivere il fidanzamento e la prossima celebrazione del matrimonio come momento di crescita umana e cristiana nella Chiesa; nell'aiutarli a conoscere e a vivere la realtà del matrimonio che intendono celebrare, perché lo possano celebrare non solo validamente e lecitamente ma anche fruttuosamente e perché siano disponibili a fare di questa celebrazione una tappa del loro cammino di fede; nel portarli a percepire il desiderio e insieme la necessità di continuare a camminare nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio. » | |
(Conferenza Episcopale Italiana (1993) n. 52)
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Caratteristiche
Consiste in una serie di incontri, tipicamente dagli otto ai dodici[2], che normalmente comprendono momenti di annuncio e di condivisione. Sono tenuti dal sacerdote accompagnato da alcune coppie della comunità cristiana opportunamente preparate e da persone consacrate:
« | Soggetto degli itinerari di fede verso il matrimonio è la comunità cristiana, che attua così la sua opera di evangelizzazione. Pertanto i percorsi di fede verso il sacramento del matrimonio non possono essere delegati ad altri (cfr. n. 26), in quanto costituiscono un impegno primario della Chiesa che, con la presenza e partecipazione dei suoi vari membri, esprime la varietà dei carismi, annuncia il Vangelo e si propone ai fidanzati nel concreto vissuto della loro esistenza. » | |
(Conferenza Episcopale Italiana (2012) n. 23)
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Possono prevedere la partecipazione di esperti e di professionisti, ma "non possono essere delegati ai consultori familiari e a singoli operatori consultoriali".[3]
Contenuti
Il Direttorio di Pastorale Familiare per la Chiesa in Italia indica al n. 58 i seguenti contenuti:
- la verità e il significato del proprio essere persona e della propria sessualità;
- la riscoperta del Signore Gesù come senso della propria vita e della stessa esperienza di coppia;
- il valore e le caratteristiche dell'amore e, in particolare, dell'amore coniugale;
- il significato del matrimonio e il suo valore sociale e istituzionale, anche di fronte a tendenze, sempre più diffuse, a un suo "superamento" nelle convivenze di fatto;
- il bene della fedeltà e della definitività dell'impegno e dell'amore;
- il rapporto intrinseco del patto matrimoniale con la trasmissione della vita e la riscoperta del valore della procreazione;
- le responsabilità nei confronti della storia e della società che derivano dalla vita matrimoniale;
- la sacramentalità del matrimonio, che ne costituisce la novità cristiana;
- le dimensioni e le esigenze propriamente ecclesiali della vita matrimoniale e familiare.
Metodo di lavoro
"L'esperienza evidenzia l’opportunità di creare momenti ricchi di confronto all'interno della coppia e fra le coppie partecipanti, che vedano il coinvolgimento dei fidanzati a partire dalla loro concreta situazione di vita, evitando le lezioni frontali".[4] "Siano momenti di evangelizzazione e di catechesi, aprano alla preghiera e alla vita liturgica, orientino e spronino alla carità, sappiano anche coinvolgere e interessare i fidanzati così da aiutarli e stimolarli a fare una significativa esperienza di fede e di vita ecclesiale".[5]
Viene raccomandato, concretamente, il lavoro in piccoli gruppi, dove i fidanzati si sentano protagonisti del loro cammino di formazione.
Occorre curare anzitutto l'accoglienza dei fidanzati in un clima di familiarità e amore, "accettandoli come sono, amandoli senza giudicarli e accompagnandoli per un tratto di strada nello stile di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35 ): ascoltandoli, condividendo il loro cammino, partecipando alle loro emozioni e difficoltà, e aiutandoli a scoprire, con l'aiuto della parola di Dio, la profondità e la bellezza del mistero che stanno vivendo".[4]
Va curato l'ambiente in cui si svolgono gli incontri: esso "deve essere accogliente, familiare e mettere a proprio agio i fidanzati".[4]
Il numero delle coppie partecipanti deve permettere di conoscere bene ogni persona e di ascoltare e di far intervenire tutti.[4]
Obbligatorietà
La Chiesa propone il Corso di Preparazione come parte importante del cammino verso il Matrimonio:
« | La partecipazione ai corsi o itinerari di preparazione al matrimonio deve essere considerata come moralmente obbligatoria, senza, per altro, che la sua eventuale omissione costituisca un impedimento per la celebrazione delle nozze. » | |
Ciò significa, concretamente, che non si deve dispensare troppo facilmente da tale adempimento, ma occorre peraltro "essere attenti a quanti per motivi oggettivi (come nel caso degli immigrati, dei pendolari, di chi ha turni di lavoro non programmabili secondo il calendario dei corsi e degli itinerari) non potessero partecipare, prevedendo per loro forme diverse di accompagnamento e di confronto. Nei riguardi di coloro che, invece, intendessero tralasciare questo cammino senza seri motivi oggettivi, è necessario un supplemento di attenzione e di dialogo per aiutarli a cogliere la superficialità e la immaturità del loro atteggiamento e della loro scelta". Solo in casi estremi [..] si dovrà proporre il rinvio della celebrazione del matrimonio.[6]
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |