Costituzioni egidiane
Le Costituzioni egidiane (dal latino Constitutiones Ægidianæ), ufficialmente Constitutiones Sanctæ Matris Ecclesiæ sono una raccolta di leggi, divise in sei libri, riguardanti lo Stato della Chiesa, promulgate a Fano durante il parlamento convocato il 29 aprile 1357 dal cardinale Egidio Albornoz, legato e vicario generale dello Stato Pontificio.
Tale codice di leggi rimase in vigore dal 1357 fino al 1816. Le Costituzioni, oltre che elencare le disposizioni emanate dai pontefici nel tempo, spesso ignorate, chiarivano i rapporti con i feudatari e regolamentavano le questioni giurisdizionali interne e con gli Stati esteri.
Fornivano, inoltre, un nuovo assetto territoriale dell'intero stato, che risultava suddiviso nelle seguenti province (da Nord a Sud):
- Patrimonia Sancti Petri, con sede rettorale a Montefiascone
- Ducatus Spoleti (Ducato di Spoleto),
- Marchiæ Anconæ (Marca anconitana), con sede a Macerata
- Provincia Romandiolæ (dal fiume Panaro al fiume Foglia), con sede a Faenza, anche per le costanti difficoltà di controllare la contigua Forlì (contro cui, proprio fra il 1355 ed il 1359, fu combattuta la crociata contro i Forlivesi).
- Marittimæ con sede a Velletri
- Campaniæ con sede a Ferentino[1].
Le province erano affidate a rettori, dotati di poteri amplissimi in campo politico, amministrativo, finanziario, giurisdizionale e militare, ma che dovevano sottostare all'autorità suprema del legato pontificio.
La prima edizione a stampa delle "Costituzioni egidiane" venne pubblicata nel 1473 a Jesi da Federico del Conte di Verona, ma contiene molti errori rispetto all'opera originale[2]
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