Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro (Donatello)

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Padova BaS.Antonio Donatello DeposizioneCristoSepolcro 1446-53.jpg

Donatello, Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro (1446 - 1453), pietra di Nanto, marmi policromi ed oro
Opera d'arte
Stato [[{{{stato}}}]]
Regione Stemma Veneto
Regione ecclesiastica Triveneto
Provincia Padova
Comune Stemma Padova
Diocesi Padova
Ubicazione specifica Basilica di Sant'Antonio, altare maggiore, retro
Uso liturgico quotidiano
Comune di provenienza Padova
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto rilievo
Soggetto Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro
Datazione 1446 - 1453
Ambito culturale
Ambito fiorentino
Autore Donatello (Donato de' Bardi)
detto Donatello
Materia e tecnica pietra di Nanto, marmi policromi ed oro
Misure h. 138 cm; l. 188 cm

La Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro è un rilievo realizzato tra il 1446 ed il 1453, in pietra di Nanto, marmi policromi ed oro, da Donato de' Bardi detto Donatello (1386 - 1466), facente parte dell'apparato decorativo dell'altare maggiore della Basilica di Sant'Antonio di Padova.

Descrizione

Soggetto

Nella scena, particolarmente concitata ed organizzata su due piani, compaiono:

  • Gesù Cristo morto, in primo piano, disteso su un lungo lenzuolo usato come sudario, viene adagiato in un sarcofago: il suo corpo è l'unica linea orizzontale della scena, che seguendo però un andamento a zig-zag ne aumenta la drammaticità. La testa cade realisticamente all'indietro, le mani e i piedi sono incrociati.
  • Uomini e donne, in piedi, sono raccolti, quasi accalcati, attorno al corpo di Cristo, ciascuno è presentato con una diversa reazione emotiva, fortemente caratterizzata e puntualmente resa dall'artista:
    • in primo piano, Quattro uomini, di diverse età, pietosamente e premurosamente sorreggono il corpo di Gesù per deporlo nel sepolcro.
    • in secondo piano, Quattro donne sono in preda alla disperazione, piangono, urlano e si strappano i capelli. Due di esse mostrano il proprio stato d'animo allargando le braccia, come la figura di san Giovanni apostolo nel Compianto di Gesù Cristo (1303 - 1305) di Giotto.[1] La mimica facciale e la gestualità delle donne sono così esasperate che le stravolgono, rendendole singolarmente irriconoscibili.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • L'opera per la sua resa drammatica rappresenta uno dei vertici iconografici della scena della sepoltura di Cristo; operazione ancora più complessa se si pensa che questa è realizzata a rilievo ed in uno spazio relativamente esiguo.
Donatello, Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro (part.), 1446 - 1453, pietra di Nanto, marmi policromi ed oro
  • Nella Deposizione, lo scultore rielabora il modello classico della Morte di Meleagro riproponendo così la tragedia antica con tutta la sua carica di pathos e di dolore inconsolabile, ma al tempo stesso lo supera accentuando la drammaticità dello strazio davanti al corpo di Cristo e lo porta ad un punto mai prima d'ora raggiunto con una mimica facciale ed una gestualità esasperata che sembrano sul orlo di annullare la fisicità stessa della forma umana. Infatti, nell'opera non è possibile identificare i singoli personaggi, poiché ci si trova davanti ad uno schermo unitario di figure coinvolte in un'ondata di commozione lancinante che travolge e sconvolge i lineamenti dei volti ridotti a maschere di dolore.
  • L'insieme della scena ha un intrinseco senso di affollamento reso dall'occupazione di quasi tutti gli spazi liberi del rilievo. L'effetto manifesta sia la disperazione, sia l'incertezza che il caos causato dalla morte di Gesù. Lo spazio è come annullato, con la percezione possibile del solo sarcofago e delle figure, in modo da accentuare la drammaticità dell'episodio. Spicca così la linea dinamica, esaltata dalla policromia dei marmi.

Notizie storico-critiche

L'altare maggiore della Basilica di Sant'Antonio ed il suo apparato decorativo furono realizzati da Donatello tra il 1446 e il 1453, anno della partenza dell'artista da Padova.

Alla fine del XVI secolo, la struttura originale dell'altare andò distrutta; la versione che attualmente si osserva è una ricostruzione progettata dell'architetto Camillo Boito nel 1895, riutilizzando in una diversa disposizione i vari elementi dell'apparato decorativo originale, opera di Donatello e dei suoi allievi. Il rilievo della Deposizione è stato collocato sul retro dell'altare ottocentesco.

Note
Bibliografia
  • Davide Banzato, Elisabetta Gastaldi, Donatello e la sua lezione. Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento, Editore: Skira, Milano 2015 ISBN: 9788857228118
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 2, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 164 - 165 ISBN 9788842445227
  • Luciano Berti et al., Donatello, in "Art Dossier", Editore Giunti, Firenze 1986, p. 58
  • Francesco Cessi, Donatello a Padova, Editore: Lions Club, Padova 1967
  • Elio Ciol et. al., Donatello: le sculture al Santo di Padova, Editore: Messaggero, Padova 1989
  • Rolf C. Wirtz, Donatello, in "Maestri dell'Arte Italiana", Editore Könemann, Colonia 1998, p. 89 ISBN 9783829045469
Voci correlate
Collegamenti esterni