Gesù Cristo in pietà sorretto da un angelo (Antonello da Messina)
Antonello da Messina, Gesù Cristo in pietà sorretto da un angelo (1475 - 1476), olio su tavola | |
Pietà con un angelo | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Comunità | Madrid |
Provincia | Madrid |
Comune | |
Diocesi | Madrid |
Ubicazione specifica | Museo del Prado |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Gesù Cristo in pietà sorretto da un angelo |
Datazione | 1475 - 1476 |
Ambito culturale | ambito siciliano |
Autore |
Antonello da Messina (Antonio di Giovanni) |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 74 cm; l. 51 cm |
Gesù Cristo in pietà sorretto da un angelo, detto anche Pietà con un angelo, è un dipinto, eseguito tra il 1475 ed il 1476, ad olio su tavola, attribuito ad Antonio di Giovanni detto Antonello da Messina (1430 ca. – 1479), conservato presso il Museo Museo del Prado di Madrid (Spagna).
Descrizione
Ambientazione
La scena è ambientata su uno sfondo composto da un paesaggio ricco di vegetazione che si perde in lontananza, dove si notano:
- in primo piano, tronchi secchi e teschi sparsi a terra, che simboleggiano la morte, ed il verde vivace dell'erba e delle foglie degli alberi che prefigurano la resurrezione;
- in secondo piano, un tratto delle mura di Messina, e l'immagine del suo Duomo, con in fondo lo stretto: un paesaggio familiare per gli spettatori dell'epoca che rende ancora più vicina e toccante la visione dell'episodio sacro.
Soggetto
Nella scena compaiono:
- Gesù Cristo morto, già deposto dalla croce, è seduto sul coperchio del sepolcro. Egli è mostrato allo sguardo dell'osservatore (fedele) tutti segni della sofferenza: il capo leggermente reclinato all'indietro, il volto livido, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, le braccia che ricadono pesanti ed il fianco squarciato da cui esce sangue in abbondanza.
- Angelo, dietro alla figura di Gesù, ne sostiene il corpo senza vita per le spalle e ne avvolge il braccio, all'altezza del gomito, con un lembo del sudario: è oppresso dallo sforzo ed ha il viso contrito da un dolore indicibile con le guance rigate di lacrime.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Si tratta senza dubbio di un'opera per un committente privato, dipinta per indurre chi la guardava a meditare sulla passione di Gesù. Il realismo con cui è resa la morte, il contrasto fra l'incarnato roseo dell'angelo e quello più cadaverico di Cristo, il dolore estremo dell'angelo, il contrasto fra figure in primo piano e paesaggio, avevano lo scopo di coinvolgere emotivamente lo spettatore e ricordargli a quale prezzo era stata guadagnata da Cristo la sua salvezza.
- Il tema del Gesù Cristo morto sorretto dagli angeli ha conosciuto una vasta diffusione nella pittura veneta del primo Rinascimento: pur cogliendo elementi da altre iconografie, non si tratta propriamente né di un Compianto, né di una Deposizione, nè di un Cristo presentato come Ecce Homo, bensì di un soggetto che rivela una sostanziale autonomia.
- Il contrasto tra il dramma in primo piano e la serenità del paesaggio sullo sfondo: questo serve al pittore ad attenuare il profondo senso di dolore e sofferenza e sono la prova dell'abilità di Antonello nel rappresentare gli ambienti naturali.
- La centralità nel dipinto della figura di Cristo e la sua monumentalità vengono sottolineate dall'utilizzo di un punto di vista prospettico piuttosto ravvicinato; questa scelta compositiva è frutto dell'incontro con l'opera di Piero della Francesca, avvenuto intorno al 1473. Infatti, proprio da questo artista Antonello apprese l'utilizzo matematico della prospettiva ed il concetto della centralità dell'uomo, da cui deriva la passione per lo studio naturalistico dei soggetti rappresentati. Da quel momento i personaggi ritratti o raffigurati dal pittore siciliano acquisiscono una profonda umanità ed una indagine anatomica sorprendenti (come nella Crocifissione di Anversa), unitamente ad una espressività tale da suggerire la psicologia dei soggetti stessi (come nella celebre Madonna annunciata di Palermo).
Notizie storico-critiche
Il dipinto di Antonello da Messina, ora al Museo del Prado, è uno delle opere più belle ed intense mai realizzate sul tema della Pietà. Siamo probabilmente intorno al 1476, è infatti in quel periodo che Antonello, dopo aver a lungo viaggiato in Italia, è rientrato a Messina. È ormai un artista affermato ed è a capo una bottega, anzi di una piccola impresa familiare, in cui ha coinvolto anche il figlio Jacobello. Grazie ai suoi collaboratori riesce a star dietro a tutte le commissioni che riceve. Finalmente non ha più bisogno di spostarsi per trovare lavoro. Messina è un centro commerciale importante: lì arrivano merci da tutti i porti del Mediterraneo e da lì partono imbarcazioni che possono portare i suoi dipinti dappertutto. Non sappiamo chi gli abbia richiesto questa tavola e nemmeno da dove gli arrivi la commissione.
L'opera, dopo alcuni passaggi in varie collezioni private, nel 1965, è stata acquistata dal Museo del Prado di Madrid, l'attuale collocazione.
Bibliografia | |
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