Gesù Cristo redentore benedicente (Raffaello)
Raffaello Sanzio, Gesù Cristo redentore benedicente (1506 ca.), olio su tavola | |
Gesù Cristo redentore benedicente | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Comune | |
Diocesi | Brescia |
Ubicazione specifica | Pinacoteca Civica Tosio-Martinengo |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Gesù Cristo redentore benedicente |
Datazione | 1506 ca. |
Autore |
Raffaello Sanzio |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 31,7 cm; l. 25,3 cm |
|
Gesù Cristo redentore benedicente è un dipinto, eseguito nel 1506 circa, ad olio su tavola, da Raffaello Sanzio (1483 - 1520), attualmente conservato presso il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid (Spagna).
Descrizione
Ambientazione
La scena è ambientata sullo sfondo di un dolce paesaggio collinare, che si perde in lontananza, di ascendenza tipicamente umbra.
Soggetto
Nel dipinto compare:
- Gesù Cristo presentato frontale, a mezza figura fino al bacino, con indosso un mantello rosso appoggiato sulla spalla destra e legato in vita, mentre mostra con mano sinistra la ferita del costato, ancora sanguinante, e con in testa la corona di spine. I suoi lineamenti non esprimono dolore o sofferenza, ma una certa meditata malinconia. Il gesto, che egli compie della benedizione, indica il perdono concesso al mondo.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La figura del Cristo presenta un'espressione di pacatezza e serenità, molto diversa rispetto alle patetiche e spesso drammatiche interpretazioni precedenti di questo soggetto.
- L'apparizione di Gesù forse fa riferimento all'episodio dell'incredulo di san Tommaso (Gv 20,27 ), ma per il taglio dell'immagine, molto in avanti rispetto al piano visivo dell'osservatore, assume un valore universale.
- La raffinata posizione a contrapposto, con un accenno di torsione e la testa leggermente reclinata, testimoniano la raggiunta maturità espressiva dell'artista.
- L'espressione del volto, composta e dignitosa, resa l'uso dello sfumato, richiama l'opera di Leonardo da Vinci.
Notizie storico-critiche
Il dipinto fu acquistato dal conte Paolo Tosio (1775 – 1842) a Milano presso la famiglia Mosca di Pesaro, insieme ad altre due opere.
Il celebre storico dell'arte Giovanni Battista Cavalcaselle (1819 – 1897) la riconobbe come opera di Raffaello Sanzio, datandola all'inizio del periodo fiorentino (1504); le suggestioni leonardesche evidenti hanno poi fatto spostare la datazione a un periodo leggermente più avanzato, verso il 1506.
Bibliografia | |
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