Il buon Samaritano (Vincent van Gogh)
Vincent van Gogh, Il buon Samaritano (1890), olio su tela | |
Il buon Samaritano | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Provincia | Gheldria |
Comune | |
Ubicazione specifica | Kröller Müller Museum |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Il buon Samaritano |
Datazione | maggio 1890 |
Autore |
Vincent van Gogh |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 86 cm; l. 70 cm |
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Il buon Samaritano è un dipinto, eseguito nel maggio 1890, ad olio su tela, dal pittore olandese Vincent van Gogh (1853 – 1890), ora conservato nel Kröller Müller Museum di Otterlo (Olanda).
Descrizione
Soggetto
La scena è ambientata lungo una strada sterrata, in mezzo a campi bruciati dal sole, che costeggia un fiume, dove, in primo piano, compaiono:
- buon Samaritano: sceso da cavallo, per soccorrere il viandante, dopo avergli lavato e disinfettato le ferite con l'olio e vino, cerca di caricarlo sulla propria cavalcatura. L'uomo è teso nello sforzo di sollevare il pesante corpo inerte, per metterlo sopra la sella, inarca la schiena fa leva con la gamba, punta il piede a terra e solleva il tallone che si stacca dalle ciabattine che porta, ha rimboccato le maniche per poter lavorare meglio;
- viandante: derubato e malmenato, con un'evidente benda sulla testa, ancora privo di forze, viene caricato con grande fatica dal Samaritano sul proprio cavallo. L'uomo non ha la forza di salire da solo sul cavallo e senza parlare cerca di aiutarsi aggrappandosi disperatamente a chi lo sostiene in un abbraccio spasmodico e scomposto;
- cavallo: sta attendendo pazientemente che il carico gli sia posto sulla groppa, ha le orecchie dritte pronto a percepire ed assecondare ogni movimento.
Inoltre, in secondo piano, si vedono:
- Due passanti indifferenti (sacerdote e levita) che avevano ignorato il ferito. I due uomini erano passati di lì e non lo avevano soccorso, uno lo vediamo camminare su per il sentiero all'altezza della valigia, dell'altro s'intravede solo la sagoma rarefatta che si perde sulla strada, fin dove l'occhio può guardare, per svanire poi all'orizzonte in mezzo alle nuvole bianche, che si addensano sullo sfondo e si confondono con le pendici dei monti. I due uomini si muovono in questa calma apparente, in un'atmosfera dove tutto sembra immobile e poco si può vedere del cielo.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- È notevole la capacità di Vincent van Gogh di svelare le proprie emozioni, attraverso le sue opere: egli, che aveva dato tanto agli altri, durante il periodo in cui era stato predicatore e si era fatto vicino a contadini e minatori, quando dipinge quest'opera vive una fase difficile della sua malattia, durante la quale si sente solo e abbandonato come l'uomo trovato ferito della parabola.
- La struttura compositiva dell'opera è realizzata come un'istantanea che registra un equilibrio instabile delle figure, nel quale il Samaritano fa ogni sforzo per sollevare il peso inerte del ferito, che a sua volta, in posizione instabile, fa una forte pressione laterale sull'animale, che, per contrastare la spinta, sembra muoversi sulle zampe. Il movimento goffo dei due uomini, che quasi si abbracciano, il cui tracciato è una linea sinuosa, crea a sua volta il movimento naturalmente ondulato dei vestiti e che si diffonde sull'animale e sulle montagne sullo sfondo.
- La somiglianza fra i tratti del Samaritano e quelli del pittore, e il suo stesso gesto di solidarietà vuole trasmettere l'idea che per aiutare davvero il prossimo, è necessario addossarsene il dolore e le difficoltà (sensazione rafforzata dal contrasto con le due piccole figure, il sacerdote e il levita, che si allontanano sullo sfondo dopo aver rifiutato di prestare soccorso al ferito).
- Una diagonale attraversa, dall'angolo in alto a sinistra verso il basso a destra, il dipinto e divide in due triangoli: nella parte superiore predominano i colori freddi e le linee ondulate, mentre in quella inferiore i colori sono caldi e i tratti brevi.
Notizie storico-critiche
Vincent van Gogh esegue questo dipinto nel maggio del 1890, anno della sua morte - avvenuta il 29 luglio - ispirandosi per il soggetto ad una litografia del pittore francese Eugène Delacroix (1798 – 1863).
L'opera (come altre a tema sacro) fu realizzata immediatamente dopo il recupero da una ricaduta della malattia, e può essere visto in essa il desiderio dell'artista di trovare conforto nella religione, come una via d'uscita dalla depressione, identificando se stesso in un modo o nell'altro con i protagonisti delle immagini. La pittura, infatti, era, per lui, come una forma di terapia.
Bibliografia | |
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