Madonna del cardellino (Raffaello)
Raffaello Sanzio, Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (1505 ca.), tempera su tavola | |
Madonna del cardellino | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Galleria degli Uffizi, sala 66 |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino |
Datazione | 1505 ca. |
Autore |
Raffaello Sanzio |
Materia e tecnica | olio e tempera su tavola |
Misure | h. 107 cm; l. 77,2 cm |
La Madonna del cardellino è un dipinto, eseguito nel 1505 ca., a tempera su tavola, da Raffaello Sanzio (1483 - 1520), ed ora conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto è ambientata in un ampio paesaggio fluviale dall'orizzonte particolarmente alto, punteggiato da alberelli e da un ponte a sinistra, dove compaiono tre personaggi sacri, fra i quali vi è una forte intesa sentimentale, sottolineata dagli sguardi e gesti incrociati carichi di grande umanità. Le loro figure sono costruite secondo un'efficace composizione piramidale, ricca di profondi significati allegorici, costituita da:
- al centro: Maria Vergine seduta su una grande pietra, presenta lineamenti fisionomici dolci e delicati, i capelli raccolti che lasciano scoperti il collo e le spalle, è colta, mentre sorregge tra le gambe Gesù Bambino e cinge con naturalezza san Giovannino. La Madonna ha le gambe e il busto ruota verso destra, mentre china leggermente la testa per rivolgere teneramente il suo sguardo verso i due bambini. Nella sinistra tiene in mano un libro aperto, simbolo della Rivelazione che si sta compiendo nel riconoscimento del Messia da parte di san Giovanni Battista; nella sua grazia, è anche la stessa giovane donna, devota e pia, che ha ricevuto l'annuncio dell'Incarnazione.
- a destra: Gesù Bambino, ritto in piedi appoggiato alle gambe della Madre, accarezza il cardellino. Il piccolo Gesù, inoltre, appoggia delicatamente il piede su quello della Madre, un gesto affettuoso che ricorda la Madonna di Bruges (1501 ca.) di Michelangelo.
- a sinistra: San Giovannino, ritto in piedi, offre un cardellino a Gesù Bambino, che allude alla passione di Cristo, preannunciata proprio dal Battista.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La composizione piramidale con i protagonisti legati dalla concatenazione di sguardi e gesti, deriva con evidenza da modelli leonardeschi, ma se ne distacca sostituendo, al senso di mistero e all'inquietante carica d'allusioni e suggestioni, un sentimento di serenità e spontanea familiarità. Al posto dei profondi moti reconditi dell'anima, il pittore pone in atto una rappresentazione dell'affettuosità, dove è ormai dissolta anche la tradizionale velatura malinconica nel volto della Madonna.
- Il dipinto, nonostante, abbia subito gravi danni, dopo il disastro del 1547, che hanno in qualche modo pregiudicato il giudizio sull'opera, la Madonna del cardellino si presenta nell'immediato per la straordinaria innovazione compositiva tanto da diventare una sorta di prototipo delle molte Madonne con Gesù Bambino, realizzate da Raffaello nel periodo fiorentino (1504 - 1508): nuovo, infatti, l'emergere del volto e di parte del busto della Vergine sul paesaggio, quasi a dominarlo con la grandezza delle sue forme aggraziate.
Notizie storico-critiche
Il dipinto, secondo quanto documentò Giorgio Vasari, fu eseguito da Raffaello per l'amico Lorenzo Nasi, ricco mercante di panni di lana, in occasione del suo matrimonio con Sandra di Matteo Canigiani, donna dell'alta borghesia: sorella di Domenico, per il quale il pittore avrebbe poi eseguito la Sacra Famiglia (1507 ca.), oggi a Monaco di Baviera.
Il 12 novembre 1547, l'abitazione della famiglia Nasi che si trovava in Costa San Giorgio a Firenze, un'erta strada, crollò rovinosamente, insieme con altre case vicine, per uno smottamento della collina. Malauguratamente, l'opera fu gravemente danneggiata e in quell'occasione il figlio di Lorenzo, Giovambattista, ritrovò il dipinto in pezzi sotto le macerie, come ricordò lo stesso Vasari [1]:
« | Ritrovati i pezzi fra i calcinacci della rovina furono da Battista, figlio di Lorenzo, amorevolissimo dell'arte, fatti rimettere insieme in quel miglior modo che si potesse. » |
I frammenti recuperati furono risistemati e restaurati probabilmente dal pittore fiorentino Michele di Ridolfo del Ghirlandaio (1503 – 1577), che ricompose l'opera nel modo che è ancora oggi visibile. Recenti analisi radiografiche hanno dimostrato che il dipinto si è frantumato in diciassette pezzi e che fu ricomposto con chiodi.
Dopo il restauro, la Madonna del cardellino rimase probabilmente di proprietà dei Nasi fino all'estinzione, per discendenza maschile, della famiglia, avvenuta nel 1639 con la morte di Francesco di Lorenzo.
Successivamente venne acquistata dal cardinale Giovan Carlo de' Medici (1611 – 1663), che la collocò nella sua dimora di via della Scala. Dopo la morte del porporato, l'opera di Raffaello venne messa all'asta, insieme con altri dipinti della sua collezione, dal fratello, il granduca Ferdinando II (1628 - 1670), per far fronte ai consistenti debiti che il cardinale aveva lasciato agli eredi.
Il dipinto, valutato 600 scudi, fu probabilmente riscattato dal |cardinale decano Carlo de' Medici (1596 - 1664), zio di Giovan Carlo, con il preciso obiettivo di mantenerlo nelle collezioni di famiglia. Pervenuto al granduca, approdò nel 1704 alla Galleria degli Uffizi, dove fu esposto fra i capolavori della Tribuna, divenendo una delle opere più ammirate e copiate del museo.
Note | |
Bibliografia | |
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