Pace di Westfalia

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La Pace di Westfalia fu stipulata il 24 ottobre del 1648 tra la Francia, l'Impero Germanico, la Svezia e le altre potenze che avevano preso parte alla fase finale della Guerra dei cent'anni. Questa Pace è di fondamentale importanza per la conoscenza della nascita dello Stato non confessionale contemporaneo.

Gerard Terborch, il giovane (1617-1681), La pace di Münster

Le clausole del Trattato di pace

Essa venne sancita dai trattati di Münster tra Francia e Impero e di Osnabrück tra Svezia e protestanti da una parte ed imperatore e cattolici dall'altra. Nei trattati di pace veniva sancito che i cittadini di religione diversa da quella del loro sovrano debbono avere uguali diritti rispetto agli altri cittadini. Le clausole di questo importante trattato che sancivano, per la Chiesa Cattolica, unilateralmente, perdite molto gravi nella compagine ecclesiale, furono condannate da Innocenzo X con il breve Zelo domus Dei. Essa infatti perdeva in Germania tre arcivescovadi e tredici vescovadi con migliaia di chiese, conventi e fondazioni pie. A Roma si deplorava che Massimiliano di Baviera e l'imperatore Ferdinando III volessero accettare una pace così gravemente offensiva per la religione cattolica. Influì pure l'atteggiamento della Francia, rappresentata dal Cardinal Mazarino[1] che si era alleata con i protestanti. I principi sanciti nella pace di Westfalia fecero parte della Costituzione germanica fino alla fine del Sacro Romano Impero nel 1806.

Le conseguenze per l'Europa

Con la Pace di Westfalia era per sempre spezzato il principio dell'unità confessionale all'interno di uno stesso Stato, che durante la prima età moderna si era voluto mantenere anche con la forza delle armi e con la repressione interna. I conflitti durati da più di un secolo, culminati con la Guerra dei Trent'Anni e inizialmente provocati da contrasti confessionali in Francia e in Germania, avevano stremato Stati e popolazioni. La libertà di culto concessa alla confessione luterana (Augusta, 1555) venne estesa anche ai calvinisti; ogni principe era libero di abbracciare qualsiasi confessione mentre i sudditi erano tenuti a seguire la religione scelta dal principe (cujus regio ejus et religio): una volta effettuata tale scelta, però, se il principe cambiava confessione religiosa, i sudditi non erano tenuti a seguirlo (come avvenova invece prima). I Cattolici e i protestanti furono parificati di fronte alla legge, salvaguardando i principi della tolleranza e della libertà religiosa. Venne approvata la possibilità di trasformare le istituzioni e i domini ecclesiastici in giurisdizioni civili.

Nasce lo Stato non confessionale

I trattati riconoscevano l'eguaglianza delle tre grandi confessioni cristiane e le ponevano l'una accanto all'altra con gli stessi diritti e la stessa autorità. Sia il luteranesimo sia il calvinismo avevano sollevato la stessa pretesa dei cattolici di essere l'unica vera Chiesa universale e si erano scagliate reciproche scomuniche. In nome della pace civile, i sovrani degli Stati avevano compreso l'importanza della separazione degli affari di Stato dalle questioni religiose e di fede. Emergeva, così, il concetto dello Stato non confessionale che avrebbe poi contrassegnato le costituzioni dell'età contemporanea: si avviava così il lento processo di secolarizzazione.

Note
  1. Giulio Raimondo Mazarino, o Mazzarino, in francese Jules Raymond Mazarin (Pescina, 14 luglio 1602 - Vincennes, 9 marzo 1661), è stato un cardinale, politico e diplomatico italiano, attivo soprattutto in Francia, dove servì come Principale Ministro sotto il regno di Luigi XIV, succedendo al Cardinale Richelieu.
Bibliografia
Voci correlate