Pace di Westfalia
La Pace di Westfalia fu stipulata il 24 ottobre del 1648 tra la Francia, l'Impero Germanico, la Svezia e le altre potenze che avevano preso parte alla fase finale della Guerra dei cent'anni. Questa Pace è di fondamentale importanza per la conoscenza della nascita dello Stato non confessionale contemporaneo.
Le clausole del Trattato di pace
Essa venne sancita dai trattati di Münster tra Francia e Impero e di Osnabrück tra Svezia e protestanti da una parte ed imperatore e cattolici dall'altra. Nei trattati di pace veniva sancito che i cittadini di religione diversa da quella del loro sovrano debbono avere uguali diritti rispetto agli altri cittadini. Le clausole di questo importante trattato che sancivano, per la Chiesa Cattolica, unilateralmente, perdite molto gravi nella compagine ecclesiale, furono condannate da Innocenzo X con il breve Zelo domus Dei. Essa infatti perdeva in Germania tre arcivescovadi e tredici vescovadi con migliaia di chiese, conventi e fondazioni pie. A Roma si deplorava che Massimiliano di Baviera e l'imperatore Ferdinando III volessero accettare una pace così gravemente offensiva per la religione cattolica. Influì pure l'atteggiamento della Francia, rappresentata dal Cardinal Mazarino[1] che si era alleata con i protestanti. I principi sanciti nella pace di Westfalia fecero parte della Costituzione germanica fino alla fine del Sacro Romano Impero nel 1806.
Art. V, & 1 - Gli accordi conclusi a Passavia nel 1552, la pace religiosa che li confermava nel 1555, i patti di Augusta del 1556 e delle altre assemblee generali del Sacro Romano Impero, sono tutti confermati e si dovranno osservare in modo leale ed inviolabile. & 2 - Per la restituzione dei beni ecclesiastici e per l'annullamento di qualsiasi cambiamento politico compiuto a questo fine, sarà scelto come base il 1° gennaio del 1624. & 14 - Per i possedimenti ecclesiastici, come per gli arcivescovadi, i vescovadi, le abbazie, le parrocchie, ecc., qualunque cosa possedevano il 1° gennaio 1624, la possederanno completamente, senza riserve, pacificamente e senza opposizione. Il presente patto sarà legge stabile e la pace avrà un valore perpetuo. & 34 - A tutti coloro che seguono la confessione d'Augusta e sono sudditi di cattolici, come pure ai cattolici che sono sudditi di Stati della confessione d'Augusta, e che prima del 1624 non avevano mai goduto della libertà di culto pubblico o privato della propria religione, o che dopo la pubblicazione della pace aderiranno ad una religioe diversa da quella professata dal signore del luogo, sarà concesso pacificamente e con libertà di coscienza di frequentare privatamente i luoghi del loro culto, e non sarà loro impedito di prendere parte alla pubblica professione della loro religione nei luoghi vicini, dove e quante volte essi lo vorranno, o di mandare i propri figli in scuole appartenenti alla propria religione, o da insegnanti privati in casa. Art. VII, & 1 - A coloro che si dicono riformati (= calvinisti) si accorda lo stesso diritto o privilegio che le costituzioni imperiali, la pace religiosa ed il presente pubblico trattato accordano agli Stati cattolici, ai sudditi ed a quelli della confessione d'Augusta. Art. XVII, & 3- Contro questo trattato o contro qualcuno dei suoi articoli o clausole, non può essere ammessa alcuna obiezione, anche se provenga dal diritto civile o canonico, da decreti conciliari, privilegi, indulti, ecc., o dai concordati papali o da qualsiasi altro statuto politico o decreto, sotto qualsiasi nome o pretesto, né d'ora in poi sarà riconosciuto valido alcun processo od azione legale contro il presente trattato. (trad. di G.B. Lo Grasso, Pace di Westfalia, in Dizionario storico religioso, Roma 1966, pp. 1146-47)
Le conseguenze per l'Europa
Con la Pace di Westfalia era per sempre spezzato il principio dell'unità confessionale all'interno di uno stesso Stato, che durante la prima età moderna si era voluto mantenere anche con la forza delle armi e con la repressione interna. I conflitti durati da più di un secolo, culminati con la Guerra dei Trent'Anni e inizialmente provocati da contrasti confessionali in Francia e in Germania, avevano stremato Stati e popolazioni. La libertà di culto concessa alla confessione luterana (Augusta, 1555) venne estesa anche ai calvinisti; ogni principe era libero di abbracciare qualsiasi confessione mentre i sudditi erano tenuti a seguire la religione scelta dal principe (cujus regio ejus et religio): una volta effettuata tale scelta, però, se il principe cambiava confessione religiosa, i sudditi non erano tenuti a seguirlo (come avvenova invece prima). I Cattolici e i protestanti furono parificati di fronte alla legge, salvaguardando i principi della tolleranza e della libertà religiosa. Venne approvata la possibilità di trasformare le istituzioni e i domini ecclesiastici in giurisdizioni civili.
Nasce lo Stato non confessionale
I trattati riconoscevano l'eguaglianza delle tre grandi confessioni cristiane e le ponevano l'una accanto all'altra con gli stessi diritti e la stessa autorità. Sia il luteranesimo sia il calvinismo avevano sollevato la stessa pretesa dei cattolici di essere l'unica vera Chiesa universale e si erano scagliate reciproche scomuniche. In nome della pace civile, i sovrani degli Stati avevano compreso l'importanza della separazione degli affari di Stato dalle questioni religiose e di fede. Emergeva, così, il concetto dello Stato non confessionale che avrebbe poi contrassegnato le costituzioni dell'età contemporanea: si avviava così il lento processo di secolarizzazione.
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