Pio esercizio
« | I pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati, soprattutto quando si compiono per mandato della Sede Apostolica. Di speciale dignità godono anche i sacri esercizi delle Chiese particolari, che vengono celebrati per mandato dei Vescovi, secondo le consuetudini o i libri legittimamente approvati. Bisogna però che tali esercizi siano regolati tenendo conto dei tempi liturgici, in modo da essere in armonia con la sacra Liturgia, da essa in qualche modo traggano ispirazione e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano. » | |
(Sacrosanctum Concilium, n. 13)
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L'espressione pio esercizio indica quelle preghiere, solitamente di carattere individuale, che hanno una rilevanza presso i cristiani o presso gruppi di essi ma che non hanno dignità di liturgia.
Pii esercizi e liturgia
La liturgia è l'azione pubblica, solenne e qualificata di culto il cui soggetto celebrante è Cristo e la Chiesa, ed il cui oggetto celebrato è il Mistero Pasquale di Cristo e la vita della Chiesa, secondo testi, riti e tempi regolati dall'autorità della Chiesa[1].
I pii esercizi sono invece azioni di devozione il cui soggetto sono le singole persone, ed il cui oggetto sono composizioni e forme di libera iniziativa dei fedeli senza che intervenga la Chiesa con la sua autorità per regolarle con libri, testi e tempi.
Si può anche dire che mentre la liturgia è azione compiuta da Cristo e dalla Chiesa, i pii esercizi sono invece azioni compiute in Cristo e nella Chiesa.
Esempi di pii esercizi
Sono pii esercizi:
- l'Adorazione Eucaristica privata
- il Santo Rosario della Beata Vergine Maria
- la Via Crucis e la Via Lucis
- i Sette Venerdì in onore del Sacro Cuore di Gesù
- i Tredici Venerdì a San Francesco di Paola
- l'Esercizio della buona morte promosso dal gesuita Giuseppe Antonio Bordoni
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