Rosario

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Benedetto Coda, Pala d'altare con Madonna del Rosario tra san Domenico di Guzmán e san Paolo; Misteri del Rosario (prima metà del XVI secolo), olio su tavola; Gradara, Pinacoteca Civica
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Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Essa ben s'inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a "prendere il largo" ("duc in altum!") per ridire, anzi 'gridare' Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6 ), come "traguardo della storia umana, il fulcro nel quale convergono gli ideali della storia e della civiltà".
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Il Rosario è una preghiera devozionale a carattere litanico tipica del rito latino della Chiesa cattolica. Le sue origini sono tardomedievali: fu introdotto dall'Ordine domenicano e diffuso, soprattutto dal XVII secolo, grazie alla diffusione delle Confraternite del Santo Rosario, la prima delle quali risale al 1476. Fu approvata, a nome del Papa, dal cardinale Alessandro Nanni Malatesta[1], legato pontificio e vescovo di Forlì. Non essendo momento della liturgia della Chiesa, questa pratica ha subìto notevoli varianti nel corso dei secoli.

La preghiera consiste in cinque serie di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei Misteri (eventi, momenti o episodi significativi) della vita di Cristo e di Maria. Il nome significa "corona di rose", con riferimento al fiore mariano per eccellenza, simbolo della stessa Ave Maria. La versione integrale della devozione, oggi poco diffusa, prevede la contemplazione di tutti i venti misteri e quindi la recita, tra l'altro, di duecento avemarie (prima dell'aggiunta dei cinque Misteri luminosi, nel 2002, si contavano quindici poste per complessive centocinquanta avemarie). La Madonna del Santo Rosario è venerata nel Pontificio Santuario di Pompei.

Recita del rosario

Si inizia con il segno della croce.

Se è recitato in solitudine diversi santi hanno consigliato di invocare -prima dell'inizio- la presenza del proprio angelo custode,

Si recita quindi:

oppure

  • O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
  • un Gloria al Padre

Si recitano cinque decine, facendole precedere dal richiamo del mistero a cui è legata. Ogni decina è composta da:

  • un Padre Nostro
  • dieci Ave Maria
  • un Gloria al Padre
  • tipicamente, dopo il Gloria, si recita anche la preghiera della Madonna di Fatima: "Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia", oppure l'Eterno Riposo: "L'eterno riposo dona loro(lui) o Signore, e splenda ad essi (a lui) la luce perpetua. Riposino (riposi) in pace. Amen." se la preghiera è per uno o più defunti.

Dopo le cinque decine si recitano:

secondo le intenzioni del Papa.

Si recita una Salve Regina, letta o cantata.

Durante la recita collettiva ciascuna di queste preghiere viene eseguita in forma responsoriale: per metà dalla persona che guida la recita, per l'altra metà da tutti gli altri, tranne che per la preghiera di Fatima e il Salve Regina che vengono iniziate dalla persona che guida la recita e proseguite da tutti.

Facoltativamente si recita una delle seguenti preghiere:

Se è presente un sacerdote, a questo punto può impartire la benedizione. Si termina con il segno della croce.

Si possono anche recitare, specialmente nella preghiera individuale, una o più singole decine invece del rosario completo; il rosario è però essenzialmente e primariamente una preghiera comunitaria.

I misteri

A seconda dei giorni della settimana, recitando il rosario si meditano i misteri di quattro corone: la prima comprende i misteri gaudiosi (o della gioia), contemplati il lunedì e il sabato; la terza i misteri dolorosi (o del dolore), il martedì e il venerdì; la quarta i misteri gloriosi (o della gloria), il mercoledì e la domenica.

Con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottobre 2002, Giovanni Paolo II ha introdotto facoltativamente i misteri luminosi (o della luce), da contemplare il giovedì, e ha associato ad essi la seconda corona del rosario, interponendola quindi tra la corona dei misteri gaudiosi e quella dei dolorosi.

Beato Angelico, Natività di Gesù (1438 - 1450), affresco; Firenze, Museo di San Marco: terzo dei misteri gaudiosi
Crocifissione di Gesù: quinto dei misteri dolorosi
I Misteri del Santo Rosario
e i brani biblici a cui essi si riferiscono
I giorni
in cui si recitano
Misteri gaudiosi
(LA) Misteria Gaudii
  1. L'annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria Vergine
    Lc 1,26-38
  2. La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta
    Lc 1,39-56
  3. La nascita di Gesù
    Mt 1,18-25 ; Lc 2,1-20
  4. La presentazione di Gesù al Tempio
    Lc 2,22-40
  5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio
    Lc 2,41-52
Lunedì
Sabato
Misteri luminosi
(LA) Misteria Lucis
  1. Il battesimo di Gesù al Fiume Giordano
    Mt 3,13-17 ; Mc 1,9-11 ; Lc 3,21-22
  2. Le nozze di Cana
    Gv 2,1-11
  3. L'annuncio del Regno di Dio
    Mt 4,12-17.23-25 ; Mc 1,14-15 ; Lc 4,14-21
  4. La trasfigurazione di Gesù
    Mt 17,1-9 ; Mc 9,2-10 ; Lc 9,28-36
  5. L'istituzione dell'Eucaristia
    Mt 26,26-30 ; Mc 14,22-25 ; Lc 22,14-20
Giovedì
Misteri dolorosi
(LA) Misteria Doloris
  1. L'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi
    Mt 26,36-46 ; Mc 14,32-42 ; Lc 22,39-46
  2. La flagellazione di Gesù alla colonna
    Mt 27,26 ; Mc 15,15 ; Gv 19,1
  3. L'incoronazione di spine
    Mt 27,27-31 ; Mc 15,16-20 ; Gv 19,2-3
  4. Gesù è caricato della Croce
    Mt 27,31-32 ; Mc 15,20-22 ; Lc 23,26-32 ; Gv 19,14-18
  5. La crocifissione e la morte di Gesù
    Mt 27,33-50 ; Mc 15,22-39 ; Lc 23,33-49 ; Gv 19,23-30
Martedì
Venerdì
Misteri gloriosi
(LA) Misteria Gloriae
  1. La resurrezione di Gesù
    Mt 28,1-10 ; Mc 16,1-12 ; Lc 24,1-12 ; Gv 20,1-18
  2. L'ascensione di Gesù al Cielo
    Mc 16,14-20 ; Lc 24,36-52
  3. La discesa dello Spirito Santo
    At 2,1-4
  4. L'assunzione di Maria Vergine al Cielo
  5. L'incoronazione di Maria Vergine
Mercoledì
Domenica

Le origini del rosario

Beato Angelico, San Domenico di Guzmán in meditazione (part. da Gesù Cristo deriso con la Madonna e san Domenico di Guzmán), 1438 - 1450, affresco; Firenze, Museo di San Marco

La parola "rosario" deriva da un'usanza medioevale che consisteva nel mettere una corona di rose sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle preghiere "belle" e "profumate" rivolte a Maria. Così nacque l'idea di utilizzare una collana di grani (la corona) per guidare la meditazione. Nel XIII secolo, i monaci cistercensi elaborarono, a partire da questa collana, una nuova preghiera che chiamarono rosario, dato che la comparavano ad una corona di rose mistiche offerte alla Vergine. Questa devozione fu resa popolare da San Domenico, il quale, secondo la tradizione, ricevette nel 1214 il primo rosario dalla Vergine Maria, nella prima di una serie di apparizioni, come un mezzo per la conversione dei non credenti e dei peccatori. Prima di San Domenico, era pratica comune la recita dei "rosari di Padre Nostro", che richiedevano la recita del Padre Nostro secondo il numero di grani di una collana.

Nel 1571, anno della Battaglia di Lepanto, Papa Pio V chiese alla cristianità di pregare con il rosario per chiedere la liberazione dalla minaccia turco-ottomana. La vittoria della flotta cristiana, avvenuta il 7 ottobre, venne attribuita all'intercessione della Vergine Maria, invocata con il rosario. In seguito a ciò il papa introdusse nel Calendario liturgico la festa della Madonna del Rosario per quello stesso giorno. Sempre nel XVI secolo si ha la fissazione definitiva dell'ultima parte dell'Ave Maria, che nella parte finale aveva numerose varianti locali. Altri personaggi che hanno contribuito alla diffusione di questa preghiera sono il Beato Alano della Rupe con il suo Salterio di Cristo e di Maria del 1478, San Luigi Maria Grignion de Montfort con il suo libro Il segreto ammirabile del Santo Rosario, ed il beato Bartolo Longo (fondatore del Santuario e delle opere di carità di Pompei) considerato l'"Apostolo del Santo Rosario". Un altro impulso si ebbe nei secoli XIX e XX con le apparizioni di Maria a Lourdes e a Fatima.

Le promesse della Vergine

La tradizione religiosa riporta anche le quindici promesse che la Vergine in persona avrebbe fatto sia a san Domenico che al beato Alano della Rupe riguardo il suo rosario. Esse sono le seguenti:

La Madonna apparve a Lourdes con la corona del rosario
  1. A tutti quelli che devotamente reciteranno il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.
  2. Chi persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà grazie preziosissime.
  3. Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno; esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.
  4. Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie divine; sostituirà nei cuori l'amore di Dio all'amore del mondo, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni. Quante anime si santificheranno con questo mezzo!
  5. Colui che si affida a me con il Rosario, non perirà.[2]
  6. Colui che reciterà devotamente il mio Rosario, meditando i suoi misteri, non sarà oppresso dalla disgrazia. Se è peccatore, si convertirà; se è giusto, crescerà in grazia e diverrà degno della vita eterna.
  7. I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa.
  8. Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la luce di Dio, la pienezza delle Sue grazie e parteciperanno dei meriti dei beati.
  9. Libererò molto prontamente dal purgatorio le anime devote del mio Rosario.
  10. I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in Cielo.
  11. Quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.
  12. Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.
  13. Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i membri della "Confraternita del Rosario" abbiano per fratelli durante la vita e nell'ora della morte i santi del Cielo.
  14. Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.
  15. La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.

Corona del rosario

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Corona del rosario
Cinque decadi di grani formano la corona del rosario

Oggetti simili al rosario sono rintracciabili in varie religioni: nell'induismo, nel buddhismo, nell'islam, nell'oriente cristiano e infine nella chiesa latina. In quest'ultima la corona del rosario di norma è formata da 50 grani in gruppi di dieci (le decine), con un grano più grosso tra ciascuna decade. Si conoscono alcuni rosari con centocinquanta o cento grani, tali numeri sono stati scelti in passato per corrispondere al numero dei salmi o ad una frazione di essi, ovvero due terzi dei 150 salmi.

Tradizionalmente quindici decadi venivano recitate in tutto, questo numero è aumentato a venti con l'aggiunta nel 2002 di una quarta serie di "misteri". Ciascuna decade corrisponde ad uno dei misteri della Redenzione, tuttavia i misteri hanno un'origine non anteriore al XV o XVI secolo, e per molto tempo non c'è stato un accordo universale su quali fossero.

Il rosario missionario

Il rosario missionario è una forma di rosario cattolico in cui la recita di ogni decina è dedicata ad un continente. Al termine di ogni decina vi è la lettura di una testimonianza di un santo missionario relativo al continente oggetto di preghiera. Come conclusione vi è l'invocazione di Maria su numerosi paesi del mondo.

Curiosità

« Nunc et in hora mortis nostrae. Amen. La recita quotidiana del Rosario era finita. »

L'autore commette qui un errore: la recita del rosario non termina con un'Ave Maria.

Note
  1. Una madonna del rosario di grande valore storico
  2. Il termine "perire", in teologia, indica la dannazione dell'anima.
Voci correlate
Collegamenti esterni