Quo vadis? (film)

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Quo vadis?
QuoVadis film1951 locandina.jpg

Locandina del film
Titolo originale: Quo vadis?
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 1951
Durata: 171' min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1,37 : 1
Genere: storico
drammatico
Regia: Mervyn LeRoy
Soggetto: Henryk Sienkiewicz
Ambientazione Geografica: Roma
Ambientazione Storica: 64 - 68
Tratto da: Quo vadis? (1896), romanzo di Henryk Sienkiewicz
Sceneggiatura: S.N. Behrman, Sonya Levien, John Lee Mahin
Produttore: Sam Zimbalist
Casa di produzione: MGM - Metro-Goldwyn-Mayer
Interpreti e personaggi:
  • Robert Taylor: Marco Vinciio
  • Deborah Kerr: Lycia
  • Peter Ustinov: Nerone
  • Leo Genn: Petronio Arbitro
  • Patricia Laffan: Poppea
  • Finlay Currie: Pietro
  • Buddy Baer: Ursus
  • Ralph Truman: Tigellino
  • Marina Berti: Eunice
  • Norman Wooland: Fabio Nerva
  • Nora Swinburne: Pomponia
  • Abraham Sofaer: Paolo di Tarso
  • Felix Aylmer: Aulo Plauzio
  • Peter Miles: Nazario
  • Geoffrey Dunn: Termes
  • Nicholas Hannen: Seneca
  • D.A. Clarke-Smith: Faone
  • Rosalie Crutchley: Atte
  • John Ruddock: Chilone
  • Arthur Walge: Crotone
  • Elspeth March: Miriam
  • Strelsa Brown: Rufia
  • Alfredo Varelli: Lucano
  • Roberto Ottaviano: Flavio
  • William Tubbs: Anassandro
  • Pietro Tordi: Galba
Fotografia: William V. Skall, Robert Surtees
Montaggio: Ralph E. Winters
Effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Tom Howard, Donald Jahraus
Musiche: Miklos Rozsa
Scenografia: Edward Carfagno, Cedric Gibbons, William A. Horning, Hugh Hunt, Vittorio Valentini, Elso Valentini
Coreografia: Edward Carfagno, Cedric Gibbons, William A. Horning, Hugh Hunt, Vittorio Valentini, Elso Valentini
Costumi: Herschel McCoy
Trucco: Sydney Guilaroff, Joan Johnstone, Charles E. Parker
Premi:
  • 2 Golden Globe (1952): miglior attore non protagonista (Peter Ustinov); migliore fotografia (Robert Surtees, William V. Skall)
  • National Board of Review (1951): migliori dieci film

Quo vadis? è un film del 1951, diretto da Mervyn LeRoy, tratto dall'omonimo romanzo storico dello scrittore e giornalista polacco Henryk Sienkiewicz (1846 - 1916), pubblicato nel 1896 e per il quale l'autore ha ricevuto nel 1905 il Premio Nobel per la letteratura. Questo film è la quarta versione cinematografica del romanzo, dopo quelle del 1901, 1912 e 1925, ed è senza dubbio la più nota.

Il film uscì nelle sale statunitensi il 8 novembre 1951, in quelle italiane il 5 marzo 1953.

Trama

Roma, 64 - 68 d.C., età dell'imperatore Nerone.

Il console romano Marco Vinicio, al comando della XIV legione, ritorna a Roma, dopo le vittoriose campagne militari in Gallia e Britannia. L'imperatore ordina a Vinicio di non entrare in città, per permettere che si uniscano a lui le legioni provenienti dall'Asia e dall'Africa. Nerone intende così dare al suo esercito l'ambito premio del trionfo e al popolo una giusta distrazione.

Caio Petronio, zio di Marco e consigliere dell'imperatore, trova per suo nipote alloggio presso la villa del console Aulo Plauzio. In questa casa conosce Lycia, una giovane donna straniera, tenuta lì in ostaggio, e se ne innamora: questa si è convertita recentemente al cristianesimo.

I cristiani sono mal visti dal Senato e Tigellino, prefetto del pretorio, cerca in tutti i modi di annientarli. Questa comunità è molto attenta nel muoversi e soprattutto piena di risorse; essi si riuniscono per pregare in vecchie grotte e nelle rovine fuori città, le catacombe, dove i pretoriani non hanno facile accesso.

Marco ottiene dall'imperatore Nerone che la giovane venga affidata a lui; ma mentre viene condotta alla sua casa, Lycia, che è cristiana, viene rapita dai cristiani, guidati da Ursus.

Sorpresa la giovane in una riunione di cristiani, Vinicio tenta di rapirla con l'aiuto del gladiatore Crotone; ma questi viene ucciso da Ursus e lo stesso Vinicio rimane ferito. Accolto dai cristiani, Vinicio è curato da Lycia: guarito, vorrebbe sposarla, ma la lascia quando questa gli chiede di farsi cristiano.

Nel frattempo giungono a Roma, Pietro, apostolo di Gesù, e Paolo di Tarso, un ebreo ellenizzato convertitosi alla nuova fede; entrambi sono ospiti nella casa di Plauzio.

Recatosi ad Anzio, alla corte imperiale, Vinicio viene circuito da Poppea; ma il suo cuore appartiene a Lycia.

Intanto Nerone, ormai completamente impazzito, decide di bruciare Roma per costruire una nuova città sulle ceneri di quella vecchia. Vinicio, ritornato nell'Urbe, salva la donna dalle fiamme e resta al suo fianco, quando questa viene arrestata coi cristiani cui si addossa la responsabilità dell'incendio.

Nerone, malgrado Petronio Arbitro (27 - 66) tenti di dissuaderlo, scarica la colpa dell'incendio di Roma addosso ai cristiani, facendone arrestare a migliaia e dando così inizio alla prima persecuzione. I prigionieri sono condotti al martirio nel circo, per il divertimento del popolo e quella dell'imperatore. Tra i cristiani, sono arrestati anche Marco e Lycia, ma mentre ne muoiono a centinaia nell'arena, divorati dai leoni o bruciati, per i due giovani si prospetta una fine ancora più terribile. Poppea escogita un nuovo divertimento; fa legare Lycia ad un palo alla mercé di un toro inferocito, ma dà alla giovane una possibilità, quella di essere difesa dalla sua guardia personale, Ursus; il tutto avviene sotto gli occhi di Marco, costretto ad assistere. Ursus, contro ogni previsione, uccide il toro; il popolo lo acclama e l'esercito, ormai in rivolta, con un colpo di mano proclama nuovo imperatore il proconsole Galba.

Nerone uccide Poppea, che lo aveva consigliato di addossare la responsabilità dell'incendio ai cristiani e poi si toglie la vita, mentre Vinicio, lasciata la carriera militare, sposa Lycia e si converte anch'egli al cristianesimo.

Location

Le riprese degli esterni del film sono state girate principalmente a Roma e Lavinio (RM).

Gli interni, per la maggior parte, furono girati presso gli Studi cinematografici di Cinecittà - Roma.

Frasi celebri

  • Pietro: "Quo vadis, Domine? (Signore, dove vai?)" - Gesù: "Venio Romam, iterum crucifigi" (Vado a Roma, per essere crocifisso nuovamente).
  • Petronio Arbitro: "Non basta vivere bene. Bisogna anche saper morire." - Seneca: "Addio Petronio. Con te muore la parte migliore di Roma."
  • Poppea: "È sciocco uccidere quello che si odia, perché se questi muore non soffre più."
  • Petronio Arbitro rivolto ironicamente a Nerone: "Dare fuoco a una città per la grandezza della tua poesia, oh divino, spinge troppo in avanti il concetto dell'arte per l'arte."
  • Petronio Arbitro: "La menzogna, come l'olio, galleggia sulla superficie della verità."
  • Poppea rivolta a Marco Vinciio: "Mi piacerebbe conquistarti!" - Marco: "Come la mantide religiosa conquista il maschio."

Bloopers storici

  • Secondo la tradizione cristiana san Paolo venne martirizzato per decapitazione durante la persecuzione neroniana, mentre nel film sopravvive.
  • Alla fine del film Nerone e Poppea abbandonano entrambi l'arena e si rifugiano al palazzo, per fuggire alla folla inferocita, dopo che Marco Vinicio aveva rivelato la responsabilità dell'imperatore nell'incendio di Roma; Nerone, prima di suicidarsi, strangola la moglie Poppea. In realtà, secondo lo storico romano Tacito, l'imperatrice morì, durante la seconda gravidanza, nel 65 d.C., colpita da un calcio al ventre da parte di Nerone, tre anni prima della sua morte.
  • Nella storia Seneca fu costretto da Nerone a suicidarsi (65 d.C.), tagliandosi le vene, mentre nel film gli sopravvive.
  • Non fu la schiava Atte ad aiutare Nerone a suicidarsi (68 d.C.), ma il suo liberto e segretario Epafrodito.
  • Nel film Tigellino, capo della guardia pretoriana, viene ucciso da suo soldato, poco prima della morte dell'imperatore. In realtà fu costretto al suicidio l'anno dopo la morte di Nerone, nel 69 d.C.

Curiosità

  • Il film, tuttora, detiene il record per il maggior numero di costumi utilizzati, circa 32.000.
  • Il regista Anthony Mann partecipò alla produzione del film, lavorando per 24 notti alle riprese dell'incendio di Roma, insieme all'operatore aggiunto William V. Skall, ma il suo nome non compare nei credits. Le scene furono poi utilizzate anche per Atlantide, il continente perduto di George Pal (1961).
  • La controfigura di Ursus nella famosa scena del combattimento contro il toro è il forcado portoghese Nuno da Salvação Barreto; il gesto che esegue, cioè afferrare il toro gettandosi praticamente tra le sue corna, è una delle mosse più tipiche e pericolose della tourada, l'equivalente portoghese della corrida spagnola.
  • Nel film recitano due giovani comparse non ancora divenuti attori famosi: Bud Spencer (guardia pretoriana) e Sofia Loren (schiava).

Galleria fotografica

Voci correlate
Collegamenti esterni