Ritorno del figliol prodigo (Rembrandt)

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RUS MuErmitage Rembrandt RitornoFigliolProdigo 1668-69.jpg
Rembrandt, Ritorno del figliol prodigo (16681669), olio su tela
Ritorno del figliol prodigo
Opera d'Arte
Stato

bandiera Russia

Distretto federale Nordoccidentale
Regione ecclesiastica [[|]]
Soggetto federale San Pietroburgo
Comune

San Pietroburgo

Località
Diocesi San Pietroburgo
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Museo dell'Ermitage
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Amsterdam (Olanda)
Luogo di provenienza casa di Rembrandt
Oggetto dipinto
Soggetto Ritorno del figliol prodigo
Datazione 1668 - 1669
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Rembrandt (Rembrandt Harmenszoon Van Rijn)
detto Rembrandt

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tela
Misure h. 262 cm; l. 206 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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(Gesù) disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta". E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse:...
"Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni". Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: "È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».
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Il Ritorno del figliol prodigo è un dipinto, realizzato tra il 16681669, ad olio su tela, da Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, detto Rembrandt (1606 - 1669), proveniente probabilmente dalla casa dell'artista ad Amsterdam (Olanda) e conservato presso il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo (Russia).

Descrizione

Rembrandt, Padre abbraccia il figliol progigo (part. da Ritorno del figliol prodigo), 16681669, olio su tela

Soggetto

Il dipinto s'ispira alla Parabola del figlio prodigo, detta più correttamente Parabola del Padre misericordioso. La scena ritratta raffigura la conclusione della vicenda, ovvero il perdono del padre nei confronti del figlio minore pentito della propria condotta sperperante. Nel dipinto compaiono:

  • Giovane si presenta lacero, sporco, senza una scarpa con la testa rasata per i pidocchi ed abbrutito ma vivo, è inginocchiato davanti al genitore al quale chiede il suo perdono, abbandonandosi completamente all'abbraccio del padre.
  • Padre accoglie con un gesto amorevole e quasi protettivo il figlio minore. È un padre anziano che non si è mai rassegnato e ha sempre atteso con fiducia che il figlio tornasse, per questo lo abbraccia con un’emozione tutta interiore e si piega in avanti per stringerlo al suo cuore. Le mani del padre si posano sulle spalle del figlio con senso di protezione e tenerezza. Il suo volto è illuminato dalla luce che proviene da Dio e che rischiara il buio del peccato. Il pittore rende evidente l'analogia tra il genitore della parabola e Dio: l'aspetto del personaggio ricalca, infatti, i tradizionali lineamenti attribuiti a Dio Padre.
  • Figlio maggiore, in piedi sulla destra, mantiene un atteggiamento di distacco e superbia, ma anche lui è parzialmente illuminato dalla luce della grazia.
  • Servi, in secondo piano, rappresentano l’amplificazione della gelosia del figlio maggiore e sembrano chiedersi se sia giusto fare tanta festa per un figlio così dissoluto.

Grande cura per i dettagli, spesso di valore simbolico, come:

  • zoccoli consunti alludono al lungo cammino del figlio nel rimorso del male compiuto, ma sostento dalla speranza di poter essere accolto nella casa del padre, almeno come servo.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Il pittore dipinge quest’opera avendo nel cuore la terribile sofferenza per la morte dell'amato figlio Tito, e proiettando così sulla scena i propri sentimenti di padre. Infatti, nel dipinto traspare il desiderio struggente di Rembrandt di riabbracciare il figlio, che invece si è allontanato per sempre.
  • L'artista interpone e scava un abisso di buio e d'incomprensione fra l'abbraccio dei protagonisti e la perplessità dei personaggi secondari.

Notizie storico-critiche

All'indomani della morte di Rembrandt, avvenuta ad Amsterdam il 4 ottobre 1669, il notaio incaricato di redigere l'inventario dei pochi beni rimasti all’artista, registrò nella casa la presenza di due dipinti:

Le grandi dimensioni, inizialmente fece pensare ad una pala d'altare, piuttosto che un dipinto da custodire in un’abitazione privata, ma siccome dopo la morte del pittore nessuno ne reclamasse la proprietà, si è ritenuto che l’artista lo avesse dipinto per sé e per la propria famiglia.

Bibliografia
  • Roberta D'Adda, Rembrandt, Editore Skira, Milano 2006
  • Emma Muracchioli, Il Barocco in Europa: da Rembrandt a Rubens, esplode la luce, col. "La Bellezza di Dio. L’Arte ispirata dal Cristianesimo", Editore San Paolo, Palazzolo sull’Oglio (BS) 2003, pp. 28, 30
  • Timothy Verdon, La bellezza nella Parola. L’arte a commento delle letture festive. Anno C, Editore San Paolo, Milano 2008, pp. 98 - 101 ISBN 9788821566134
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Editore Mondadori-Electa, Milano 2002, p. 229 ISBN 9788843582594
Voci correlate